Riassunto
Siamo tutti soli nel dialogo interno alla propria mente.
L’adulto nella stanza
Essere adulti è una condizione difficile da definire. Non si tratta solo di età anagrafica. C’è chi invecchia senza imparare mai ad essere adulto. Come può capitare che alcune persone si considerino adulte senza avere davvero imparato a prendersi cura di sé stesse in modo salutare. Infine, è frequente che molti giovani facciano l’esperienza di diventare adulti prima del tempo per prendersi cura di genitori non autosufficienti o imparando a definire i confini con i coetanei e promuovendo i propri valori prima di quando sarebbe lecito aspettarsi che ne siano capaci.
Si definisce “adultizzazione” il processo che avviene quando un giovane è spinto verso un ruolo adulto in modo precoce. Adultizzarsi, diversamente dal divenire adulti, è un processo frettoloso che spesso provoca delle mancanze. Nella traduzione da bambino ad adulto si perdono alcuni passaggi che presenteranno il conto durante gli anni successivi.
L’adultizzazione è un’esperienza passiva in cui la persona subisce la presa in carico di un ruolo adulto, mentre essere adulti è un ruolo attivo.
Non esiste un modo giusto di essere adulti
Esistono molti modi per essere adulti. Infatti, l’età adulta non è caratterizzata dal fare necessariamente qualcosa. Per alcune persone essere adulti è avere un lavoro, costruirsi un’indipendenza economica. Mentre per altre persone si diventa adulti quando si crea una famiglia o si stabilisce una relazione significativa. È frequente sentire parlare di diventare adulti associato alla fine dei giochi, quando si smette di divertirsi e si inizia a vivere secondo obiettivi meno piacevoli, come se essere adulti si misurasse secondo la quantità delle rinunce che si è disposti a sopportare. Al contrario, altrettante persone descrivono l’età adulta come il periodo in cui ci si inizia finalmente a divertire, tra sesso, accesso a esperienze adulte, interazioni sociali non filtrate e il coraggio o l’incoscienza di prendersi qualche rischio. C’è chi fa iniziare l’età adulta con il termine del periodo di formazione scolastica, come altre persone si sentono, invece, finalmente adulte quando riprendono il percorso di studio per iniziare a studiare per desiderio invece che per obbligo.
Hanno tutti ragione. Quando si entra nel merito di quali comportamenti intraprendere o quali difficoltà superare, non esiste un unico modo di essere adulti.
Promuovere i propri valori
Essere adulti è un’esperienza di promozione attiva e equilibrata dei propri valori. A seconda di quali sono i valori personali, promuoverli implica scelte e comportamenti diversi. Chi dà valore alla sicurezza o il potere, promuove comportamenti finalizzati al lavoro o al denaro. Per le persone per cui è importante un’identità relazionale e sociale, la famiglia è comprensibilmente al primo posto tra le priorità. Le persone che danno valore al sacrificio e all’impegno, tollereranno meglio le rinunce dettate dai compromessi. Mentre chi dà valore al piacere e all’esplorazione, probabilmente perseguirà comportamenti ludici e leggeri. Per alcune persone la libertà è un valore centrale che richiede di non essere in un percorso obbligato, mentre per altre la libertà si manifesta nella scelta svincolata dai condizionamenti esterni.
Sicurezza, dominanza, socialità, sacrificio, piacere, esplorazione, libertà, sono tutti valori ragionevoli e possono esprimersi secondo innumerevoli modalità.
Anche chi è adultizzato promuove una scala di valori che ritiene fondamentale. Spesso sono valori orientati al dovere, alla cura altrui o alla competenza. Tale processo non è sbagliato per i valori che sottende che sono tutti validi, ma per il modo in cui tali valori, esercitati e promossi troppo precocemente, possono portare a una radicalizzazione da cui ne derivano, quasi inevitabilmente, delle credenze contraddittorie riguardo al mondo e a sé stessi. Prendersi cura di un’altra persona dimenticandosi di prendersi cura di sé stessi è un modo insalubre di promuovere il valore della cura.
Il valore della cura di sé
Non è detto che diventare adulti debba vertere intorno al valore della cura. O, quanto meno, non è detto che la cura debba essere centrale rispetto ad altri valori considerabili prioritari. Esistono probabilmente modi per essere adulti che non implichino in alcun modo il prendersi cura né di sé, né delle altre persone, ma ho difficoltà ad immaginare un esempio ragionevole. Però è probabile che il valore del prendersi cura di sé sia un valore presente nel profilo di una persona che voglia considerarsi adulta.
È frequente che le persone che chiedono aiuto in psicoterapia, abbiano il ragionevole desiderio di prendersi cura di sé. Per un momento, più o meno lucido e duraturo, il momento in cui riescono a chiedere aiuto è un momento in cui stanno riuscendo a promuovere il valore della cura di sé. Anche chi non chiede aiuto condivide questo valore, ma lo pone con una priorità minore rispetto ad altri, finendo per metterli tutti in pericolo. Se una persona non si prende cura di sé, finisce per non poter perseguire neanche i suoi altri obiettivi esplorativi, ludici, dominanti, di sicurezza, ecc…
Le persone che chiedono aiuto in psicoterapia hanno una difficoltà emotiva che desiderano risolvere, ma non sanno come riuscirci. Capiscono di avere un problema, ma non riescono a capire bene né in cosa consista il processo che produce il problema, né come partecipare più efficacemente alla sua risoluzione.
La psicoterapia come supporto, ma non come delega
I pazienti che chiedono aiuto in psicoterapia stanno promuovendo il loro valore del prendersi cura di sé. Tale proposito, però, spesso non è gestito in modo equilibrato. Molte persone desiderano intensamente stare meglio quando vivono il dolore emotivo, ma non riescono a rimanere altrettanto costanti quando si sentono meglio.
Promuovere il benessere emotivo richiede motivazione e metodo. La psicoterapia è uno spazio sicuro in cui imparare un metodo per prendersi cura delle proprie esigenze emotive, ma saperlo fare richiede anche di capire l’importanza di essere motivati e costanti nel rapporto con sé stessi. Per imparare a stare emotivamente meglio è necessario che le persone che affrontano le proprie difficoltà emotive imparino a stare a contatto con sé stessi con costanza e non si limitino a cercare una soluzione contestuale da applicare solo nel momento di difficoltà.
Quando la persona che desidera superare una difficoltà emotiva impara a gestirla più efficacemente, spesso non riesce a capire immediatamente per quale motivo la sua difficoltà emotiva si ripresenta. Le difficoltà emotive sono il prodotto di un’interazione inefficace tra mente e coscienza. In psicoterapia si impara ad essere più consapevolmente presenti nel rapporto con la propria mente, così da partecipare più efficacemente alla propria vita.
Quando si ha difficoltà a motivarsi e a rimanere costanti, può essere utile ricordarsi l’idea dell’adulto nella stanza.
L’adulto nella stanza
Per promuovere motivazione e costanza nel prendersi cura di sé o dei propri valori può essere utile ricordarsi l’immagine dell’adulto nella stanza.
Quando serve gestire un problema, pratico o emotivo che sia, può essere naturale desiderare che sia presente qualcuno che se ne possa occupare. È comprensibile desiderare che sia presente un adulto nella stanza, che capisca la situazione, offra una soluzione e eventualmente la metta pure in pratica. Tutto risolto. Per quanto avere a disposizione qualcuno che risolve i problemi potrebbe essere comodo, comprensibilmente questo desiderio non è sempre realistico. A volte è possibile che qualcuno risolva i nostri problemi pratici al posto nostro, ma spesso è nostra responsabilità gestire le sfide della propria vita.
Quando si parla di problemi emotivi, la presenza di un adulto nella stanza che risolva le nostre necessità emotive non è solo poco realistico; è impossibile. Gli altri non possono mai sostituirsi a chi è protagonista di un’emozione per risolverla al posto suo. Le emozioni nascono nel rapporto tra mente e coscienza, e nessuno può intervenire direttamente nel dialogo che avviene all’interno del cervello. Le sfide della mente sono affrontate in solitudine, in un rapporto eterno ed esclusivo tra mente e coscienza.
Essere l’adulto nella stanza della mente
Durante i momenti di difficoltà emotiva è importante ricordarsi che è responsabilità di chiunque voglia gestire le proprie emozioni provare a impegnarsi a essere l’adulto nella stanza della mente.
Essere adulti non significa non soffrire emotivamente, ma può significare promuovere attivamente e con equilibrio i propri valori. Quindi essere l’adulto nella stanza per affrontare un problema emotivo significa fare il possibile per partecipare ai propri pensieri nel modo più sano possibile, promuovendo in modo equilibrato i propri valori nel dialogo con sé stessi (cioè con la propria mente). Essere sé stessi e sapersi prendere cura di sé non fa scomparire magicamente i problemi, ma permette di assumere il ruolo di interlocutore attivo nei confronti delle proprie difficoltà emotive.
Una volta che si è presa posizione, è importante usare un modo sano ed efficace di partecipare al dialogo interiore. La psicoterapia è il luogo preferenziale per imparare a riconoscere e modificare il proprio modo di parlare con sé stessi. Ma essere competenti è inutile se ci si aspetta di potersi astenere dal ricoprire il ruolo dell’adulto nella stanza. Non esiste la possibilità di delegare la responsabilità di essere l’interlocutore principale che risolve il problema emotivo. È importante ricordarsi di essere l’adulto nella stanza tutte le volte che serve, così da dare alla propria mente il tempo di imparare a ragionare su di sé, sugli altri e sul mondo in un modo più sano ed efficace, interrompendo così la ciclicità del problema emotivo.