Riassunto
La persona che scrive “sono gay e vorrei riuscire a far sesso con una donna” sta pianificando una truffa, e probabilmente la considera la sua unica possibilità. Esistono alternative che non riesce ancora ad immaginare.
Sono gay e vorrei riuscire a far sesso con una donna
Alcune domande sono più complicate di altre. In questo caso è stato difficile riuscire a rispondere in modo onesto, trasparente e spero utile a una domanda che coinvolge problemi etici importanti. La persona che scrive “sono gay e vorrei riuscire a far sesso con una donna” sta pianificando una truffa, e probabilmente la considera la sua unica possibilità. Esistono alternative che non riesce ancora ad immaginare.
Il sessuologo risponde 54
Questa domanda nasce da una breve conversazione su Instagram che non riporto in modo completo per tutelare la privacy del diretto interessato. Provo a riassumere il senso della conversazione.
Sono un ragazzo di 34 anni e sono gay, ma non vorrei esserlo e vorrei tanto essere etero. Vorrei avere una donna e soprattutto un figlio.
- Risposta sul tema dell’accettazione
Io non desidero stare con un uomo, perché desidero una famiglia e un figlio. So di avere desiderio sessuale per l’uomo e non per le donne ed ho avuto rapporti molto limitati con uomini. Dopo solitamente me ne pento subito e smetto per molto tempo. È complicato, come la mia vita.
- Suggerimento di lavorare sui propri obiettivi di vita in modo più ampio
La mia vita è condizionata dal sapere che non potrò mai avere la cosa che più desidero. Sono uscito con delle ragazze, riuscendo ad avere un’erezione. Poi nel momento di… perdevo il desiderio anche per la troppa ansia. Invece con gli uomini non mi viene perché sono più tranquillo. Vorrei riuscire a far sesso con una donna per poter avere una famiglia e dei figli.
Risposta di Valerio Celletti
In questo confronto su Instagram ho ricevuto una richiesta a cui purtroppo ho dovuto rispondere negativamente. Infatti, come professionisti della salute è opportuno scegliere le richieste in cui è possibile lavorare per la promozione della salute e del benessere, evitando di lavorare nel perseguire obiettivi che includono problemi deontologici.
Non tutti hanno confidenza con la deontologia, quindi può essere opportuno spiegare brevemente in cosa consiste.
Cos’è la deontologia professionale?
La deontologia è lo “studio del dovere” e contrappone l’idea di come si dovrebbe essere secondo principi etici ed astratti, con il come, nella pratica, è davvero possibile comportarsi nella complessità delle esigenze del mondo reale.
Quasi tutte le professioni intellettuali hanno un codice deontologico che le aiuta a realizzare correttamente il proprio lavoro. Per gli psicologi, per esempio, è possibile consultare il codice deontologico italiano a questo link.
È frequente che il codice deontologico venga citato come fosse un elenco di regole e divieti, ma non è così. La deontologia è un’indicazione attiva a lavorare nel modo migliore possibile. Un lavoro deontologicamente corretto è un buon lavoro.
Quando accade che un lavoro contenga degli impedimenti deontologici è opportuno spiegare all’utenza in cosa consistono. Infatti, un semplice “no perché è vietato” rischia di passare un messaggio sbagliato. Non sono le regole ad impedire un lavoro altrimenti desiderabile. Piuttosto sono le regole a permetterci di riconoscere in anticipo un lavoro che condurrebbe a risultati indesiderabili.
Quindi provare a spiegare, almeno brevemente, il motivo del rifiuto al servizio è un buon modo per offrire comunque un servizio a qualcuno che sta facendo una domanda problematica. Questo si ricollega all’affermazione sempre vera del “non esistono domande sbagliate”. Anche in questo caso è così. Però esistono domande a cui è opportuno rispondere di no.
Perché non è deontologico accettare la richiesta del “vorrei essere eterosessuale”?
L’orientamento sessuale è una caratteristica tendenzialmente stabile. Esiste un margine di fluidità negli orientamenti sessuali, ma in generale le persone tendono a riconoscersi nello stesso orientamento sessuale per tutta la vita. Quando esistono dei cambiamenti, sia in fatto di personalità, sia in altri ambiti introspettivi, tendenzialmente i cambiamenti accadono sempre in modo additivo. Si ampliano, si sovrappongono, ma non si cancellano mai.
In passato alcune persone hanno provato a lavorare sulla modifica degli orientamenti sessuali teorizzando quelle che sono state generalmente etichettate come le terapie di conversione. Questi percorsi terapeutici hanno numerosi problemi deontologici e sono generalmente considerati in modo negativo.
Lavorare bene significa lavorare avendo una ragionevole convinzione che il proprio lavoro possa sortire l’effetto desiderato. Questo è un principio deontologico che può sembrare banale se applicato ad altre professioni. Un falegname probabilmente non verrebbe pagato se costruisse una sedia che si rompe al primo uso. Diversamente molti servizi intellettuali offrono risultati difficili da misurare nell’immediato. Ad oggi non esiste una motivazione valida per ritenere che una terapia di conversione potrebbe modificare l’orientamento sessuale di un partecipante. E chi eroga il servizio ne è consapevole. Di conseguenza, il “professionista” che eroga una terapia di conversione sta truffando i suoi utenti, sia che si faccia pagare, sia che chieda solo una libera offerta, sia che offra un servizio gratuito.
Gli effetti iatrogeni delle terapie di conversione
Oltre a truffare consapevolmente l’utenza, le terapie di conversione hanno effetti iatrogeni. Iatrogeno significa che qualcosa, invece che curare, finisce per danneggiare le persone. Per fare questo le persone che hanno sostenuto in passato le terapie di conversione hanno violato il principio deontologico del consenso informato offrendo informazioni false.
È capitato che alcuni gruppi offrissero false testimonianze su conversioni riuscite, giustificate con l’idea che “anche se non è vero, potrebbero essere di aiuto a qualcuno per motivarsi e riuscire dove noi non siamo riusciti”. Questo pensiero è terribilmente problematico. Perché partendo con l’idea di motivare qualcuno con una bugia si finisce per sviare innumerevoli persone dal vivere piacevolmente e serenamente la propria vita. Le persone che si sono fidate delle false testimonianze hanno perso (e perdono ancora oggi) anni perseguendo obiettivi irragionevoli. La vita ha una durata limitata.
L’unica prospettiva che può giustificare un simile comportamento consiste nell’idea che “soffrire in vita sia un buon modo per espiare ed essere sereni nell’aldilà”. Idea che sottende una visione spirituale dell’esistenza e che non rispetta a sufficienza la vita nell’aldiquà.
Trascorrere la vita a odiare sé stessi per ragioni discutibili è un effetto iatrogeno gravissimo.
È possibile fare sesso senza desiderio sessuale?
Il desiderio sessuale è una componente necessaria per la risposta sessuale. Però spesso esiste confusione in merito al come funzioni il desiderio sessuale. Infatti, il desiderio sessuale spesso è associato ad una modalità relazionale ed interattiva in cui “una certa persona, situazione, altro mi provoca desiderio sessuale”. Questa semplificazione contiene degli errori formali.
Il desiderio sessuale non è mai prodotto da qualcuno o qualcosa. Piuttosto il desiderio sessuale è il prodotto di una modalità con cui la mente valuta sessualmente desiderabile un contenuto coerente con i propri gusti. Può essere un’esperienza sensoriale, può essere un pensiero, può essere un’emozione, può essere l’idea di una situazione o di un’esperienza relazionale. Tutti hanno gusti diversi.
Questo aspetto formale diventa evidente nelle difficoltà come il desiderio sessuale ipoattivo o il desiderio e l’eccitazione ipoattivi. Esplorando e comprendendo il desiderio, questi sono recuperabili in modo agile e non sempre prevedibile.
Spesso si fraintende la propria mancanza di desiderio pensando che vada cercata necessariamente nel riscoprire il proprio desiderio sessuale verso il partner. Ma quella è solo una possibilità. Spesso le coppie che vengono definite passionali hanno una relazionalità discutibile. Alcune coppie tendono a far molto sesso dopo litigi, tradimenti o momenti di crisi, ma questo non accade perché hanno riscoperto la loro relazionalità. Anzi. Molte coppie passionali tendono ad essere poco intime e molto formali. L’intimità e l’essere in una relazione di coppia è complicato.
Il desiderio sessuale nei professionisti del sesso
Chi lavora con il sesso è frequente che abbia necessità di innescare processi sessuali senza elementi relazionali specifici. I/Le sex workers, sia nel settore della prostituzione che nella filmografia, possono avere rapporti sessuali con chiunque senza che necessariamente i/le partner siano di loro gusto.
In modo leggero spesso queste professioni vengono percepite da chi non ci lavora come un’occasione per fare sesso con frequenza e divertirsi molto, ma non è sempre così. Spesso sono lavori usuranti in cui serve avere la competenza per eseguire una prestazione sessuale in contesti non graditi. Per ottenere tale risultato, i professionisti del sesso spesso usano modalità interne di innescare il proprio desiderio sessuale che permettono una versatilità altrimenti complessa da costruire nell’interazione con l’esterno. È un lavoro.
È possibile aiutare professionalmente un/a sex worker?
Quando un sex worker chiede aiuto in sessuologia per avere una prestazione sessuale senza desiderio sessuale fa una richiesta deontologicamente accettabile? Si. In questo caso la persona chiede un servizio di sex coaching in cui ragionare in modo personale ed efficace sul proprio rapporto con la sessualità per essere più consapevole e prestante nella sua attività professionale.
Data la complessità delle realtà che coinvolgono i sex worker, è probabile che potrebbero emergere elementi professionali su cui ragionare in termini di vantaggi e svantaggi. Altrettanto è frequente che emergano riflessioni in merito al fatto che non tutte le modalità utilizzabili sono ugualmente rispettose della propria persona e che alcune presentino dei limiti di cui è utile essere consapevoli per prevenire o limitare possibili conseguenze sulla propria salute mentale. Però in presenza di libertà civile, di libertà di scelta e di consenso informato con i partner sessuali, può essere una buona terapia.
La persona che mi ha contattato ha formulato una richiesta diversa.
È possibile aiutare una persona gay a far sesso con una donna per avere un figlio?
Ad un primo livello di interpretazione, la domanda ricevuta potrebbe essere simile a quella di un sex worker che volesse lavorare con donne. Quindi tecnicamente questa richiesta potrebbe essere almeno parzialmente accoglibile. Nella pratica, e qui ci aiuta la deontologia che lavora sul rapporto tra teoria e pratica, la richiesta è inaccettabile.
Non è ragionevole pensare che la persona che mi contatta desideri condividere liberamente un rapporto sessuale con una donna informata e consapevole delle sue intenzioni. Se così fosse, il problema sarebbe facilmente aggirabile facendo riferimento ai servizi di procreazione medica assistita o procedendo a tentativi di inseminazione indiretta che non richiedono un rapporto sessuale. Qui, invece, la richiesta contiene un sottointeso.
“Potrebbe aiutarmi ad avere un comportamento sessualmente eterosessuale per sedurre una donna, così che lei, inconsapevole del mio reale gusto sessuale e disinteresse sessuale nei suoi confronti, possa credere di essere desiderata da me e possa accettare di avere dei figli insieme per permettermi di sentirmi parte di una famiglia con cui tramandare il mio corredo genetico alle generazioni future?”. Non è la stessa domanda.
Chiedere aiuto è diverso da pianificare una truffa
Voler fingere di essere la persona che non si è per ottenere un vantaggio personale alle spalle delle altre persone coinvolte, equivale a pianificare una truffa. La psicoterapia ed il benessere psicologico non sono solo ad uso esclusivo delle persone oneste, ma è opportuno che gli obiettivi di una psicoterapia siano orientati ad un certo grado di onestà e non prevedano di rendere lo psicologo complice di un comportamento disonesto ai danni di una terza persona.
Questo non significa che nel mondo non accadano situazioni di questo tipo. Il mondo è un luogo ampio e complesso. Ma come non si va all’ufficio di collocamento per chiedere aiuto a pianificare una rapina, allo stesso modo lo studio di psicoterapia e sessuologia non è un contesto in cui apprendere come fingersi diversi per truffare il proprio partner.
Aiutare senza giudicare è complesso
Chiedere aiuto è un buon modo per migliorare la propria condizione. Se viene dato un suggerimento, anche non fosse quello che desideriamo, non è mia intenzione farlo con ostilità. Cercare di non essere giudicante è difficile, ma è uno sforzo che, nei limiti delle mie capacità, provo a sostenere.
In questo caso imparare ad accettare sé stesso potrebbe davvero dare una svolta esistenziale fondamentale. Come è possibile che imparare a non ossessionarsi su alcuni desideri e ragionare in modo più ampio e strategico sulla propria vita possa essere un obiettivo di primaria importanza.
Forse la persona che mi ha scritto non avrà figli. Ma questo non accadrà perché non può truffare una donna. È possibile che insorgano problemi alla fertilità suoi o altrui e possa servire ragionare su altri obiettivi di vita validi. È possibile che non riuscirà mai ad avere la mentalità adatta a saper apprezzare le gioie enormi dell’adozione. Forse non riuscirà a creare rapporti sociali sufficientemente significativi perché convinto di essere in guerra con un mondo che lo ha deluso fin troppe volte. O forse riuscirà nel suo piano e contribuirà a danneggiare la vita di una donna che non ha fatto nulla per meritarsi di essere truffata.
Posso soltanto sperare che accetti il mio suggerimento e che, tra tutte le alternative a disposizione, scelga di dedicare la propria vita ad impegnarsi per obiettivi onesti e ne possa trarre le felicità e le soddisfazioni che oggi non riesce neanche ad immaginare.
Il sessuologo risponde #54 – Sono gay e vorrei riuscire a far sesso con una donna