Questo blocco può essere risolto soltanto da un sessuologo?

il sessuologo rispondeDomanda

Buongiorno Dottore, le scrivo perché ho un paio di dubbi in merito a una situazione che sto vivendo. Ho sempre avuto una certa difficoltà nei rapporti sessuali, il mio primo ragazzo era poco attento ai miei desideri e mi ero abituata a vivere l’atto sessuale con vergogna, distacco, freddezza e scarso coinvolgimento (se non attraverso pratiche orali a me rivolte, l’unica garanzia di orgasmo). Questo mi ha sempre accompagnato fino agli ultimi anni: ho un compagno con cui essere complice anche nella sessualità e tutto andava benissimo fino all’anno scorso, periodo in cui ho iniziato una psicoterapia (anche e soprattutto per sciogliere dei nodi legati a eventi passati).

Nel complesso mi hanno fatto molto bene gli incontri finché un giorno, parlando con la terapeuta (orient. psicoanalisi) e accennando all’aspetto sessuale (e al fatto che volevo liberarmi delle rigidità passate al 100%), lei ha rifiutato di parlare di questa sfera, era concentrata su relazioni, emozioni, sentimenti di ogni natura ma non sessuale. Io mi sono sentita rifiutata (con chi parlarne se non con un terapeuta?) e dopo qualche mese ho smesso gli incontri. Da quel momento gli orgasmi sono stati pochissimi. Mi sento felice della persona che sono, se fossimo amici le direi che “Sto bene”… dal punto di vista sessuale ho desiderio verso il mio compagno, abbiamo una vita sessuale stimolante e attiva, ma non riesco a lasciarmi andare al piacere dell’orgasmo. Tutto va bene ma manca l’orgasmo. È un peccato perché anche il mio ragazzo mi chiede perché “non mi piace più” e la risposta è che “non lo so”.

Io sono in tutta’altra zona geografica ma le chiederei gentilmente di aiutarmi a capire, o per lo meno darmi qualche spunto per provarci.

Mi chiedo se questo blocco può essere risolto soltanto da un sessuologo.

Risposta

Gentile lettrice, la sua domanda mi sembra contenga due temi principali: una difficoltà nella sessualità e una difficoltà incontrata nel parlare di sesso con una psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico.

Non ho capito se, ad oggi, l’orgasmo sia totalmente assente o se ricevere sesso orale sia tutt’ora una pratica efficace. Nel primo caso ci riferiamo a un disturbo dell’orgasmo secondario e generalizzato, mentre nel secondo a un disturbo secondario e situazionale. La maggior parte delle persone che soffrono del disturbo dell’orgasmo tendono a soffrirne in una forma primaria. Cioè si tratta di persone che non hanno mai provato un orgasmo e non sanno come innescarlo. Molte persone arrivano persino a dubitare di poter provare l’orgasmo e, a volte, rinunciano a ricercarlo. Nel suo caso fortunatamente questo non accade perché è consapevole di poter provare quel piacere, ma, in modo simile a chi non ha mai provato l’orgasmo, non sa come innescarlo.

Fare esperienza del piacere

Questa difficoltà ci parla quindi di un problema nel fare esperienza. Fare esperienza di una situazione non significa viverla, ma capirla. Per fare esperienza dell’orgasmo non serve quindi solo innescarlo fisicamente, ma anche comprendere cosa succede al corpo. Durante il sesso è utile porre attenzione a quali muscoli si sta toccando, quali sensazioni producono il piacere e, allo stesso tempo, ascoltare i pensieri e le emozioni che possono far parte di quel momento in cui si prova quella sensazione piacevole e che possono favorire o ostacolare il corpo. Le persone che hanno difficoltà a fare questa esperienza, spesso trovano una modalità efficace e tendono a usare solo quella. Non è raro sentire di donne che desiderano il sesso solo in alcune posizioni, in determinati orari o secondo un’unica modalità.

Tutto ciò che diminuisce la variabilità nella sessualità tendenzialmente è contrario al benessere sessuale. Il benessere nella sessualità è invece favorito dalla variabilità e dalla versatilità dei comportamenti. Fare sempre la stessa cosa, per quanto piacevole, nel tempo tende ad annoiare e, nel caso in cui non funzioni più per qualche motivo, ci lascia con l’idea di aver perso quell’unica soluzione che aveva reso lieti tanti momenti intimi.

In questo senso, è importante riappropriarsi del proprio corpo e cercare di fare esperienza di quella piacevolezza. Se attualmente il sesso orale le permette di provare l’orgasmo, quello è il suo punto di partenza per conoscere meglio se stessa. Quando il suo partner la stimola, la invito ad osservare il proprio corpo e a capire meglio cosa le provoca questo piacere. Il tocco del suo partner è importante, ma lei è la protagonista del suo piacere. E’ fondamentale capire che cosa fa fisicamente, quali pensieri pensa e che emozioni prova quando viene stimolata.

Per fare esperienza di una situazione è necessario viverla con un tono emotivo moderato. Emozioni troppo lievi o eccessivamente intense rischiano di compromettere l’esperienza e di lasciarci senza indizi o con molte informazioni confuse.

Per un problema sessuale serve rivolgersi a un sessuolgo?

Riguardo alla reazione della collega, possono essere successe molte cose. La psicoterapia, in ogni sua forma e orientamento, è sempre rivolta alla risposta a una domanda. La domanda (o le domande) può essere più o meno definita, ma ce n’è sempre una. Come scrive anche lei, inizialmente si è rivolta alla collega per sciogliere dei nodi del passato ed è possibile che, ad un certo punto, l’obiettivo del vostro lavoro sia cambiato senza che se ne parlasse in modo chiaro. In questo senso, rispetto a quanto accaduto, la prima cosa che mi sento di suggerire è di riparlarne con la collega. E’ possibile che ci sia stato un fraintendimento e che invece fosse possibile lavorarvi diversamente.

Allo stesso tempo, per lavorare sulle difficoltà sessuali lo specialista da preferirsi è sempre il sessuologo. I problemi sessuali generalmente sono problemi originati da un pensiero, un’emozione o un comportamento inefficace. In questo senso, lo psicoterapeuta sessuologo è lo specialista che aiuta a fare ordine tra questi elementi per costruire esperienze più efficaci. In alcuni casi, soprattutto superati i 45 anni, i disturbi sessuali possono essere dovuti a difficoltà di natura medica. Questo spesso è verificabile semplicemente rispondendo alla domanda “è un problema che accade sempre o solo in alcune situazioni?” Tendenzialmente i problemi situazionali sono psicologici, mentre quelli generalizzati sono di natura medica. In quel caso è utile rivolgersi a un medico (spesso ginecologo o andrologo/urologo) sessuologo.

Per recuperare l’orgasmo in coppia

Quindi, come spiegato precedentemente, il primo passo è quello di ricostruire un’esperienza efficace nella sessualità.
Anche se il momento della stimolazione orale è un momento per lei efficace, è possibile che il ruolo attivo del suo partner la confonda. Il momento più comodo per fare esperienza del rapporto con il proprio corpo è la masturbazione. Provi a vivere momenti di intimità da sola e, eventualmente, in presenza del suo partner. Evitate i confronti con il passato, ripartite dall’inizio della vostra intimità. Il futuro non si costruisce imitando il passato, ma imparando da questo. In passato alcuni comportamenti funzionavano e altri meno. Ora avete l’occasione di rendere tutto meno meccanico e di migliorare il vostro benessere sessuale. Se la collega avesse difficoltà ad aiutarla su una domanda specifica in merito al corpo o notasse che il vostro lavoro è inefficace, sarà lei la prima a suggerirle di rivolgersi a uno specialista specializzato in sessuologia in accordo con l’articolo 27 del codice deontologico che dice che “lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa”.

Spero di esserle stato di aiuto, non esiti a scrivermi per ulteriori dubbi.

Cordiali saluti.

Dr. Valerio Celletti