Riassunto

Il sessuologo risponde #64 È stata tutta una copertura?

È stata tutta una copertura?

Per il 64° appuntamento della rubrica “il sessuologo risponde”, mi scrive una donna che si sta interrogando nel tentativo di capire se la sua lunga relazione di coppia è stata tutta una copertura per la vita segreta del marito.

Non mi è possibile affermare con certezza una verità inconfutabile; ma ho provato a suggerire alcune ipotesi e informazioni che credo portino ad una prospettiva ragionevolmente convincente.

È stata tutta una copertura? Il sessuologo risponde#64 Valerio Celletti

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Il sessuologo risponde #64

Buongiorno dott. Celletti, la seguo con piacere sul canale YouTube, trovo i suoi video molto interessanti e tante volte ho provato conforto nelle sue spiegazioni sempre chiare, sintetiche ed esaurienti.

Le chiedo aiuto per una situazione che sto vivendo.

Ho xxx anni, vivo a xxx, non ho mai avuto rapporti sessuali frequenti con mio marito, già dal primo giorno di matrimonio. Ho avuto una figlia con la procreazione medico assistita, visto che la mia età avanzava e non avendo rapporti sessuali frequenti ma molto diradati nel tempo le mie possibilità di rimanere incinta erano quasi nulle.  Ero desiderosa di diventare madre e quindi ho cercato aiuto.

Scopro la sua vita segreta

Circa 9 mesi fa scopro per caso che, mio marito partecipa a “sessioni” con mistress e master, riveste la posizione di slave da tanti anni, e penso negli ultimi due anni, si traveste con calze a rete e parrucca, si fotografa e manda le sue foto abbigliato di tutto punto e in posizioni sexy, di cui vedo va molto orgoglioso, nei siti di incontri on line, cercando compagni maschili occasionali. Ad uno di questi addirittura scriveva che gli sarebbe piaciuto avere incontri frequenti. Scrive a tutti che è una travestita in privato solo passiva e che agli incontri si presenterà travestita come nelle foto e che ha tanti body e toys. Capisco anche che paga tutti.

Nel frattempo si vedeva con una donna, la quale gli inviava foto di parti intime e con biancheria molto provocante, a lui piaceva molto ricevere queste foto. A quanto mi ha detto lui, con lei non avrebbe avuto alcun rapporto sessuale, ma l’aiutava solo economicamente a pagare dei debiti.

Scopro anche che riceveva a casa nostra quando ero a lavoro, oppure affittava B &B, o alberghi o appartamenti giornalieri.

Insomma una situazione devastante che ha minato la mia salute mentale. Prendo attualmente antidepressivi. Mi dice che è impotente.

La terapia di coppia

Andiamo da un terapista di coppia, quando ancora non conoscevo tutta la verità, (sapevo solo della donna a cui pagava i debiti) ma non ci ha voluto seguire come coppia, ma solo individualmente. (il tutto detto con parole gentili, forse per non farci rimanere male). Lui si fa seguire solo un paio di mesi e poi interrompe.

Anche io ho diminuito gli incontri con il mio terapista, penso di stare un po’ meglio adesso.

Ho chiesto la separazione. Viviamo in case separate, io continuo ad abitare nella solita casa con mia figlia. Penso che non mi abbia mai amato, mi ha solo usato per fregiarsi dell’appellativo di sposato e questo mi umilia, perché io gli ho voluto veramente bene.

Il mio ex non sta tanto bene, è sempre depresso, viene sempre a casa, dice che è cambiato, che vuole riconquistarmi, e che non riesce ad aprirsi, che le parole non gli escono dalla bocca. Insomma, si vergogna a parlarne con me. Siamo, a tutt’oggi in buoni rapporti, per via di nostra figlia e assolviamo alla nostra funzione genitoriale con molta flessibilità. Anche se sinceramente sarebbe meglio per me non vederlo più.

I dubbi

Ma le scrivevo per darmi un po’ di pace, non riesco a capire che cosa gli è successo, non capisco se gli piacciono gli uomini o donne, se è sempre stato gay e mi ha sposato anche se sapeva delle sue disfunzioni sessuali, forse per darsi lo stato di sposato e non destare sospetti, se è bisessuale, insomma vorrei almeno saperne un po’ di più visto che solo piange e sospira e non parla mai di questi argomenti, mi dice che si vergogna ed esce dalla stanza. Ho timore che diventi senza speranza, depresso, che si lasci andare, che vada con compagni occasionali trovati nei siti on line, con il rischio di malattie veneree e perdita di soldi considerevole. Che fine farà? Penso soprattutto alla sua salute mentale. Attualmente ha un sacco di debiti.

Lei mi chiederà: come mai sono rimasta in questa relazione visto che non avevamo alcun rapporto sessuale da anni? Perché ho sempre pensato che non era un tipo focoso sessualmente, pensavo che era una persona con l’istinto sessuale un po’ appiattito, e poi sono stata educata a cercare di fare di tutto per tenere la famiglia unita e ad assumere questo atteggiamento di rassegnazione nei confronti del destino. Non era mai il momento giusto per lasciarlo, per la malattia del padre, poi della madre, poi le malattie dei miei genitori, debiti, le sue malattie, il lavoro, poi la lunga corsa alla PMA ed infine il mio tumore……….. insomma sono passati 20 anni.

Chiedere aiuto

Se lei lo vedesse fisicamente, è un tipo così insignificante, se entrasse in una stanza non lo noterebbe nessuno. Ha un tipo silenzioso e introverso, ma un ottimo professionista sul suo lavoro.

Da premettere che non ho raccontato a nessuno di questa storia, per mio pudore, non voglio metterlo in ridicolo, è sempre il padre di mia figlia e quando non ha le calze a rete è un bravo papà, per non parlare del chiacchiericcio tra i nostri amici, parenti, e tutta la nostra rete di conoscenza. Devo proteggere mia figlia, la quale deve avere sempre integra la figura del padre.

Chiudo: non so come mai le ho scritto questa email. Non sto tanto bene, mi alzo sempre con dei brutti pensieri. Ma prima stavo peggio.

Forse per il fatto di non poter parlare con nessuno di questa storia, ho provato sollievo nello scriverle.

Oramai questa email è scritta e quindi gliela spedisco.

Continuerò a seguirla su YouTube.

GRAZIE.

Risposta di Valerio Celletti

Gentile lettrice, grazie per aver scelto di condividere con me i suoi dubbi su quanto successo nel suo matrimonio.

Dato che nella sua domanda emergono molti argomenti, proverò a rispondere ai principali nel tentativo di promuovere più chiarezza. Mi soffermerò su come funzionano alcuni meccanismi del travestitismo (o anche più correttamente detto cross-dressing), cercando di offrire alcune indicazioni utili a capire meglio il gusto delle persone che desiderano travestirsi nella sessualità.

Per quanto non mi sia possibile sapere quale sia il punto di vista del suo ex marito (a cui mi riferirò come “suo marito” per semplicità) in merito alle motivazioni che hanno sorretto la vostra relazione, proverò a formulare un’ipotesi argomentandola il più possibile con una lettura delle informazioni a mia disposizione.

Inoltre, credo sia utile provare a spendere alcune parole sul processo che, partendo dagli eventi emersi, ha favorito la sua sofferenza emotiva che l’ha coinvolta nel corso dell’ultimo anno.

Riassunto in breve

Riassumendo in breve il suo racconto, nel corso dell’ultimo anno ha scoperto che suo marito era solito travestirsi di nascosto utilizzando calze e parrucca per impersonare un ruolo femminile e avere rapporti sessuali con partner di sesso maschile. Questa scoperta è stata conseguente una prima scoperta in cui era venuta a conoscenza della sua abitudine di acquistare del materiale pornografico esclusivo da una donna con cui intratteneva un rapporto esclusivamente virtuale.

In tutte queste occasioni suo marito era solito spendere denaro al di là delle proprie possibilità, arrivando a contrarre debiti che hanno danneggiato anche la solidità finanziaria della famiglia.

Tutto questo è emerso dopo una relazione di oltre 20 anni durante i quali non siete mai riusciti a coltivare una vita sessualmente soddisfacente. Erano presenti alcuni rapporti sessuali, ma erano così diluiti nel tempo da non poter essere considerati la routine.

Non si trattava di mancanza di desiderio

Nel corso degli anni aveva interpretato l’assenza di rapporti sessuali come l’indicatore di uno scarso desiderio sessuale di suo marito. Questa ipotesi è, ad oggi, contraddetta dalla scoperta dei comportamenti sessuali che suo marito viveva clandestinamente sia online che in presenza.

Se è arrivato a violare la fedeltà e la fiducia di coppia organizzando incontri sessuali clandestini e acquistando attenzioni sessuali, significa che probabilmente il desiderio sessuale è perfettamente funzionante, almeno da un certo momento in poi.

Da qui si diramano due possibilità.

Che lui abbia sempre avuto desiderio sessuale ma che non sia mai riuscito a trovare una modalità trasparente ed efficace per esprimerlo, al punto che ancora oggi non riesce ad affermare con chiarezza quali siano i suoi gusti e desideri sessuali.

Oppure che lui non abbia mai avuto desiderio sessuale fino al momento in cui, per qualche motivo, qualcosa abbia innescato in lui un desiderio sessuale che, inaspettatamente, lo ha portato a comportamenti contraddittori rispetto alla modalità con cui aveva vissuto fino a quel momento, contribuendo ad ambiguità e contraddizioni che non ha saputo affrontare diversamente.

Rimaniamo sempre simili a noi stessi

Dato che l’assenza di desiderio sessuale verso altre persone è compatibile con l’orientamento sessuale asessuale; anche nel caso (raro) di un cambiamento per addizione (che è l’unica modalità possibile) nell’orientamento sessuale di suo marito, è davvero poco probabile che tale desiderio nasca e sovrasti la scala valoriale coltivata fino a quel momento di vita portando alla costruzione di tutta la vita segreta che lei ha scoperto.

È raro che un orientamento sessuale si modifichi, ed è improbabile che stravolga tutta la personalità.

Quindi, ne deriva che lo scenario più probabile è quello in cui suo marito ha sempre avuto desiderio sessuale. La scarsità di rapporti sessuali non era l’espressione di uno scarso desiderio sessuale, ma il manifestarsi di un problema sessuale che non è stato mai né riconosciuto, né compreso, né risolto; portando suo marito a cercare soluzioni più o meno originali ed efficaci.

Un problema non diagnosticato

Non mi è possibile affermare con sicurezza quale possa essere il problema sessuale iniziato più di 20 anni fa. È possibile che lui lo abbia vissuto solo nelle relazioni precedenti alla vostra, approcciando a voi con il pregiudizio delle esperienze precedenti, o è possibile che lui sia sempre riuscito a non manifestare la sua difficoltà sessuale nella vostra relazione o a camuffarla in modo efficace.

La disfunzione sessuale che mi sembra più probabilmente associata alla vostra situazione potrebbe essere un problema di disfunzione erettile. Altre disfunzioni compatibili potrebbero riguardare un problema di eiaculazione precoce grave o percepito soggettivamente come grave da suo marito.

La scelta di travestirsi da donna e ricercare partner sessuali di genere maschile e pornografia femminile probabilmente è il modo in cui lui è riuscito a trovare un compromesso che gli permettesse di evitare il problema sessuale ed esprimere il proprio desiderio sessuale secondo una modalità di suo gusto.

Travestirsi non è un problema

Il comportamento del travestirsi non è necessariamente un modo per evitare altre difficoltà sessuali. Molte persone hanno piacere a vestirsi o travestirsi in modi più o meno stereotipati per rivestire ruoli sessualmente desiderabili.

Contemporaneamente, chi prova piacere nel travestirsi può vivere piacevolmente la sessualità anche senza indossare un costume e, soprattutto, può farlo in modo trasparente nella propria relazione o scegliendo di avere solo relazioni occasionali.

In questo caso, suo marito probabilmente avrebbe potuto vivere da sempre una sessualità più soddisfacente se fosse riuscito ad esprimere il suo desiderio sessuale in coppia, coinvolgendola nel suo desiderio di esplorare, travestirsi, lasciarsi penetrare e, forse, sperimentare una sessualità che coinvolgesse anche altri partner.

Lui non è mai riuscito ad autorizzarsi pienamente a vivere i propri desiderio sessuali. Forse questa difficoltà è dovuta al suo modo di ragionare che credo possa essere considerato molto rigido nel concettualizzare i ruoli di genere maschile e femminile.

Questa prospettiva sembra compatibile con un orientamento sessuale bisessuale o pansessuale. Data la rigidità del ragionamento, credo sia più probabile l’orientamento bisessuale che non quello pansessuale maggiormente votato alle sfumature.

Cos’è il travestitismo?

Per capire meglio in cosa consiste la rigidità nel pensare i ruoli di genere, è utile fermare l’attenzione su cosa sia il travestitismo.

Il travestitismo, o cross-dressing, è un comportamento sessuale in cui una persona prova eccitazione sessuale nel vestirsi con abbigliamento corrispondente al sesso opposto al proprio. Quello del travestitismo è un comportamento che non riguarda l’identità di genere. Una persona che sente un’incongruenza di genere non si traveste per sembrare qualcosa ma, al massimo, si veste per esprimere qualcosa. Sono comportamenti simili, ma dal significato diverso.

Indossare un vestito per travestirsi ha un significato che, in modo più o meno intenso, quasi tutti hanno sperimentato almeno una volta nella vita. Quella volta che si è indossato un vestito specifico per un’occasione, si è scelto un accessorio pensando avesse un particolare significato o ci si è sentiti a disagio per un abito che si indossava. I vestiti possono diventare una divisa con cui comunicare un significato, un ruolo o un’intenzione. Altrettanto, i vestiti possono anche essere solo “vestiti” ed essere indossati senza nessun intento comunicativo.

Mostro chi non sono

Chi si traveste ha una profonda intenzione comunicativa. Ci si traveste per comunicare agli altri qualcosa di sé. Nel cross-dressing la persona sceglie di travestirsi con abiti che ritiene coerenti con il sesso opposto al proprio perché vuole comunicare qualcosa di sé che ritiene incompatibile con la propria idea di sé stesso e compatibile solo con le persone del sesso opposto al proprio.

Nello scegliere il travestimento la persona comunica in due direzioni. A) Posso essere anche questo. B) Io, in realtà, non sono questo.

Stereotipo maschile e femminile

In questo caso, è possibile che il messaggio sia intrinsecamente collegato alla sua idea stereotipata del maschile e del femminile. Nello stereotipo classico dei generi il maschile è focalizzato sull’azione mentre il femminile è sulla definizione. L’uomo deve fare (o non fare) determinate azioni per performare e definirsi, mentre la donna si definisce in un modo che comporta fare (o non fare) determinate azioni. Entrambi gli stereotipi coinvolgono i medesimi elementi, ma in ordine opposto.

Travestirsi da donna spesso è utile a definire sé stesso rifiutando l’idea di dover fare qualcosa per poter essere qualcuno.

Quindi, è possibile che suo marito vestendosi con le calze a rete e la parrucca abbia cercato di usare i vestiti come una divisa del femminile con cui comunicare, agli altri e a sé stesso, il suo desiderio profondo di poter essere senza dover fare. Essere oggetto del desiderio sessuale senza dover desiderare e dimostrare il proprio desiderio.

Questo punto di vista è coerente con l’avere un problema nel performare e, quindi, con un possibile problema sessuale presente da sempre.

Non è questione di orientamento sessuale o di genere, ma di rigidità mentale

Un errore frequente è quello di pensare che determinate situazioni siano spiegate dall’orientamento sessuale.

I tradimenti accadono indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone coinvolte. Altrettanto il desiderare comportamenti attivi o passivi nella sessualità non è collegato in modo esclusivo a un orientamento sessuale o di identità di genere. Il maschile può essere passivo nella sessualità senza il bisogno di coinvolgere identità di genere femminili come, altrettanto, il femminile può essere attivo senza bisogno di coinvolgere identità di genere maschili.

L’idea che i comportamenti passivi nella sessualità siano una prerogativa del mondo femminile, motivo per cui è stato ritenuto necessario travestirsi, non dipende dall’orientamento sessuale di suo marito, ma dalla rigidità del modo in cui lui pensa ai generi sessuali. Tale rigidità di pensiero danneggia prima di tutti sé stesso.

Bassa autostima

È probabile che lui abbia associato la propria mascolinità alla sua performance sessuale e, non riuscendo a performare a causa di una disfunzione sessuale prodotta proprio dal suo modo di pensare la sessualità, abbia finito per evitare il sesso fingendo di non avere desiderio o perdendo realmente il desiderio a causa della profonda tristezza prodotta dal proprio percepirsi incapace di avere un rapporto sessuale.

Percepirsi incapaci di fare sesso non significa non riuscire a farlo. È come quando ci si presenta a un esame e si viene promossi anche se ci si sente impreparati. Si ottiene comunque il risultato, ma lo si attribuisce solo ad un colpo di fortuna che non salverà durante l’esame successivo.

È possibile che tale vissuto abbia penetrato così in profondità nell’identità di suo marito da peggiorare la sua timidezza nel socializzare indipendentemente dal tema sessuale. Questo pensiero potrebbe aver contribuito a creare il carattere da “persona invisibile” che lei descrive nella sua domanda.

Era tutta una copertura?

Non è possibile dire con certezza se la relazione di coppia sia stata una copertura o no.

È possibile che quanto da lei scoperto sia stato il frutto di una complessa recita iniziata più di 20 anni fa. Però una finzione così duratura sarebbe coerente con un profilo antisociale molto più competente e determinata di come descrive suo marito. Si tratta di mantenere una recita in cui costantemente promuovere un’idea specifica cercando di celare il proprio vero io. È complicato.

Per quanto è a nostra disposizione, sappiamo che lui non è capace di essere al centro dell’attenzione. Sappiamo che anche ora che è stato scoperto non prende l’iniziativa con nuove e incredibili scuse o fingendosi chissà chi. Lui, per quello che è possibile dedurre dal comportamento attuale descritto, sembra estremamente più concentrato nel guardare gli altri e proteggersi dagli altri piuttosto che promuovere sé stesso e le sue verità. L’unico modo in cui è riuscito ad essere protagonista di qualcosa è stato vestendo i panni di un personaggio, stereotipato e impersonale.

Di conseguenza, per quanto non sia possibile avere una certezza, tenderei ad escludere l’idea che il matrimonio sia stato solo una copertura. È possibile che, nel tempo, il rapporto si sia incrinato per innumerevoli cause. Ma il rapporto c’era ed è stato vero, finché è durato.

Perché non si spiega?

È frequente che le persone non comunichino perché incapaci di ragionare lucidamente sull’argomento oggetto della discussione. A partire dal problema sessuale non riconosciuto, proseguendo sui ragionamenti che ne sono conseguiti e concludendo sulle spiegazioni non offerte. È probabile che lui non abbia messo in atto una serie di scelte lucide e ponderate. Quindi non sa spiegare come siano andate le cose.

Ha improvvisato. Negli anni si è imbattuto in alcuni contenuti che trovava sessualmente desiderabili, iniziando a sperimentare online e invidiando la libertà delle donne che desiderava nella pornografia. Tale sentimento, misto ad ammirazione, è diventato poi occasione per affermarsi e scegliere di avere diritto anche lui di trarre i vantaggi di un ruolo femminile che sappia essere oggetto del desiderio altrui.

Impersonificare i propri nemici per acquisirne i vantaggi è una strategia valida.

Ma quanto può essere consapevole del proprio ragionamento una persona che, per le proprie difficoltà, si trova a invidiare le donne ma, mi auguro, al contempo è pacifico e rispettoso del genere femminile? È contraddittorio.

Ragionamenti contraddittori

È difficile offrire spiegazioni quando si agisce sulla base di ragionamenti che contengono alcune contraddizioni di cui non si è pienamente consapevoli. Forse è possibile che nel tempo si sia convinto che il suo travestirsi fosse una lode al genere femminile, ma semplificare il genere femminile al ruolo di seduttrice è difficilmente un modo per promuovere davvero qualcosa. Anche perché è difficile promuovere equità e contemporaneamente pensare di essere condannati dal proprio genere di appartenenza a dover desiderare senza potersi sentire desiderati. È un’equità part-time, disponibile solo quando fa comodo agli altri e mai per lui.

Pensare di essere vittime di un’ingiustizia può far sentire arrabbiati e legittimati a trovare un modo più o meno lecito di cambiare le cose.

Forse, è possibile che parlare chiaramente per lui significherebbe ammettere di sapere di aver violato la sua fiducia e i valori di entrambi. Ed è anche possibile che, per lui, ci sia poco da dire più che scusarsi di aver tradito, di non aver condiviso, di aver nascosto le proprie difficoltà sessuali fin dagli inizi della relazione, di non averle risolte o, ancora, di aver provato a risolverle ma di non aver mai ottenuto il risultato sperato, collezionando ulteriori fallimenti che lo hanno portato a pensare di non avere alternative.

Conseguenze sul suo benessere emotivo

Sono felice di leggere che è riuscita a riprendersi e stare emotivamente meglio dopo le scoperte avvenute e l’interruzione della sua relazione in cui ha avviato le pratiche per la separazione.

La situazione ha danneggiato entrambi, come è problematica la presenza dei debiti che, ulteriormente, sono un segnale di come il denaro probabilmente sia stato usato come sostituto della virilità. Pago, così da non dovermi guadagnare le attenzioni altrui.

La fine di una relazione, i debiti e i tradimenti, sono eventi che soddisfano i criteri del lutto.

Essere tristi ed essere depressi sono due esperienze leggermente diverse.

Nella tristezza, compatibile con il lutto, si soffre e si prova a sopportare una perdita cercando un modo per andare avanti e spostare il proprio orizzonte più lontano.

Nella depressione, invece, la tristezza è solo una parte dell’esperienza. Completa il quadro il disgusto, verso sé, verso gli altri o verso il mondo, a seconda di chi si ritiene responsabile di aver violato la propria scala di valori provocando la propria perdita.

Spesso non si è davvero consapevoli di quali siano i propri valori finché non vengono violati. Fermarsi, esplicitarli e, eventualmente, riformularli, è un passaggio fondamentale per uscire dalla depressione.

Non si tratta di cosa ha fatto lui, ma di cosa si aspettava lei.

Ci vorrà un po’ di tempo, ma lavorandoci entrambi sono ottimista nel pensare che possiate riuscire a stare entrambi meglio in futuro; sia per voi stessi, sia per il vostro ruolo genitoriale nei confronti di vostra figlia.

In conclusione

Spero che la mia risposta sia stata di aiuto e abbia, per quanto possibile, chiarito alcuni dei suoi dubbi.

Date le informazioni a mia disposizione, si tratta prevalentemente di ipotesi che non hanno la pretesa di imporre una verità. Lavorare sulla vostra storia e su voi stessi con l’aiuto di professionisti è il modo migliore per farvi la vostra idea che abbia senso e coerenza per voi che siete i più informati di tutto quanto accaduto.

Spero comunque di esservi stato di aiuto, non esitate a scrivermi per ulteriori dubbi.

Dr. Valerio Celletti

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