Riassunto
Il sessuologo risponde #56
Dal calo del desiderio alla depressione
Mi scrive una persona in difficoltà per un calo del desiderio sessuale che lo sta portando alla depressione, ma forse non sta riuscendo a definire il problema in modo efficace.

Il sessuologo risponde #56
Salve dottore, le scrivo perché ho un problema di mancanza di desiderio che mi sta sconvolgendo la vita.
Mi sono separato ad agosto in maniera non tanto semplice. Dopo aver superato più o meno il tutto, ho conosciuto una ragazza che mi ha subito colpito. Dopo un po’ di tempo ci mettiamo insieme. Io sono felice e la vedo come la donna della mia vita, però il problema è che non riesco a fare sesso con questa ragazza.
Mi sento addosso troppa ansia e il mio desiderio è sotto ai tacchi. Mi sento malissimo. Ho paura di mandare a monte una storia che aspettavo da tempo con una ragazza così. Mi sento troppe responsabilità addosso visto i suoi problemi a casa visto che è sposata ma non ha rapporti col marito da anni. Io mi sono innamorato e non capisco perché di questa situazione.
Da premettere che ho solo avuto una donna nella mia vita e la voglia di averne un’altra era tanta. Non capisco, forse il fatto che mi sono subito innamorato ha inibito la mia libido, o forse sono convinto che mi piace ma non mi piace. Ho provato con lei un paio di volte ed è andata male. La terza volta ho preso pure il Cialis ma niente da fare. Il mio desiderio è andato a farsi benedire.
la prego mi dica cosa fare. Sento il mio desiderio bloccato. Non riesco nemmeno a masturbarmi e sto entrando in depressione.
Cordiali saluti
Risposta di Valerio Celletti
Gentile lettore, la ringrazio per aver scelto di condividere con me il suo problema. In questo momento mi scrive di una difficoltà di desiderio sessuale, ma forse è possibile stia facendo in parte confusione. Provo a valutare le due possibilità.
Definire meglio il problema
1) Non ha desiderio sessuale per questa ragazza, possibile, ma in quel caso significherebbe che non desidera in generale questa persona o che ci sono situazioni in cui per motivi chiari e riconoscibili questa persona non le risulta sessualmente desiderabile.
Oppure, 2), desidera avere rapporti sessuali con questa persona ma quando siete nell’intimità la troppa ansia provoca un problema di disfunzione erettile nonostante il desiderio sessuale.
So che può suonare una questione di soli termini, ma è importante. Uno è un possibile problema di desiderio sessuale ipoattivo. L’altro è un possibile problema di disfunzione erettile. Per come ne scrive, sembra più probabile la seconda opzione.
La disfunzione erettile non è conseguenza di un calo di desiderio. In alcuni casi può essere causato da un problema organico (ed in quei casi il problema è stabile, sia in coppia che da solo), ma più sovente è causato da problemi psicologici. Nello specifico, l’ansia e la paura sono le emozioni che più facilmente possono danneggiare un rapporto sessuale altrimenti piacevole.
Non si tratta di non avere emozioni, ma di partecipare alla loro gestione
Non esiste un modo unico per lavorare sull’ansia, serve imparare a capirla e gestirla più efficacemente. Ma per non salutarla con un semplice “serve lavoraci in psicoterapia”, cosa che probabilmente serve, provo a scriverle un suggerimento.
La sua ansia si presenta in un momento molto specifico. In quella situazione accade che lei fa pensieri molto vividi su alcuni argomenti. Ha davanti a sé una donna che fino a poco prima risultava sessualmente desiderabile ed inizia, invece, a pensare a questioni diverse. Alla sua ex moglie. Ai problemi familiari della persona che ha davanti. Alla propria inesperienza sessuale. Alle proprie responsabilità nei confronti dell’altra persona. A tante cose. Troppe.
L’ansia è un’emozione, e tutte le emozioni sono conseguenza del nostro modo di pensare. Che la sua mente le suggerisca questi (ed altri) pensieri è naturale ed inevitabile. Quello che non va bene è che lei viva con passività questo flusso di pensieri, lasciandosi portare alla deriva senza ricordare a sé stesso cosa stava facendo e perché. È tanto in balia dei pensieri da arrivare, forse, a fraintendere tra eccitazione corporea e desiderio sessuale. Non sono la stessa cosa.
Usare le proprie competenze
Quindi serve lavorare sul proprio modo di stare a contatto con i propri pensieri, e sul modo con cui risponde ai propri pensieri. Nella vita, a prescindere da questo momento specifico, cosa si dice quando è ostacolato da un pensiero che le provoca paura? Quando affronta i problemi, quali strategie utilizza? Quando ha affrontato la separazione, quale/i approcci ha utilizzato? Inizi a guardare in modo più ordinato e metodico quali sono i punti di forza che l’hanno già aiutata ad affrontare altre crisi in passato.
Perché qui ho il dubbio che non stia riuscendo ad usare quello che di solito funziona per lei. Parta da quello, e dal capire come mai eventualmente questa volta non funziona. Probabilmente non funzioneranno tutte le solite soluzioni, ma qualcuna andrà meglio e altre peggio. Forse al momento non sta riuscendo ad affrontare il problema anche perché non lo ha capito. Il problema non è il pene, né il desiderio, il problema è il modo con cui risponde ai pensieri ansiosi. Parta da lì.
Comunque, lavorarci in psicoterapia può essere una buona idea, si tratti di lavorarci con me o con uno dei molti colleghi disponibili.
Dal calo del desiderio alla depressione
Nella sua domanda mi ha particolarmente colpito il riferimento alla depressione. In effetti, vivere in modo inefficace una difficoltà sessuale può avere effetti a cascata sulla relazione di coppia, sul rapporto con il mondo, con sé stessi e produrre una serie di pensieri che possono portare ad un vissuto depressivo. È un rischio da valutare e da prevenire.
Scontrarsi con una difficoltà non induce depressione. Tutte le difficoltà possono essere frustranti e dolorose, ma non deprimenti. La depressione è un problema emotivo che si innesca quando si inizia a credere in idee dolorose di sé stessi. Pensare di avere un problema sessuale non è deprimente. Pensare di essere rotto, incompatibile con una relazione di coppia, impossibilitato a vivere come si vorrebbe e diverso dagli altri, sono pensieri deprimenti. Ma non sono chiaramente la stessa cosa.
È naturale trarre alcune conclusioni quando si ha difficoltà a leggere efficacemente il problema in cui si è coinvolto. Succede a me, quindi sarà conseguenza di come sono fatto. Non funziona così. I problemi emotivi non sono conseguenza della nostra natura, ma delle nostre abitudini di pensiero. Non è come è fatto il suo cervello, ma come lo usa. Quando si parla di difficoltà psicologiche, imparare a coltivare in modo sano il rapporto con la propria mente fa tutta la differenza che cerca.
Spero di esserle stato di aiuto, non esiti a scrivermi per chiarimenti o ulteriori dubbi.
Scaletta del video – Dal calo del desiderio alla depressione