Il sessuologo risponde #40 – Scuola e desiderio
Per il 40° appuntamento della rubrica “il sessuologo risponde”, mi scrive una studentessa delle superiori alle prese con i suoi primi contatti con la sessualità. Infatti mi spiega che attualmente, complice anche il ritorno a scuola al termine della didattica a distanza che ha contraddistinto l’ultimo anno e mezzo di una generazione di studenti, questa persona si è trovata a fare i conti con il non riuscire a gestire il proprio desiderio sessuale. Il problema che descrive riguarda alcune qualità che, se mal gestite, possono diventare un problema. È un problema simile alla troppa intelligenza, come succede a quegli studenti annoiati che non riescono a canalizzare le proprie risorse. Mettere in chiaro certi passaggi, spero possa aiutarla a favorire un buon benessere sessuale e sociale.
Per il 40° appuntamento della rubrica “il sessuologo risponde”, mi scrive una studentessa delle superiori alle prese con i suoi primi contatti con la sessualità. Infatti mi spiega che attualmente, complice anche il ritorno a scuola al termine della didattica a distanza che ha contraddistinto l’ultimo anno e mezzo di una generazione di studenti, questa persona si è trovata a fare i conti con il non riuscire a gestire il proprio desiderio sessuale. Le accade di sentirsi frequentemente eccitata e di non riuscire a non masturbarsi. Questo comportamento, applicato al mondo della scuola, crea innumerevoli problemi. Infatti può capitare di sentirsi eccitata durante le lezioni, e di non trovare nessuna soluzione alternativa al chiedere di andare in bagno per dare sfogo al suo impulso di masturbarsi.
Mi scrive quindi per avere un parere e un consiglio su quanto le sta accadendo.
Masturbarsi è un comportamento senza controindicazioni
Quando si vive un’esperienza complicata dove non si capisce bene quanto accade, è naturale chiedersi se quanto sta accadendo sia normale. Il termine “normale” in realtà è una parola estremamente complessa, ma per mettere in ordine quanto spiegatomi, è utile affermare che masturbarsi è un comportamento che rientra pienamente nella normalità. Masturbarsi non ha controindicazioni ed è un comportamento sano che favorisce un piacevole contatto con sé stessi e con il benessere sessuale.
In questo caso, il problema non consiste nel masturbarsi, ma nel non essere in grado di decidere se e quando masturbarsi. Anche qui, questo argomento è opportuno scomporlo in altre due parentesi.
Il fatto che una ragazza abbia molto desiderio sessuale e molto piacere a masturbarsi, sono qualità utili al benessere sessuale. Si tratta di una persona che sa stimolare positivamente il proprio desiderio e che è dotata di una buona sensibilità fisica. Discorso a parte riguarda invece il non saper gestire queste qualità, finendo per viverle come un problema ingestibile che compromette la propria possibilità di stare positivamente a scuola.
È un problema simile alla troppa intelligenza
In questa situazione avere un buon desiderio che non si capisce adeguatamente innesca un meccanismo che può sembrare quasi involontario, ma non lo è. Entro un certo margine, questa difficoltà rappresenta un problema simile alla troppa intelligenza. Essere intelligenti è chiaramente una qualità, ma esserlo più delle altre persone può implicare sfide non banali nella propria gestione emotiva. Infatti essere rapidi nel ragionare può comportare noia e tristezza per la mancanza di stimoli, finendo per creare atteggiamenti e comportamenti controproducenti. Allo stesso modo, avere molto desiderio sessuale e molta eccitazione è positivo, ma sono qualità che è importante imparare a gestire perché non diventino delle zavorre.
In questo caso, è possibile che il problema sia prodotto da una modalità errata di gestire le sensazioni fisiche collegate all’eccitazione, insieme a una gestione inefficace della componente emotiva. Infatti è probabile che durante i momenti di eccitazione in pubblico, la persona che scrive provi vergogna all’idea di poter essere scoperta ed avere comportamenti inopportuni a scuola. Gestire la vergogna, come per tutte le emozioni, è una sfida che nasce nel gestire i pensieri.
Invece è probabile che durante i momenti di eccitazione la studentessa finisca per provare a controllare forzatamente il proprio corpo, finendo per provocare l’effetto opposto.
Gestire efficacemente il corpo e la mente
Per smettere di vivere in modo confusionario questa esperienza sessuale, è utile comprendere meglio come funzioni l’eccitazione sessuale. Una difficoltà equivalente a quella descritta dalla ragazza che mi ha scritto, può accadere naturalmente a molte sue compagne e compagni di scuola. La differenza che contraddistingue l’esperienza dei suoi compagni di classe riguarda principalmente una differenza anatomica. Infatti è naturale che le persone possano avere desiderio sessuale in numerose occasioni, ma altrettanto è utile ricordarsi che per i compagni di scuola la vergogna tende ad essere un ostacolo meccanico per il sesso. Infatti le tensioni muscolari autonome, provenienti spesso dalle emozioni, sono di ostacolo per l’eccitazione e il benessere sessuale. Però al maschile la tensione fisica tende ad essere contemporaneamente controproducente e generalmente poco piacevole. Può innescare l’orgasmo, ma danneggia l’erezione.
Diversamente, il corpo femminile può vivere la tensione muscolare come spiacevole, ma data la conformazione interna dei genitali, la stimolazione muscolare può essere anche piacevole. Quindi è possibile che contrarre il proprio corpo per bloccarlo e soffocare l’eccitazione in un contesto inopportuno sia il comportamento meno efficace che una donna eccitata può mettere in pratica. Per spegnere l’eccitazione sessuale piuttosto può essere utile ascoltare i pensieri che favoriscono il desiderio sessuale, e gestirli in modo maggiormente volontario. Come è possibile che la risposta più efficace alle sensazioni sessualmente piacevoli che prova spontaneamente in un contesto inopportuno non sia contrarre il corpo o le gambe per trattenere qualcosa, ma piuttosto rilassare il corpo anche con l’ausilio di profondi respiri, così da diminuire al minimo la stimolazione dei propri genitali.
Se riesce ad applicarsi nella sfida di comprendere meglio il proprio desiderio ed il modo in cui funziona il proprio corpo nella sessualità, questa situazione diventerà un primo passo piacevole per un approccio positivo ed efficace al proprio benessere sessuale e sociale.