Sull’orlo di una crisi nervosa; tra violenze, finzioni e confusione


Mi scrive una persona in difficoltà a seguito di un’esperienza di vita complessa e dolorosa. Il passato può lasciare molte ferite, ma in questo caso forse le peggiori sono costituite dalla confusione attuale che porta a obiettivi e strategie confuse e confusionarie. Mettere in ordine le emozioni potrebbe aiutare in tutto il resto.


Domanda N°32 – Sull’orlo di una crisi nervosa; tra violenze, finzioni e confusione

Gentile dott. Celletti, mi sono recata dallo psicologo perché ho iniziato ad avere attacchi di panico dopo essermi fidanzata con un ragazzo, alla quale sono tutt’ora profondamente legata. In realtà questi episodi di ansia erano già pregressi alla nostra conoscenza. Avevo dei momenti di “apatia” e “depressione”, non riuscendo a capire a cosa fossero dovuti. Ho iniziato ad indagare su me stessa e nulla si è aperto così il vaso di pandora. Ho subito un abuso da parte di mio nonno paterno, e anche mia cugina da parte paterna (più grande di me di tre, quattro anni) ha avuto atteggiamenti ambigui su di me. Ricordo solo che mi faceva fare alcune cose, come l’atto della suzione del seno della quale io ne sono diventata dipendente.

Durante l’adolescenza ho avuto la mia prima reazione omosessuale, durata due anni con rapporti annessi, tranne il sesso orale che ho attuato solo una volta su di lei. I miei genitori hanno scoperto di questa relazione e mi hanno vietato di vedere questa ragazza. Mi hanno chiusa in casa per mesi e non mi facevano avere contatti con nessuno. Nel frattempo io ho cercato di uscire da questa situazione “usando” i sentimenti del mio migliore amico. Mi sono finta innamorata di lui. Tutto questo però è andato avanti per 4 anni, con molti alti e bassi. Dopo aver preso la decisione di lasciarlo ho deciso di avere solo rapporti superficiali, con uomini. È capitato però di incontrare donne molto simili alla ragazza con cui sono stata, che mi hanno attratta ma mai sono andata oltre, forse per paura.

Poi incontro “lui”

Succede che dopo 5 anni di esperienze incontro lui, la persona con la quale apro il mio cuore, ma tutto questo capita nel momento in cui stavo pensando che forse in realtà fossi davvero omosessuale. E così è iniziato il travaglio della nostra storia d’amore. Ogni giorno, tranne nei giorni in cui non avevo l’ansia, ero sempre fissa sullo stesso pensiero, immagini e pensieri mi precludevano la possibilità di vivere il mio rapporto in serenità, nonostante provassi per la prima volta attrazione molto forte per un uomo, il mio uomo.

E invece nulla, a causa di questo malessere la nostra relazione l’ho dovuta interrompere e nulla ancora soffro per questo. Ma cosa potevo fare se ogni giorno della mia vita mi svegliavo con il nodo alla gola?! Ovviamente ho parlato con mia mamma di tutte le mie preoccupazioni e per la prima volta sono stata sincera parlando anche della mia probabile omosessualità e ho parlato anche con le mie amiche. Mi sono aperta con loro che sono la mia famiglia. Nonostante questo non riesco ad accettare ancora di essere omosessuale.

Cosa posso fare? Io sento ogni giorno di essere sull’orlo di una crisi nervosa. Piango sempre e non so cosa fare. Dottore cosa mi consiglia di fare?

il sessuologo risponde - 32 - Sull’orlo di una crisi nervosa; tra violenze, finzioni e confusione

il sessuologo risponde – 32 – Sull’orlo di una crisi nervosa; tra violenze, finzioni e confusione

Risposta di Valerio Celletti

Grazie per avermi contattato e per aver deciso di chiedere aiuto in una situazione così complicata. In questo articolo ho preferito non pubblicare tutte le mail per non rischiare di pubblicare qualche contenuto eccessivamente riservato.

Nella sua domanda mi chiede cosa sia opportuno fare, e, partendo dalla conclusione, suggerisco che sia opportuno investire ancora energie in un percorso di psicoterapia. Infatti nella sua domanda racconta una storia di vita impegnativa costellata di numerosi dolori e la confusione che ne è conseguita difficilmente può essere gestibile in totale autonomia. Infatti ad oggi la sensazione di essere sull’orlo di una crisi nervosa è una condizione che descrive efficacemente una profonda difficoltà nel gestire le proprie emozioni. Diversamente, ho il dubbio che il tema dell’orientamento sessuale abbia una sua importanza, ma non sia il fulcro della sua sofferenza.

Definire il proprio orientamento sessuale è importante, ma non fondamentale

In questa situazione lei si è sforzata in innumerevoli modi di definire correttamente il proprio orientamento sessuale. Si è chiesta se riconoscersi maggiormente nell’eterosessualità o nell’omosessualità, senza però considerare anche delle alternative. Infatti, per quanto le sue esperienze possano essere confusionarie anche a causa delle ripetute violenze subite, racconta di aver vissuto esperienze sessualmente piacevoli sia con donne che con uomini. Di conseguenza, sembra ragionevole pensare che forse la bisessualità o la pansessualità possano essere etichette più efficaci per definire il proprio orientamento.

Detto questo, le ricordo che le etichette non servono a limitarci, ma ad aiutarsi a dare una forma a un contenuto che non sarà mai perfettamente definito da una categoria. Piuttosto che cercare di capire solo a quale etichetta rispondere, può essere utile approfondire le sfumature della propria forma cercando di esplorare in modo maggiormente chiaro i propri gusti e desideri. Al momento è probabile che questo passaggio le sia reso difficile dalla confusione che nutre in merito alle emozioni. Avere troppa confusione al proprio interno può rendere illeggibili i propri gusti.

Per quanto sia ancora in corso di scrittura, la invito a leggere la guida all’orientamento sessuale per favorire un ragionamento ordinato sui propri gusti.

Una storia di violenze ripetute

Nella sua mail descrive una storia personale di violenze ripetute. Prima è successo che suo nonno le facesse violenza, poi è stato il turno di sua cugina (che quando le ho risposto nel video su youtube avevo capito fosse stata solo vittima, mentre a una seconda rilettura mi sembra di capire sia stata anche lei carnefice) ed infine i suoi genitori l’hanno limitata in casa punendo la sua relazione e violando il suo diritto ad amare. Sono tutte esperienze dolorose che probabilmente hanno una conseguenza sul suo modo di vivere il contatto con sé stessa e con gli altri.

Un fenomeno che plausibilmente potrebbe essere accaduto può essere ascritto alla sessualizzazione precoce. Nella sua domanda non scrive con esattezza a quale età abbia subito violenza, ma sembra di capire che sia successo prima della pubertà. Quando accade di subire la sessualità prima di aver iniziato a pensare al sesso, può succedere che, successivamente, il sesso diventi una componente ingombrante che risulta impossibile scrollarsi di dosso. Una volta che si inizia a pensare al sesso, questo può coinvolgere tutti i rapporti e le relazioni rendendoli molto più complicati di quanto potrebbero essere. Più complicati non significa migliori. Spesso essere messi difronte a una sfida eccessiva può imporre il bisogno di trovare soluzioni efficaci per ridurre i danni, finendo per convincersi che quelle soluzioni siano le uniche esistenti. È molto probabile che buona parte della sua difficoltà nel gestire le emozioni sia influenzato da questi eventi traumatici.

Affrontare la depressione e gli attacchi di panico

Nel suo racconto, descrive di aver iniziato una psicoterapia per gestire queste due difficoltà emotive. Mi sembra di capire che purtroppo ad oggi questi argomenti le risultino ancora abbastanza ostici. Questi argomenti probabilmente non sono la conseguenza della sua sofferenza, ma una parte integrante del suo star male. Migliorare il proprio modo di gestire queste emozioni è un passaggio determinante e necessario per iniziare a star meglio e ragionare in modo più funzionale su sé stessa e sulle proprie relazioni. Se non impara a riconoscere e gestire meglio le difficoltà emotive, esiste la possibilità che riconoscere correttamente il proprio orientamento, azzeccare la relazione sentimentale perfetta e tutti gli altri obiettivi a seguire potrebbero essere comunque adombrati da ulteriori elementi di confusione dovuti a una gestione emotiva che è conseguenza di una sofferenza eccessiva.

Recentemente ha conosciuto una persona di cui innamorarsi e con cui iniziare a coltivare un rapporto di amore che sarebbe stato soddisfacente se non fosse stato per i suoi dubbi su sé stessa. Tali dubbi, per quanto importanti e meritevoli di una risposta, non possono negare l’evidenza del suo provare desiderio. Ma, allo stesso tempo, è difficile capire se potersi fidare del proprio desiderio nel momento in cui la propria esperienza interna è così confusionaria. Per questo, imparare a mettere ordine nella propria testa è un passaggio probabilmente necessario per aspirare a un maggior benessere. Mi dispiace che il lavoro di psicoterapia svolto con un collega in passato non le sia stato sufficientemente di aiuto, ma la sprono a provare comunque a reinvestire nel proprio benessere, perché star meglio è una prospettiva possibile a cui è importante aspirare.

Ulteriori approfondimenti su youtube

Per quanto anche il video contenga una risposta inevitabilmente parziale, nel video del trentaduesimo capitolo della guida “il sessuologo risponde” spero possa trovare ulteriori spunti di riflessione per riuscire a orientarsi meglio e capire quale possa essere il prossimo passo per coltivare il proprio benessere.

Spero di esserle stato di aiuto, non esiti a scrivermi per ulteriori dubbi.

Cordiali saluti.

Dr. Valerio Celletti