Lui/Lei provoca il mio desiderio sessuale?


Spesso capita che le persone facciano molta confusione in merito al modo in cui funziona il proprio desiderio sessuale. Infatti è frequente che molti attribuiscano la partner l’origine delle variazioni del proprio desiderio sessuale. Non funziona così. Non è l’altro che provoca il mio desiderio sessuale.


A volte questo meccanismo si traduce nel pensare di non avere desiderio sessuale, perché l’altra persona non è abbastanza attraente. In altri casi, in modo diametralmente opposto, è possibile pensare che il proprio desiderio intenso sia l’inevitabile conseguenza della presenza dell’altra persona, tanto da pensare di non essere liberi di perdere l’altra persona senza perdere anche l’unica fonte di un desiderio sessuale così intenso e piacevole.

Questa prospettiva è presente anche nelle persone che ragionano sul desiderio del proprio partner. È frequente che vedere una persona eccitata per la propria presenza possa portare alla convinzione di essere sessualmente desiderabili. Quindi è pensiero diffuso che la propria desiderabilità possa essere misurata da quanta eccitazione sessuale si riesce a provocare nel proprio partner. Viceversa se il partner non prova desiderio, è altrettanto facile pensare di essere troppo poco attraenti per suscitare una reazione, iniziando quindi a sollevare dubbi e incertezze sulla propria persona.

Come è possibile prevedere dal modo in cui sto introducendo questo argomento, il desiderio sessuale non funziona così.

Il sessuologo risponde #39 – Lui/Lei provoca il mio desiderio sessuale?

Il sessuologo risponde #39 – Lui/Lei provoca il mio desiderio sessuale?

Il desiderio sessuale è un processo mentale

Infatti il desiderio sessuale è un processo mentale conseguente l’interpretazione di un’informazione proveniente dai 5 sensi. Uno stimolo visivo, una sensazione tattile, un suono, un odore o un sapore possono essere gli input che innescano il desiderio sessuale. Ma nessuno stimolo può innescare direttamente una reazione di desiderio sessuale. Tutto è necessariamente filtrato da un processo interpretativo.

Il passaggio con cui la mente valuta gli stimoli per decidere se sono sessualmente eccitanti, è un processo altamente personale. È capitato in diverse occasioni che qualcuno mi dicesse “provo desiderio perché l’altra persona è bella”, e che ricambiasse con stupore la mia risposta che può essere sintetizzata con “questo non mi aiuta a capire meglio i suoi gusti nella sessualità”.

Infatti dire che qualcuno è attraente è un termine sintetico che non spiega molto. Come il voto finale delle pagelle scolastiche, dicono qualcosa, ma non offrono nessuno strumento operativo concreto per capire davvero cosa sia successo e come cambiare le cose.

I gusti sono un’esperienza soggettiva

Spesso le persone usano il concetto di bellezza per descrivere una persona che ritengono mascolina o femminile. Ma per qualcuno può essere femminile, per esempio, un seno prosperoso, mentre per un’altra persona può essere femminile un seno definito e solo leggermente accentuato. Gli esempi possibili sarebbero innumerevoli, ma quello che è importante comprendere è il modo con cui tutto è estremamente, completamente, soggettivo.

Il grado di soggettività non si limita al gusto personale, ma anche al modo in cui la persona si adopera per percepire attivamente e volontariamente con i propri sensi. Anche lo stimolo potenzialmente più eccitante per una persona può perdere tutta la propria carica erotica se non viene approcciato con curiosità ed attenzione.

Lui/lei non provoca il mio desiderio sessuale

Così non avere desiderio sessuale è prodotto dal proprio atteggiamento, non dalla non avvenenza altrui. Avere molto desiderio non è collegato all’unicità dell’altro, ma dal modo in cui si promuovono determinati input che sarebbe possibile favorire anche con altre persone.

Il livello di eccitazione del proprio partner non certifica la propria capacità di eccitare, ma descrive la sua predisposizione per un sano desiderio sessuale. Altrettanto se il partner non è eccitato/a, non è dovuto a una nostra mancanza, ma da una sua carenza nel prendersi cura del proprio desiderio sessuale.

Anche se spesso non ne siamo pienamente consapevoli, tutti siamo protagonisti delle nostre reazioni interne. Imparare a partecipare attivamente ai propri processi interni è la chiave per un maggior benessere, sia benessere emotivo che benessere sessuale.

Dr. Valerio Celletti