L’orgasmo è misura dell’amore?
Per il 48° appuntamento della rubrica “il sessuologo risponde”, una coppia scrive di come per loro l’orgasmo è diventato misura del loro amore. Questo approccio, unito ad un problema nella gestione dell’ansia, ha compromesso il benessere sessuale della coppia. Proviamo a ragionare insieme sulle alternative.
Buongiorno dottore, le scrivo perché ho visto alcuni sui video su youtube e non so magari può dare una piccola risposta al mio problema.
Ho 28 anni e sono fidanzata da 8 anni con una donna, il sesso tra di noi è sempre andato bene, mi sono sempre sentita disinvolta e a mio agio, presa e passionale. Tra di noi c’è sempre stata molta intesa, e io sono sempre riuscita a raggiungere l’orgasmo.
Abbiamo fin da subito convissuto, quindi questo ha agevolato la nostra intimità, le cose sono iniziate a cambiare quando circa 4 anni e mezzo fa per vari motivi siamo dovute andare a vivere dai miei genitori. Inizialmente non ne abbiamo sentito in peso, poi le cose sono iniziate a cambiare avevamo meno intimità e meno tempo da dedicare a noi. Poi due anni fa per via dell’endometriosi ho iniziato a prendere la pillola e ho iniziato a sentire un piccolo cambiamento, una sorta di calo del desiderio che ho attribuito alla pillola (confermato dalla ginecologa), in più si aggiungevano anche i problemi della convivenza della mia famiglia questo ci ha stressato molto di più. Però nonostante tutto, per quanto fossi a causa di tutto ciò un pochino meno passionale e un po’ più fiacca, riuscivo comunque a raggiungere l’orgasmo.
Il problema più grande arriva quasi un anno fa, la mia compagna mi dice che qualcosa doveva cambiare che forse sarebbe stato il caso di avere rapporti in modo meno organizzato e meccanico io le ho dato ragione, ma quando una sera abbiamo avuto un rapporto la mia testa ha iniziato a pensare al problema esposto dalla mia compagna, ho iniziato a pensare a cose dette tra me e lei in precedenza quindi in quel rapporto non sono riuscita a raggiungere l’orgasmo.
Inizialmente la mia compagna mi ha rassicurata che era tutto a posto, poi mi ha chiesto se fossi ancora presa e innamorata e io le ho detto di sì perché era quello che sentivo. Da lì è andato sempre peggio, ho iniziato a pensare che se non raggiungevo l’orgasmo lei mi avrebbe lasciato e questa paura mi distraeva molto durante i nostri rapporti, quindi non riuscivo più ad avere l’orgasmo.
Ho cercato ogni soluzione, sono anche arrivata a pensare alla pillola, allora sono andata dalla ginecologa e ho fatto un cambio di pillola e lì non so perché la situazione sembra migliorata. Avendo rapporti mi sentivo più passionale e stavo nuovamente riuscendo a provare l’orgasmo. Poi a settembre sono andata all’ospedale per un intervento al naso. Una volta uscita dalla clinica, dopo il mio recupero si è ripresentato il problema.
Ho iniziato ad avere il terrore di farlo… Questo ha creato molti problemi. Sono arrivata a pensare che il sesso non fosse una priorità, che stavo cambiando… di lì i problemi sono diventati sempre più gravi perché sono arrivata a pensare che evidentemente se stavo avendo questi problemi sessuali (nonostante mi capitasse di pensare intimamente a noi due e la cosa mi piaceva) era perché non ero più innamorata.
Il pensiero è diventato martellante. Avendolo detto alla mia compagna, lei giustamente è andata via di casa e tornata a vivere dalla mamma. Io ero combattuta perché una parte di me voleva stare con lei. Una mattina ci siamo viste e abbiamo avuto un rapporto. Mi sono sentita molto presa ed eccitata, ho raggiunto l’orgasmo in pochissimo tempo e sono tornato a vivere con lei, ma da sua mamma dove abbiamo un po’ più di privacy… però non stavo psicologicamente bene.
Sono andata da una psicologa a causa dei miei pensieri ossessivi sulla mia relazione e mi è stata diagnosticata ansia generalizzata e un DOC da relazione. Inizialmente la cosa mi ha tranquillizzata… ora prendo una cura farmacologica e dovrò fare delle sedute. Ma il sesso rimane un problema. Abbiamo avuto rapporti da che vivo qui e in due di questi non sono riuscita ad avere l’orgasmo…
Penso molto quando lo sto facendo. Durante il rapporto mi chiedo se sono eccitata, lubrificata, se sono presa e questo mi distrae molto. In più si aggiungono i pensieri dovuti a quello che ho, doc e ansia. Non so cosa mi stia succedendo, ho dei momenti in cui penso a me e alla mia compagna sessuale e mi eccito, momenti in cui ricerco questi pensieri e l’esitazione non arriva e quindi questo mi preoccupa… ormai non faccio altro che controllare quello che provo ad ogni bacio, carezza, abbraccio… Non capisco cosa abbia perché a me piace il suo corpo, mi piace toccarla e mi piace stare fisicamente con lei, mi piacerebbe l’idea di ritrovare un’intimità normale.
Ora le spiego il momento preciso in cui sono entrata in panico…. per ben due volte io e la mia compagna abbiamo parlato di non avere rapporti in modo meccanico e di farlo in modo meccanico. Inizialmente credevo di averla presa bene, ma nel momento preciso in cui abbiamo avuto un rapporto ho iniziato a pensare ai discorsi fatti. Ho iniziato a pensare al fatto che ci fossero problemi… quindi mi sono bloccata e non sono riuscita a raggiungere l’orgasmo e inizialmente, per sfogo, ho pianto. Le successive volte ha iniziato a prendermi l’ansia perché pensavo che le successive volte non sarei venuta, che mi sarei distratta e che per questo la mia compagna mi avrebbe lasciata… la paura è diventata sembra più forte, quindi mi sento bloccata e come se da quella volta fossi cambiata… come se in parte mi fosse passata la voglia di avere rapporti. Poi mi agito molto quando vedo che non provo determinate cose… così inizio a controllarmi ed è sempre peggio. Poi sono combattuta perché invece vorrei lasciarmi andare ecc… ma è come se non ci riuscissi.
Anche perché scordavo di dirle che sono divisa in due. Da una parte sento un calo nel volerlo fare, dall’altra vorrei farlo e ritrovare la normalità. Cosa posso fare? Cosa mi sta succedendo? La mia compagna crede che in parte non la ami più e non la desideri più, per me non è così.
L’orgasmo è misura dell’amore?
Gentile lettrice, è difficile riassumere cosa stia succedendo in una situazione complessa sviluppatasi in 8 anni, tra alti e bassi e vari cambiamenti come quelli che ha descritto. Ma basandomi solo su quanto mi ha riassunto, suggerirei che forse un problema può risiedere proprio nel modo in cui state (entrambe) caricando l’orgasmo di un peso relazionale che rischia di affossarlo.
È una promessa o una minaccia?
Infatti mi sembra di capire che in coppia l’orgasmo è diventato rappresentativo del sentimento reciproco. Riassumibile in: “se mi ami, allora raggiungi l’orgasmo con me, altrimenti non mi ami abbastanza”. Non è del tutto chiaro se questo pensiero sia una promessa o una minaccia.
Questo approccio, motivo della prima rottura nella relazione ed attualmente condiviso da entrambe quando è convinta che “devo provare l’orgasmo altrimenti lei mi lascerà”, è un approccio fondamentalmente controproducente.
È comprensibile e condivisibile desiderare e lavorare perché entrambe viviate il sesso nel modo più piacevole possibile, ma un conto è:
a) desidero che la mia partner riesca a raggiungere l’orgasmo perché così può provare più piacere ed essere più felice.
mentre è completamente diverso sostenere che:
b) desidero che la mia partner abbia l’orgasmo per avere conferme di quello che lei prova per me e perché questo dimostra quanto io sia una brava amante.
Quali sono i valori alla base della coppia?
Forse, prima di fermarsi meglio a ragionare su cosa funzioni meglio per il suo orgasmo, su come vivere meglio il sesso in coppia, e su cosa provate l’una per l’altra, è utile soffermarvi sul cercare una prospettiva costruttiva in cui provare ad essere reciprocamente più leali e lavorare sulla fiducia. Nella relazione di coppia generalmente si fa riferimento alla lealtà come “avere a cuore quello che è importante per l’altra persona”, mentre per fiducia si intende “non aver bisogno di dimostrazioni su tutto, ma saper credere nell’opzione più favorevole, anche se si hanno dei dubbi.”
Quindi partirei dal suggerirvi di fermarvi e parlare meglio del suo orgasmo, spogliandolo della responsabilità di dimostrare quanto vi amate e portandolo, invece, ad essere più semplicemente un momento piacevole che è bello condividere insieme. Se servono conferme sul sentimento, cercate di capirne il perché e lavorate su questo problema di fiducia fuori dal sesso, nel quotidiano.
Il sesso e la sessualità sono importanti, ma a volte è possibile che si inneschino alcuni meccanismi che portino a dimenticare, almeno temporaneamente, quali sono i valori alla base della vostra relazione. Non si tratta di inventarsi nulla, ma di ribadire e riordinare i valori su cui fondate la vostra relazione. Si tratta solo del sesso, o si tratta anche del sesso? Nel primo caso, allora vale la pena condizionare tutto alla sessualità. Nel secondo caso, allora vale la pena di ragionare sulla sessualità in modo serio ed ordinato, ma senza vivere come catastrofico ogni singolo problema sessuale. Non si tratta di cambiare opinioni, ma di modularle in modo coerente e utile.
Partecipare è meglio di controllare
Come è stato fatto notare da altri colleghi, probabilmente esiste una componente ansiosa ed ossessiva del modo in cui sta capitando di ragionare sulla relazione di coppia. Infatti parlare di disturbo ossessivo compulsivo da relazione significa porre l’accento sulla modalità rigida ed emotivamente inefficace con cui capita di provare a controllare pensieri ed emozioni finendo per innescare reazioni controproducenti.
Da quanto descrive è successa una cosa abbastanza comprensibile e frequente, ma controproducente. Cioè parlare di sessualità e del modo in cui stavate vivendo il sesso in modo meccanico ha sollevato il problema, ma ha peggiorato le cose. Questa cosa può succedere abbastanza spesso quando si parla di alcuni argomenti aprendo delle parentesi senza chiuderle in alcun modo o senza decidere come affrontare insieme il problema sollevato. E, quando succede, questa cosa finisce per essere distruttiva perché può comportare l’idea che parlare delle cose possa sembrare non utile o dannoso. Invece parlare è fondamentale e utile, solo va fatto in modo costruttivo.
Per questo certi argomenti a volte può essere utile trattarli in psicoterapia, anche in una singola seduta di coppia, perché, per quanto possibile, c’è un professionista che prova a dare alcune indicazioni su come trattare certi argomenti indirizzando la conversazione o suggerendo verso quale direzione trovare la vostra possibile soluzione. Poi ogni coppia decide quali soluzioni sono le più adatte per sé stessa e per i propri valori, ma avere un’indicazione su dove concentrare i propri sforzi può cambiare completamente l’esito di una conversazione.
Ansia e desiderio
Da quanto scrive, pensare alle difficoltà sessuali l’ha mandata in ansia e, da quell’episodio, è iniziato un loop che l’ha mandata in confusione. Serve, per quanto possibile, imparare a gestire in modo più efficace l’ansia, gestendo i pensieri che la producono.
Pensare a “quanto potrebbe andare male” “quanto è probabile lasciarsi” “quanto non sento abbastanza” tendono a non essere pensieri particolarmente eccitanti da un punto di vista sessuale. Fare pensieri non desiderabili è il modo peggiore per favorire la propria eccitazione sessuale. E senza eccitazione sessuale diventa difficile vivere il piacere e l’orgasmo. Capire il proprio approccio, gestire efficacemente la propria emozione e conoscere e promuovere i propri gusti sessuali è la strada per migliorare il benessere sessuale attuale. Lavorare sulla comunicazione di coppia e sulle fondamenta della vostra relazione è un passaggio fondamentale per risolvere i fraintendimenti attuali che appesantiscono il sesso.
Per quanto possibile, potrebbe essere utile iniziare a pensare che il sesso non è un problema da risolvere, ma un’esperienza da vivere e coltivare con uno spirito completamente diverso da quello attuale. Non costituisce le fondamenta su cui poggia tutta la vostra relazione; un banco di prova terribilmente stressante e faticoso. Piuttosto è utile spogliare il sesso da tutte le responsabilità che gli sono state attribuite negli anni, per provare a riscoprire una sessualità più leggera, divertente e piacevole che sappia davvero esprimere la vitalità che portate nella vostra relazione.
Il sesso non descrive il vostro rapporto con l’altra persona, ma il vostro rapporto con voi stesse, che scegliete di condividere con una persona che amate. Comunicare e collaborare aiuta, ma tutto parte da dentro e richiede di esprimere oltre che di ascoltare.
Spero di esservi stato di aiuto, provi ad ascoltare il video di risposta e non esiti a contattarmi per ulteriori dubbi.
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