Riassunto

Vivere la sessualità come un'esperienza prevalentemente rassicurante può avere significati molteplici

Bisogno di rassicurazioni

Nel 68° appuntamento della rubrica “il sessuologo risponde”, mi scrive una persona che vive la sessualità come un’esperienza rassicurante di cui ha profondamente bisogno. Tra i vari, emergono due dubbi importanti. 1) Come vivere in coppia l’asimmetria nel desiderio sessuale? 2) Potrebbe essere affetta da un problema di dipendenza sessuale? Proviamo a rispondere, considerando che ogni persona vive un’esperienza unica e originale, quindi la risposta non sarà un manuale su “cosa fare nel caso in cui…” ma, piuttosto, è una riflessione sullo specifico e unico caso che la riguarda.

Bisogno di rassicurazioni - Il sessuologo risponde #68 - Valerio Celletti

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Desiderio sessuale e partner

Mi chiamo, ho 34 anni e il sesso condiziona la mia quotidianità fin da piccola.

Ho iniziato a masturbarmi all’asilo senza sapere ancora cosa fosse.

I genitali così come il sesso in generale ritengo siano sacri, vitali, divini ed essenziali allo stesso tempo mi hanno creato problemi: non solo mi sono trovata in un paio di situazioni di violenza ma dormire accanto a compagni che non avevano il mio stesso ritmo sessuale mi ha fatta sentire strana, sbagliata, esagerata, incompresa, con difficoltà a prendere sonno, in ansia e arrabbiata.

Questo mi ha portato a cercare di nascosto altri partner e a ritrovarmi in brutte situazioni, esperienza istruttiva che non intendo ripetere che ha fatto sì che decidessi di iniziare un percorso da uno psicologo.

Guardo film erotici o pornografici quasi tutti i giorni fin dalle elementari. Ho diversi giochi erotici che a volte posso usare anche in giro.

Ho un buonissimo rapporto con i miei genitori ma non conoscono questo lato di me perché ho vergogna di mostrarlo sia a loro sia a chi non conosco profondamente.

So bene cosa mi fa piacere ma ho difficoltà a comunicarlo perché nel mio immaginario è più cinematografico/erotico/romantico che avvenga senza una comunicazione di tipo didascalico, anche se oggi so bene essere frutto di una grande idealizzazione e vorrei migliorare questo aspetto perché ho capito essere conveniente per me.

Dipendenza sessuale?

Da sola riesco a raggiungere l’orgasmo clitorideo anche entro i 5 minuti, con i partner di cui sono stata innamorata circa venti minuti con l’ansia di aver fretta.

Nell’arco della giornata posso eccitarmi

Senza un motivo evidente;

Se sono soddisfatta di qualcosa;

Se ho una postura che in qualche modo stimola i miei genitali.

Mi masturbo in media una volta al giorno, a volte rischiando di tardare un appuntamento perché sento il bisogno di sfogare quell’eccitazione che a volte invece devo soffocare perché il contesto non lo ritiene opportuno.

Frequento un nuovo uomo da 9 mesi, dolce, affettuoso e fisico ma ultimamente sento che il nostro ritmo si è disallineato, non posso logicamente affidare la mia serenità agli altri, voglio gestire la mia carica sessuale in modo leggero da sola, senza andare nel panico se la persona che ho affianco si addormenti senza fare l’amore.

Grazie infinite per la sua disponibilità.

Attendo curiosa i suoi consigli.

Il sessuologo risponde 68°

Buongiorno, grazie per aver scelto di condividere questo aspetto della sua esperienza con me.

Volentieri provo a offrirle un consiglio, anche se ammetto di non essere sicuro di quale sia il tema su cui desidera essere consigliata.

Infatti, nella sua storia ha dedicato da sempre molto spazio alla sessualità e mi sembra di capire che questo non sia stato sempre vissuto in modo piacevole nel momento in cui ha contribuito a farle scegliere di esplorare delle conoscenze pericolose, ma scrive anche di aver già imparato a valutare più correttamente come esplorare riducendo i rischi. Bene che abbia scelto di lavorare con un collega per il proprio benessere emotivo.

Eccitazione e ansia

L’unico aspetto su cui, forse, intravedo un margine di fragilità su cui posso provare ad offrirle consiglio riguarda il modo in cui va nel “panico” quando il suo partner non ha desiderio di avere un rapporto sessuale. Per aiutarla su questo, credo sia utile provare ad aggiungere qualche informazione. Infatti, immaginando che lei abbia usato il termine panico per descrivere un vissuto di intensa ansia, l’ansia è un’esperienza che proviamo quando ragioniamo su questioni che riteniamo pericolose e problematiche nel tentativo di trovare una soluzione a quello che riteniamo essere un problema.

Mancanza di comunicazione

Nella sua mail non spiega il motivo per cui il mancato desiderio sessuale del suo partner attuale le risulta un problema, ma nell’introduzione descrive una riflessione generale che forse si applica sia a lui, sia alle altre persone frequentate precedentemente. Non avere lo stesso desiderio sessuale mi fa sentire sbagliata e incompresa. E il senso di incomprensione è comprensibilmente alimentato dal suo desiderio che il suo partner la comprenda senza un dialogo aperto e trasparente, perché per lei è più desiderabile che i partner si capiscano senza bisogno di dialogare.

Date queste premesse, forse è utile analizzare il senso della desiderabilità sessuale del non comunicare. Secondo lei, come mai è più desiderabile che due partner si capiscano senza comunicare piuttosto che si impegnino in una collaborazione esplicita? Cosa significa?

Desiderio sessuale responsivo

Io non so quale sia il significato che la porta a questa interpretazione, ma posso condividere con lei uno scenario che è compatibile anche con alcuni comportamenti pericolosi vissuti in passato. A volte, può capitare che alcune persone vivano il desiderio sessuale in modo responsivo, L’atto del desiderare è un comportamento attivo nei confronti di un qualcosa, più o meno concreto, ritenuto desiderabile.

Nel desiderio sessuale responsivo la persona, più frequente al femminile che al maschile, reagisce all’altra persona con un vissuto emotivo che provoca contrazioni muscolari che promuovono sensazioni piacevoli e stimolano infine il desiderio sessuale e l’eccitazione della persona. Alla fine l’eccitazione è sempre conseguenza della persona che desidera sessualmente, ma nel desiderio sessuale responsivo la persona tende ad essere poco consapevole del proprio modo di vivere il desiderio sessuale e continua a porre attenzione sul suo interlocutore invece che comprendere il proprio desiderio sessuale per una sensazione fisica sessualmente piacevole.

Eccitazione e contrazioni muscolari di origine emotiva

Le emozioni che producono contrazioni muscolari sono ascrivibili alle aree della rabbia, della paura e del disgusto. Quindi, sono emozioni che alcune persone finiscono per cercare di innescare nella relazione con i loro partner sessuali nella speranza di renderla un’interazione sessualmente desiderabile che permetta loro di provare desiderio sessuale responsivo. Semplificando, c’è chi prova a accendere la discussione con ostilità per rendere il rapporto sessualmente desiderabile. C’è chi prova a alimentare vissuti di disgusto personale o altrui alimentando riflessioni sminuenti o creando situazioni sbilanciate. E, più frequente, c’è chi alimenta la propria sfiducia costituzionale nelle altre persone perché vive la paura come un’emozione intimamente connessa al proprio desiderio sessuale (responsivo). Spesso è possibile osservare un mix di queste tre combinazioni.

Pericolo e incomunicabilità

Forse, è possibile che nella sua esperienza non comunicare con il suo partner o che i partner nella pornografia non comunichino sia per lei sessualmente desiderabile perché alimenta un clima di pericolosità che spaventa e, contemporaneamente, la eccita in un meccanismo di desiderio sessuale responsivo. In questo senso, imparare a vivere il proprio desiderio sessuale in modo più diretto e, per quanto possa suonare controintuitivo, correre il rischio di fidarsi davvero della persona con cui dorme potrebbe essere la direzione su cui lavorare per imparare a non vivere la collaborazione come un fallimento e desiderare di meno che il suo partner intuisca i suoi bisogni senza una comunicazione chiara e trasparente.

È possibile che possiate dedicare spazio alla sessualità più piacevolmente se vi dite se e quanto avete desiderio di fare sesso, come è altrettanto importante che lei si legittimi il diritto a masturbarsi e a vivere la sessualità in autonomia senza sentirsi per questo in pericolo di essere sbagliata o fraintesa. I fraintendimenti non dipendono da cosa facciamo, ma da come e quanto ne parliamo, e una comunicazione assente o eccessivamente sintetica è spesso causa di fraintendimenti e problemi relazionali.

Fiducia e pericolo

La paura e il suo modo di vivere i pericoli potrebbero essere argomenti che sono già emersi nel lavoro di psicoterapia che sta svolgendo, come potrebbero essere argomenti su cui tornare e su cui lavorare anche alla luce del modo in cui vive il mancato desiderio sessuale del suo partner con paura invece che con una reazione più orientata alla tristezza. Non esiste una reazione corretta, ma le emozioni descrivono con sincerità il proprio punto di vista e un mancato comportamento del suo partner è coerente con la paura e l’ansia solo quando viene interpretato come potenzialmente pericoloso e, in questo caso, di un pericolo che non viene affrontato o modificato forse perché esistono dei vantaggi secondari al mantenimento di uno stato almeno parzialmente pericoloso della relazione.

Spero di averle offerto un punto di vista utile e di aver capito, almeno in parte, su quale aspetto della sua esperienza stesse chiedendo un aiuto. Mi scriva se avessi sbagliato a interpretare la sua domanda o se avessi risposto fraintendendo quello che mi ha scritto.

Seconda parte della domanda

Buongiorno,

intanto ringrazio moltissimo per la rapidità di risposta e trovo molto interessanti i punti che ha sollevato.

Nella prima mail ho cercato di raccontare come la sessualità condizioni la mia vita, probabilmente via web è più complesso riuscire a trasmettere cosa intendo:

nel tempo, nella mia mente, sta maturando l’idea di avere una sorta di dipendenza, definisco il tema della sessualità come sacro e quindi positivo ma spesso accade che io lo viva come un problema molto difficile da gestire.

Un’assenza che sa di rifiuto

Diventava un problema con partner passati (sento che si sta verificando situazione analoga con il nuovo) quando > non posso fare l’amore in modo costante tutti i giorni perché può capitare la sera in cui lui sia comprensibilmente stanco oppure semplicemente stia bene lo stesso.

Io non riesco a stare bene lo stesso, tutt’altro, mi sento male, nel petto sento un vulcano, le mani e i piedi si irrigidiscono, la sensazione è quella di offendermi, arrabbiarmi e rimanere stupita del fatto che se si è nudi nello stesso letto ci si possa a resistere. Io non resisto e do il via ad un vortice di paranoie infondate riguardo al fatto che allora lui non mi vuole, magari ha un’altra, che io vorrei farlo e mi sento esplodere, del perché non posso avere quel contatto profondo che sarebbe così tanto piacevole, divento triste e arrabbiata, a volte provvedo a toccarmi da sola ma rimango dispiaciuta e offesa perchè nella mia mente in quel momento con lui nello stesso letto, il momento poteva benissimo essere condivisibile.

Due dubbi principali

Come faccio a gestire questa situazione, questo panico, che creo probabilmente io?

Ho realmente una dipendenza?

Con il partner attuale fortunatamente riesco a parlare di questo, è una persona molto disponibile ad ascoltarmi/calmarmi, sento però di aver bisogno dell’aiuto di un esperto che tratti questo tema.

Diventa un problema quando > mi trovo in una situazione in cui il sesso non c’entra nulla e senza un apparente motivo il mio fisico si eccita per cui sento il bisogno di doverlo sfogare e se sono a lavoro, con amici o in altre circostanze non sempre posso masturbarmi e quindi rilassarmi, per cui semplicemente resisto/mi distraggo ma lo trovo limitante, i battiti aumentano come avessi il cuore in gola, la sensazione è di avere una carica esplosiva che devo ridimensionare, tenere a bada, ridurre, spegnere e non mi piace così torna il vortice di paranoie riguardo al fatto che io sia l’unica fatta così, che allora è vero che ho una dipendenza o una fissa e mi domando gli altri umani come facciano.

Origini del desiderio?

Esiste un motivo per cui ho questa carica sempre attiva?

È normale che io possa eccitarmi e voler masturbarmi così tante volte al giorno e più lo faccio più lo farei?

Quindi come gestisco questa situazione? 

Diventa un problema quando > sento poco e niente se il rapporto sessuale è pacato, mi piace moltissimo farlo con creatività e con un certo tipo di violenza positiva e rispettosa quindi graffi, morsi, sputi, schiaffi, parole, bende, corde, e così via. Questo stile per me è naturale e in passato ho creduto lo fosse per tutti.

Quando accade che quel giorno il partner per motivi comprensibilissimi non si muove in modo così energico ritornano le paranoie infondate riguardo al fatto che allora lo sta facendo per forza per farmi contenta, e mi offendo pensando non veda l’ora di finire mentre io continuerei così per giorni.

Perché mi piace molto di più e sento molto di più se è forte?

> Posso allenare il mio fisico a venire anche con la delicatezza?

> Perché vedo l’atto sessuale come sacro/creativo/artistico e probabilmente la maggiorparte delle persone forse no? è un disturbo?

Sessualità e rassicurazione

A 19 anni avevo un ragazzo con cui l’intesa sessuale combaciava al 99%, non ho mai più incontrato una persona simile e durante il corso degli anni è capitato di confermarci questa cosa a vicenda. E’ stata l’unica persona a cui dovevo chiedere di fermarci e dormire, con cui era evidente che ci rimanesse male se avevo bisogno di dormire dopo ore di amore.

Al sol pensiero mi viene il sorriso, sentivo che mi desiderava, che non riusciva a resistermi e questo probabilmente rasserenava e rilassava il mio corpo e la mia mente. Ero in pace, soddisfatta e appagata.

Ci siamo ritrovati la scorsa primavera a rifare l’amore ed è rimasto tutto come un tempo.

Finisco qui la seconda mail.

Spero di essere stata più precisa riguardo i miei dubbi e le mie sensazioni.

Grazie infinite.

Il sessuologo risponde 68° parte 2

Buongiorno, ha aggiunto elementi che mi aiutano a darle una risposta più precisa.

Come scrivevo precedentemente, le persone che vivono il desiderio sessuale in modo responsivo, tendono a fare confusione sui motivi di innesco del loro desiderio sessuale, finendo per dipendere dall’interazione con l’altra persona per attivare la propria motivazione al sesso.

Il sesso come rassicurazione

Nel suo caso, mi sembra di capire che per lei darsi piacere da sola sia qualitativamente diverso dal vivere un rapporto sessuale con il suo partner. Questo, probabilmente, è dovuto al fatto che il sesso e il piacere, nella sua esperienza, non è lo scopo dell’interazione e, quindi, diventa deludente se vissuto in autonomia.

I sistemi motivazionali sono una serie di ambiti dell’esperienza umana che motivano verso vari comportamenti. La sessualità è un sistema motivazionale orientato al piacere. Altri sistemi sono l’attaccamento, orientato alla sicurezza, l’agonismo, orientato al rango, l’esplorazione, orientato alla novità e la cooperazione, orientato all’identità.

Nel suo caso, lei descrive una situazione in cui “quando lui non mi cerca, allora inizio a pensare che lui mi sia ostile e che la nostra relazione non sia più sicura”. Il sesso, entro tale cornice, non è un comportamento volto alla ricerca di piacere, ma è un comportamento rassicurante per il suo sistema di attaccamento. Si tratta sempre di fare sesso, ma per motivazioni completamente diverse.

Il suo impegno non è rassicurante, il suo egoismo si

Questo meccanismo diventa ancora più evidente quando “lui si impegna per soddisfarmi, ed il fatto che lo faccia per me invece che per sé stesso mi provoca rabbia, cioè voglio modificarlo perché danneggia qualcosa”. Quindi, cosa danneggia il fatto che il suo partner si impegni per soddisfarla? A livello di relazione, che ci si impegni per il proprio partner è sinonimo di investimento positivo per la coppia. Invece, per lei, è possibile che questo mini il suo senso di sicurezza perché “se si sta impegnando, significa che è una motivazione diversa dalla mia e questo mi fa sentire insicura”.

L’aspetto paradossale di questo meccanismo risiede nel fatto che quando il suo partner mostra sé stesso, per lei risulta essere un problema. Il mio partner deve essere uguale a me e cercarmi nello stesso modo in cui mi cerco io, ma cercarmi da sola non è abbastanza. Questa, purtroppo, è chiaramente una ricetta che può finire per danneggiare la maggior parte delle relazioni. Infatti, le relazioni interpersonali sono relazioni con altre persone. Relazionarsi riguarda la curiosità e il desiderio di avvicinarsi a qualcuno di diverso da noi. Non troppo, ma neanche troppo poco. Nel suo modo di vivere la sessualità, per come la descrive, a volte l’altra persona sembra scomparire a favore di una rassicurazione personale.

Rassicurarsi in modo sano e realistico

Lavorare sul proprio modo di rassicurarsi e di vivere il sistema di attaccamento credo che possa essere la chiave per imparare ad alleggerire la sessualità del peso di cui la sta investendo, impedendole di essere un meccanismo per la ricerca del piacere e obbligandola a sobbarcarsi il compito di rassicurarla che, invece, non spetterebbe al sesso.

Quando cerca stimoli più intensi, ha un’ulteriore conferma di questo approccio. Il piacere richiede uno stimolo della giusta intensità, ma lavorare solo sull’intensità dello stimolo è probabilmente collegato ad un problema nella sensibilità del modo con cui si percepisce tale stimolo. Non sembra più un momento in cui godersi il piacere, ma sembra un momento in cui dimostrarsi qualcosa oltre ogni ragionevole dubbio. Non sembra ricerca del piacere, ma ricerca di una rassicurazione.

L’eccitazione sessuale è un’esperienza rilassante

Nei momenti in cui vive degli episodi di eccitazione spontanea, distrarsi o resistere sono meccanismi che descrivono una modalità indiretta e inefficace di avere a che fare con i propri pensieri e le proprie emozioni. Anzi, il suo accelerare del battito cardiaco è in aperto contrasto con l’eccitazione sessuale, eppure lei lo interpreta come eccitazione sessuale. L’eccitazione sessuale è un processo di rilassamento corporeo che provoca rallentamento cardiaco, vasodilatazione, afflusso di sangue ai genitali e rilascio di lubrificazione (oltre a tutta una serie di movimenti interni). Invece, lei è tachicardica, tesa e impaziente. Questi comportamenti sono coerenti con un’esperienza emotivamente spaventata, arrabbiata o disgustata da qualcosa su cui sta riflettendo.

La gestione delle emozioni può procedere in vari modi, più o meno eleganti. Le soluzioni corporee e comportamentali hanno una loro efficacia a breve termine, ma sono soluzioni non eleganti che comportano sempre limiti più o meno significativi. Mentre per risolvere un vissuto emotivo, le soluzioni eleganti riguardano sempre il proprio modo di pensare e di partecipare al proprio ragionamento spontaneo. Imparare a gestire le emozioni in modo più elegante è una delle competenze su cui si lavora in psicoterapia.

Piacere e delicatezza

Può allenare il suo corpo a vivere il sesso in modo anche più delicato, considerando che non esiste un modo giusto di vivere il sesso. Imparare a godere delle sensazioni meno intense non va a discapito della sua capacità di apprezzare stimoli più intensi, ma può permetterle una maggiore varietà sessuale che disinnesca quello che, altrimenti, rischia di diventare un circolo vizioso di rincorsa allo stimolo più intenso possibile, finendo per esporre al pericolo di sottovalutare alcuni possibili pericoli.

La dipendenza sessuale

Cosa si intende per dipendenza? Ci sono alcuni aspetti della sua esperienza che sono compatibili con un possibile problema di dipendenza associata alla sessualità, ma la dipendenza non è mai realmente associata all’oggetto con cui viene realizzata. Chi è dipendente dal gioco d’azzardo non è dipendente dallo specifico gioco, ma dal modo in cui l’esperienza del gioco d’azzardo va a colmare alcune sue mancanze che trovano soddisfazione quando gioca e sono supportate da un sistema di valori che permette e promuove quell’esperienza. Generalizzando, il giocatore d’azzardo non pensa di essere una persona in difficoltà relegata ai margini della società, ma si crede, invece, un sognatore, un romantico non compreso nelle sue esigenze che mantiene un’anima giovane in un sistema vecchio e ostile.

Sacralità e normalità

Forse potrebbe esserle utile dedicare del tempo a capire meglio cosa intende quando etichetta la sessualità come esperienza sacra. Infatti, il sesso è un’esperienza naturale che non so se possa essere utile o dannoso etichettarla come sacra o profana a seconda delle prospettive. È sacro respirare? È sacro nutrirsi? potenzialmente tutto potrebbe essere sacro o profano, a seconda della prospettiva. È possibile che alcune idee che la portano a considerare sacra la sessualità possano concorrere a disorientarla nei confronti dell’esperienza sessuale, dando una interpretazione complessa a un’esperienza che, potenzialmente, potrebbe essere molto più semplice del modo in cui viene vissuta, e allontanandola da un contatto più autentico con sé stessa e con le sfide emotive che è possibile che lei finisca per coprire con il suo comportamento sessuale.

Mi rendo conto che il discorso si dirama su molte questioni collegate e complesse e probabilmente mi sono dimenticato di rispondere a qualcuna, ma spero di averle dato alcune indicazioni utili per rifletterci con calma, magari riportandole anche nel contesto di psicoterapia in cui sta lavorando sul suo benessere emotivo.

Dr. Valerio Celletti

Bisogno di rassicurazioni - Valerio Celletti