Dipendenza da pornografia online
La dipendenza da pornografia online può assumere molte forme. Non è dovuta ad una semplice esposizione alla pornografia, ma piuttosto può conseguire a una combinazione di isolamento e fragilità non riconosciute. Ridefinire correttamente il problema offre l’occasione di promuovere il proprio benessere sessuale.
Domanda N°30 – Dipendenza da pornografia online
Egr. dott. Celletti, sono una persona di 69 anni. Ho avuto sino ai sessant’anni una vita sessuale veramente molto appagante. Poi sono rimasto volutamente single e ho deciso di non avere più relazioni impegnative con partner ma di soddisfarmi sessualmente quando ne sentivo la necessità, per mezzo di masturbazione coadiuvata con la visione di video porno. Questa cosa è durata circa nove anni.
Non avevo fatto i conti con il fato. Casualmente ho ritrovato una mia vecchia fiamma di più di 40 anni fa e me ne sono innamorato. Lei più giovane di 7 anni, bella, intelligente, paziente e disponibile cosicché abbiamo ripreso a frequentarci e a fare sesso. Si fa per dire fare sesso, perché quando si arriva al punto ho una nebbia nel cervello. Non riesco nemmeno a immaginare una situazione stimolante e perdo l’erezione… io la desidero, lei desidera me, ma ho paura di perderla per questo motivo. Poi quando se ne va, se penso cosa potevo fare con lei, mi eccito.
Sono diventato dipendente da sesso virtuale? Pare quasi un’ansia da prestazione… come posso fare per superare questa situazione? Io non sono impotente, so che potenzialmente posso fare ma sono come impedito. Mi può consigliare??? La ringrazio moltissimo per una eventuale risposta.
Risposta di Valerio Celletti
Gentile lettore, la sua domanda riguarda un tema che coinvolge molte persone in modo più o meno intenso. La pornografia e il sesso virtuale ad oggi sono una risorsa disponibile e fruibile con facilità. Può capitare però che in certi casi possa esserci difficoltà nel riconoscere le ragioni per cui si ritiene desiderabile la pornografia online. Di conseguenza può capitare di utilizzarla in modo poco consapevole, danneggiandosi.
Infatti è possibile che la sua difficoltà odierna sia dovuta a un mancato riconoscimento di una fragilità personale colmata 9 anni fa e non adeguatamente considerata nel corso degli anni. Eventualmente è quindi possibile che riconoscere il problema e le sue conseguenze offra la direzione in cui procedere per recuperare il benessere sessuale perduto.
È però importante sia chiaro che la possibile dipendenza da pornografia online non è la naturale conseguenza dell’uso di pornografia. Il problema nasce nel punto di incontro tra una domanda troppo sintetica e una risposta eccessivamente generica.
Una fragilità non riconosciuta
A seguito dell’interruzione della relazione in corso 9 anni fa ha iniziato a fare uso esclusivo della pornografia online e questo ha soddisfatto pienamente le sue necessità. Ma il problema attuale porta a chiedersi con maggiore precisione quali fossero le necessità di quel periodo. Infatti il ruolo della masturbazione nel benessere sessuale non è universale. Per alcune persone la masturbazione è un piacere secondario al coito. Si masturbano perché non hanno occasione di avere rapporti sessuali. Diversamente altrettante persone considerano la masturbazione equivalente o preferibile al coito. Accade spesso che le persone che, per esempio, soffrono di difficoltà inerenti all’innesco dell’orgasmo riescano ad ottenerlo esclusivamente tramite la masturbazione.
Se 9 anni fa le sue necessità sono state pienamente soddisfatte dalla masturbazione sopportata da pornografia online, è possibile che questa soluzione abbia incontrato più di una semplice preferenza. Avere una preferenza non è né giusto né sbagliato, ma, date le conseguenze, è possibile che la sua preferenza sottenda una fragilità. È possibile che la sua preferenza sia stata sempre ad appannaggio della masturbazione, oppure è possibile che la relazione precedente abbia favorito alcune idee che danneggiano il suo approccio al coito. Un’idea potenzialmente dannosa compatibile con la preferenza all’essere single potrebbe essere che gli altri siano più un problema che una risorsa. Quindi è possibile che, ad oggi, la nuova relazione stia subendo in parte le conseguenze di quello che non si è accorto di aver imparato dalla sua relazione precedente.
Desiderarsi a distanza non è equivalente
Quando ha l’occasione di condividere intimità con la sua partner, percepisce una sensazione di ottundimento quasi come se avesse la mente nel cervello. In quel momento il desiderio sessuale sembra scomparire per riattivarsi quando siete a distanza. Di conseguenza il desiderio verso la sua partner attuale esiste, ma viene sommerso da un problema emotivo. È possibile che quando siete a distanza lei faccia pensieri inerenti solo alla sua partner, mentre quando siete insieme finisca per pensare anche ad altri pensieri emotivamente intensi che riguardano l’essere in coppia.
Nonostante possano sembrare due situazioni equivalenti, in realtà sono diverse. Desiderarsi a distanza permette un focus esclusivo sulle fantasie, offrendole la possibilità di controllare pensieri e sensazioni fisiche. Diversamente l’incontro reale con l’altra persona offre occasione di pensare a situazioni più complesse che finiscono per aprire temi irrisolti. Potrebbero riguardare il contatto con l’altra persona, il lasciarsi toccare, la comunicazione, la fiducia, l’orgoglio o molto altro. Probabilmente sono temi che erano diventati complicati anche al termine della relazione precedente e che, almeno in parte, hanno contribuito alla sua fine.
Definire il problema ne favorisce la soluzione
L’uso di pornografia potrebbe aver colmato una lacuna non riconosciuta. Di conseguenza masturbarsi visualizzando pornografia online probabilmente non era esclusivamente una preferenza, ma risultava piacevole in quando forniva anche l’occasione per confermare una possibile generalizzazione in merito al rapporto con gli altri conseguente un lato ferito dalla delusione sentimentale. Perché sia chiaro, dirsi delusi della relazione con qualcuno non significa sentirne la mancanza, ma piuttosto che forse le proprie aspettative sono state disattese troppe volte finendo per perdere le speranze.
Credo che definire in modo più efficace le mancanze esperite in passato potrebbe offrirle lo spunto di riflessione adatto per constatare quanto la relazione attuale sia simile o diversa dallo scenario per lei terribile. Per muoversi in questa direzione non basta approcciarsi al sesso. Serve farlo ponendo volontariamente attenzione ai pensieri altrimenti disturbanti. La sensazione di nebbia nel cervello che esperisce durante l’intimità probabilmente è proprio il segno di quanto lei, in quel momento, sia disconnesso dagli argomenti che affollano i suoi pensieri. Anni di sessualità solitaria forse hanno accentuato questa caratteristica impedendole di ricevere feedback adeguati da un contenuto sessuale registrato e impersonale. È quindi possibile che parte della piacevolezza della masturbazione originasse anche dall’assenza di alcuni temi che oggi serve individuare, osservare ed eventualmente risolvere.
Credo sia possibile che definire correttamente il problema possa esserle sufficiente per riuscire a viverlo in maniera piacevole. Se identificare gli argomenti non fosse sufficiente, provi a scriverli ed a svilupparli in modo alternativo. Infine se autonomamente si trovasse bloccato per troppo tempo, provi a chiedere aiuto in psicoterapia per lavorarci in collaborazione con un professionista che possa aiutarla in un processo che, in parte, è anche conseguenza di un’azione eccessivamente individuale.
Spero di esserle stato di aiuto, non esiti a scrivermi per ulteriori dubbi.