Ho meno esperienza sessuale di lui o lei, come posso fare?


Pensare di non saperci fare abbastanza e di non essere all’altezza di un’altra persona è un’esperienza normale. Il confronto può spaventare ed essere difficile da affrontare in modo sufficientemente sereno. Ma è importante non cedere all’idea che serva fare qualcosa per superare la paura. Le emozioni non si superano con le azioni, ma con i pensieri. Spesso le azioni servono solo a confermare pensieri che, altrimenti, non sentiamo sufficientemente credibili. L’esperienza nella sessualità non è data dalla quantità.


Riassunto della domanda originale

Invece che rendere anonima la domanda originale, questa volta preferisco riassumerne un aspetto centrale per evitare riferimenti a questioni private. Mi scrive una donna di 19 anni preoccupata di “non saperci fare”. Ha conosciuto un ragazzo e teme che il divario tra l’esperienza sessuale di lui e lei possano renderla inadeguata nell’intimità. Di conseguenza, chiede un consiglio su come lasciarsi andare nell’intimità con lui.

Il sessuologo risponde – 34 - Ho meno esperienza sessuale di lui o lei, come posso fare? - Valerio Celletti

Il sessuologo risponde – 34 – Ho meno esperienza sessuale di lui o lei, come posso fare? – Valerio Celletti

Fare più sesso non rende più esperti

Nonostante sia una convinzione frequente, fare sesso più spesso non rende più esperti. Questa affermazione è generalizzabile a molti ambiti. Non necessariamente chi nuota per più ore è più esperto di chi nuota raramente. Come non è automatico che svolgere una professione per 40 anni renda automaticamente più competenti di un collega più giovane.

Quando si tratta di fare esperienza, la quantità aiuta, ma conta soprattutto la qualità. Senza un minimo di quantità è difficile fare esperienza, ma la qualità è indispensabile perché si possa superare la sufficienza.

Qualità e sessualità

Nella sessualità la qualità non è proporzionale alla piacevolezza del sesso, ma alla consapevolezza con cui è vissuto. Capita di frequente che il sesso diventi un momento meccanico in cui mettere in atto un copione impersonale e ripetitivo. Diversamente la sessualità può essere un momento di contatto e comunicazione con l’altro che richiede prima di tutto un buon contatto con sé stessi.

Quindi, senza entrare in discorsi inerenti difficoltà sessuali specifiche, per fare esperienza nella sessualità l’occasione principale è il contatto con sé stessi e con la propria partecipazione emotiva al tema della sessualità. Fisicamente l’occasione più comoda per conoscere il proprio corpo e chiarire alcuni pensieri inerenti i propri gusti è la masturbazione. Non si tratta esclusivamente di quanto dare spazio alla masturbazione (quantità), ma di come ascoltarsi e porre attenzione a sé stessi durante quel momento intimo (qualità).

Imparare a saperci fare

Sconsiglio di cercare occasioni sessuali solo per “imparare a saperci fare”. Non funzionerebbe e potrebbe esporre a rischi indesiderabili. Quello che funziona con una persona non funziona necessariamente con le altre. Quando si osserva che una o più persone gradiscono un comportamento, potrebbe venire naturale pensare che quel comportamento sia efficace e riproporlo aspettandosi un risultato positivo. Questa considerazione potrebbe indurre in errore. Se una situazione risulta piacevole per due persone non è la naturale conseguenza dell’efficacia di quanto fatto. Piuttosto il risultato dipende dal modo in cui sono coinvolte le persone.

Per capire, si provi ad immaginare di ricevere un piatto della propria pietanza preferita. Successivamente si pensi di ricevere quel piatto nel momento sbagliato, nel modo sbagliato o nella quantità sbagliata. Niente può essere sempre ugualmente piacevole.

Per imparare a “saperci fare” serve imparare a dialogare con l’altra persona e capire cosa ha senso fare.

Approcciare alle novità

Naturalmente capiterà di fare qualcosa che non si è mai fatto prima. In qualche modo, non è possibile considerare che l’unico modo per fare con soddisfazione qualcosa di nuovo debba per forza passare per l’esperienza pregressa. Se così fosse, tutti i primi tentativi dovrebbero essere sgradevoli ed esisterebbero pochi motivi per sperimentare.

Le prime esperienze possono essere piacevoli e desiderabili per entrambi. Perché le novità siano piacevoli serve decidere i propri tempi e condividere efficacemente le proprie opinioni in merito. Quando non è possibile condividere una novità come si vorrebbe, questo è dovuto a una difficoltà emotiva. Non tenerne conto implica un problema relazionale che va oltre il tema sessuale.

Un buon benessere emotivo e una buona capacità di collaborare sono strumenti importanti per il benessere sessuale.

Diffidare delle idee preconfezionate

Approcciare un partner che si ritiene “più esperto” come se si stesse andando ad un esame toglie gran parte della desiderabilità dall’esperienza. Piuttosto che sforzarsi di essere aderenti ad un copione impersonale, è utile cercare di essere sé stessi. Essere gentili, educati e interessati è un buon modo di favorire la conoscenza reciproca.

Porre attenzione all’altro/a è un aspetto centrale della comunicazione romantica, ma non è tutto. Gran parte della sfida riguarda l’avvicinarsi all’altro senza perdere di vista la persona che si desidera essere. E l’obiettivo in cui ci si vuole rispecchiare è importante che sia personale e realistico, invece che impersonale e caricaturale come se si cercasse di imitare qualcun altro.

Approcciarsi in modo ragionevole con presenza e coerenza è un buon modo di far funzionare una conoscenza. È possibile che l’incontro sia soddisfacente, ma non è necessario. L’esito positivo o negativo non è determinato dalla risposta altrui. L’esito peggiore non è quello in cui l’altro si allontana. Ma quello in cui eccedendo nel fingere, sforzarsi o accontentarsi, si finisce per perdere sé stessi. Nel caso in cui si fosse in confusione e non si riuscisse a riconoscersi nel proprio approccio, chiedere aiuto in psicoterapia può essere un buon modo per migliorare.

Spero di esserle stato di aiuto, non esiti a scrivermi per ulteriori dubbi.

Cordiali saluti.

Dr. Valerio Celletti