Il ciclo di risposta sessuale

Ciclo di risposta sessuale

Il ciclo di risposta sessuale

Il rapporto sessuale per molti è il centro della sessualità, eppure si tende a parlarne in modo vago. Capita che le persone sentano di avere qualcosa da dire solo quando il sesso esula dalla consuetudine. Quindi si condividono gli eccessi nelle prestazioni o i problemi e le mancanze. Questo approccio può creare molta confusione, perché porta a sentir parlare di sesso esclusivamente per le sue peculiarità.

Parlare in modo specifico del rapporto sessuale “tipico” significa approfondire la conoscenza del ciclo di risposta sessuale. Si tratta di una sequenza di 5 fasi che avviene in modo ordinato. Gli eventi “eccezionali” di cui si tende a parlare, accadono in una di queste fasi e ne descrivono un funzionamento specifico.

Le fasi che compongono il ciclo di risposta sessuale sono: desiderio sessuale, eccitazione sessuale, plateau, orgasmo e risoluzione. Esploriamoli insieme uno per uno cercando di capirne il funzionamento e le peculiarità. Le disfunzioni sessuali avvengono tutte all’interno di una di queste fasi.

Fase zero: Il desiderio sessuale

Il desiderio sessuale si avverte prima dell’inizio del rapporto sessuale ed è composto da una serie di meccanismi del sistema nervoso conseguenti un evento mentale. Quando un pensiero è valutato sessualmente desiderabile, innesca il desiderio sessuale. Il cervello è il primo organo della sessualità, senza desiderio sessuale il corpo non attiva nessun ciclo di risposta sessuale.

Ad oggi la sessuologia non sa con precisione come nasca e si costruisca questo processo valutativo. Il cervello rappresenta ancora un mistero da esplorare. Quello che sappiamo è che si tratta di una valutazione personale e soggettiva. L’input che dà avvio ai pensieri sulla sessualità tende ad avere origine nei canali sensoriali: vista, tatto, olfatto, gusto e udito. Allo stesso tempo, l’input non è la sede del desiderio, che invece va ricercata nella cognizione (più o meno articolata) che ne consegue. Il desiderio sessuale è innescato da un pensiero che, secondo i gusti sessuali della persona, è valutato sessualmente desiderabile. I gusti sessuali sono definiti da pensieri messi in relazione con i tratti di genere.

I tratti di genere

Il concetto di tratto di genere è una categoria personale importante per vari temi, tra cui l’orientamento sessuale. Detto brevemente, i tratti di genere riguardano l’idea di cosa renda riconoscibile un genere. Questa classificazione è personale e orienta i propri gusti nella sessualità. Per esempio, per una persona la femminilità potrebbe esprimersi nella lunghezza dei capelli, come per altri potrebbe riguardare le dimensioni del seno, l’atteggiamento o lo sguardo. Tutti i tratti di genere sono personali e limitati al giudizio personale; ciò che sembra naturale per qualcuno potrebbe sembrare assurdo per qualcun’altro.

Perché il desiderio sessuale è la fase zero?

Il desiderio sessuale è un pensiero che attiva il cervello predisponendo i genitali per l’avvio del ciclo di risposta sessuale. Senza desiderio sessuale i genitali non lavorano spontaneamente. Per questo il desiderio sessuale è considerabile la fase zero del ciclo di risposta sessuale. In alcuni casi, se stimolato da agenti esterni, il ciclo di risposta sessuale potrebbe essere attivato in assenza di desiderio sessuale. Questa possibilità meccanica o chimica rende il desiderio sessuale una fase tecnicamente opzionale del ciclo di risposta sessuale. Comunque di solito il desiderio sessuale precede sempre il resto della sessualità.

Le fantasie sessuali

Risulta importante distinguere tra desiderio sessuale e fantasia sessuale. Un pensiero sessualmente desiderabile che non si vuole davvero realizzare, è considerabile una fantasia sessuale. Le fantasie sessuali non attivano il ciclo di risposta sessuale. In questo senso, l’assenza di progettualità nel pensiero desiderabile modifica radicalmente il modo in cui il cervello elabora tale informazione, modificandone le conseguenze sul corpo. Allo stesso tempo, sarebbe un errore pensare che tutto quello che sembra desiderabile ma non viene realizzato sia solo una fantasia sessuale. Esistono anche altri motivi per cui un pensiero sessualmente desiderabile potrebbe non innescare nessuna reazione fisica. In quel caso, può essere importante esplorare con cura il motivo della mancata attivazione del ciclo di risposta sessuale senza cadere in conclusioni affrettate.

Problemi legati al proprio senso di autoefficacia e all’autostima possono danneggiare il rapporto con il desiderio sessuale a causa della complessità nel gestire le fantasie sessuali. Queste ultime, innocue in quanto prive di conseguenze, per alcune persone possono diventare frustranti al punto da contribuire ai ragionamenti impulsivi presenti nelle persone che agiscono violenze nella sessualità. Riguardo le violenze sessuali è importante evidenziare che non si tratta di episodi di eccessivo desiderio sessuale, ma piuttosto di incapacità nel vivere un rapporto sano con il proprio senso di autoefficacia e autostima. Questa difficoltà per alcune persone è tale da rendere incapaci di coltivare una innocua fantasia sessuale, innescando il bisogno di agire con violenza.

L’assenza di pensieri sessualmente desiderabili è un sintomo centrale del disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile e del disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile.

Fase uno: L’eccitazione

Sia l'eccitazione maschile che l'eccitazione femminile aumentano l'afflusso di sangue ai genitali

L’eccitazione aumenta l’afflusso di sangue

Quando il desiderio sessuale è attivo, si innesca l’eccitazione sessuale. Parlando in termini schematici, l’eccitazione è la prima fase ufficiale del ciclo di risposta sessuale. Infatti il ciclo di risposta sessuale descrive fasi comuni a tutti gli esseri viventi del regno animale e, per almeno alcuni di loro, il desiderio è una fase così meccanica da essere poco significativa.

Con l’eccitazione il corpo si predispone per un rapporto sessuale. L’eccitazione sessuale funziona in modo diverso per corpi maschili e femminili.

Eccitazione maschile

Nell’uomo l’eccitazione è chiaramente visibile per l’innesco dell’erezione. L’erezione è resa possibile da innumerevoli processi gestiti dal sistema nervoso parasimpatico che permettono il fluire di sangue ai corpi cavernosi. Questi sono le aree spugnose protagoniste dell’erezione. I corpi cavernosi vengono irrorati di sangue e, gonfiandosi, producono l’inturgidimento del pene.

Eccitazione femminile

Nella donna l’eccitazione è meno visibile ma altrettanto necessaria per il benessere sessuale. Il desiderio sessuale innesca processi gestiti dal sistema nervoso parasimpatico che attivano l’area dei genitali. Al femminile l’attivazione è più ampia e complessa che nella fisiologia maschile. L’eccitazione stimola i meccanismi di lubrificazione del condotto vaginale e aumenta l’afflusso di sangue verso l’utero e verso l’area genitale esterna. I genitali interni irrorati di sangue si dilatano e si spostano leggermente per favorire la possibile penetrazione. L’irrorazione dell’area genitale esterna produce un aumento della sensibilità che favorisce la percezione del piacere.

I genitali hanno un’origine comune

Le strutture anatomiche dei genitali maschili e femminili hanno un’origine comune e complementare basate entrambe sulla vasocongestione. Nel caso maschile il sangue viene diretto principalmente alla singola struttura dei corpi cavernosi, mentre nel caso femminile viene diretto a numerose aree nella zona dei genitali.

Il meccanismo alla base, quindi, è simile. La diversità sta nel modo in cui sono si sono sviluppati i genitali durante la gestazione. Durante la sesta settimana di gestazione si attivano gli effetti cromosoma y maschile. Se presente, interviene portando a uno sviluppo maschile, mentre in sua assenza il corpo procede con lo sviluppo degli organi femminili. I genitali femminili sono quindi i genitali “predefiniti”, mentre quelli maschili sono il risultato di un intervento durante lo sviluppo fetale.

Questa distinzione anatomica ha un ruolo nei problemi che possono insorgere. Infatti i genitali maschili, essendo più specifici, sono maggiormente vulnerabili all’influenza del sistema nervoso autonomo, mentre quelli femminili funzionano in modo più complesso.

L’impossibilità ad eccitarsi è il sintomo principale del disturbo erettile. Nel corpo femminile, invece, la sola eccitazione è un meccanismo difficilmente compromesso. Nel caso ci sia un problema di eccitazione femminile, si tende a considerare un disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile.

Fase due: Il plateau

Plateau

La continuità del plateau

Il plateau è la seconda fase del ciclo di risposta sessuale. Il nome plateau significa “area piana”, forse per descrivere una fase in cui il paesaggio tende ad essere tutto uguale. Il plateau è una fase di passaggio in cui la sollecitazione esterna favorisce l’innesco dell’orgasmo. In alcune specie questa fase risulta più un ostacolo che un vantaggio, ma negli esseri umani acquista un significato particolare.

Il plateau non è migliore o peggiore delle altre fasi, eppure molti, quando si riferiscono al sesso, parlano del plateau. L’attenzione riposta verso il plateau è interessante, perché esprime un significato che culturalmente attribuiamo a un momento biologicamente poco significativo. Gestire efficacemente il plateau è importante per il benessere sessuale della coppia e proprio per questo alcune culture tendono a valorizzarlo.

Il plateau nella masturbazione e nel rapporto sessuale

Per il suo valore relazionale, il modo in cui viene vissuto il plateau tende a modificarsi in base al numero di persone coinvolte.

Nella masturbazione il plateau tende ad essere una fase di esplorazione e conoscenza del proprio corpo, mentre nel rapporto sessuale tende a diventare un momento di condivisione e confronto. Entrambi gli approcci sono importanti e possono risultare determinanti per il benessere sessuale.

Infatti, vista la natura moderata del plateau, una buona conoscenza del proprio corpo è utile a favorire il raggiungimento dell’attivazione necessaria alla fase successiva. L’attitudine all’esplorazione può invece favorire la variabilità dei comportamenti sessuali proteggendo il benessere sessuale dai rischi della ripetitività. Per alcuni la masturbazione può risultare problematica. Mantenere il contatto con il proprio corpo può far emergere pensieri dolorosi che rendono difficile dedicarsi al piacere della sessualità. Viceversa per altre persone la masturbazione, non coinvolgendo un’altra persona, risulta il contesto sessuale preferito.

In coppia il plateau tende a essere un momento di condivisione di piacere e del desiderio di provarlo e donarlo. Per la naturale differenza dell’esperienza di ognuno, condividere piacere può essere complesso. Quindi durante il plateau la comunicazione fisica e verbale acquista un ruolo centrale per il benessere sessuale. Vista la ripetitività biologica del plateau, questa fase offre ampio spazio per personalizzare la propria esperienza sessuale. Questo aspetto del plateau è quello che lo pone al centro di numerosi confronti e che probabilmente gli garantisce l’importanza culturale di cui gode.

Dalla pianura alla vetta

Durante il plateau l’eccitazione smette di intensificarsi e tende, invece, ad oscillare rimanendo costante. Possiamo osservare reazioni fisiologiche che sono la diretta prosecuzione di quelle innescate dall’eccitazione. Nell’uomo si mantiene l’erezione ed è possibile osservare un innalzamento dei testicoli che tendono maggiormente ad aderire al perineo. Nella donna continua la vasocongestione interna che inspessisce le pareti vaginali mentre proseguono i leggeri spostamenti dell’utero.

Diversamente dalla fase precedente, nel plateau emerge l’importanza di un’altra parte del corpo: i muscoli. La stimolazione delle zone erogene eccitate innesca contrazioni involontarie di alcuni muscoli pelvici. Di conseguenza le sensazioni tattili diventano più intense e, a seconda dell’adeguatezza della stimolazione e della risposta fisiologica, si innesca piacere sessuale.

Riguardo la muscolatura, il plateau prevede una risposta di intensità moderata. Come dice il nome, una pianura che richiede un suo tempo per essere percorsa. Livelli estremamente bassi o alti di contrazioni possono interferire con il rapporto sessuale. Un livello eccessivamente basso può ostacolare l’innesco dell’orgasmo, mentre l’opposto può rendere doloroso o frettoloso il rapporto.

In questa ricerca di un equilibrio, il plateau crea l’ambiente necessario per l’innesco dell’orgasmo.

Le difficoltà muscolari del plateau sono centrali nel disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione. Vista la maggiore quantità di muscoli coinvolti nella sessualità femminile, il plateau può essere più complesso per le donne che per gli uomini. Le difficoltà maschili durante il plateau invece tendono a manifestarsi nelle fasi adiacenti dell’erezione e dell’orgasmo.

Fase tre: L’orgasmo

L'orgasmo è un momento in cui piacere e dolore possono rivestire un ruolo importante

L’orgasmo è un momento in cui piacere e dolore possono rivestire un ruolo importante

Durante l’orgasmo la risposta sessuale raggiunge l’apice del piacere sessuale. Nonostante questo, per molte persone risulta difficile descrivere chiaramente il proprio orgasmo. C’è chi percepisce una forte sensazione di piacere e rilassamento. Viceversa, la maggior parte delle persone lo vive come un piacere associato a una intensa contrazione muscolare.

L’orgasmo è la fase di innesco di un riflesso muscolare. I riflessi muscolari, con le dovute specificità, hanno tutti un funzionamento simile. Sono prodotti da una stimolazione esterna che incontra i muscoli e il sistema nervoso autonomo in un modo predefinito. Il corpo viene preparato all’orgasmo durante la fase di plateau e, raggiunta l’attivazione necessaria, innesca l’orgasmo.

I riflessi non richiedono un coinvolgimento diretto del cervello per il loro innesco, ma l’orgasmo è particolare. L’orgasmo non richiede direttamente un pensiero, ma i suoi requisiti comprendono la presenza di desiderio sessuale e di un livello di eccitazione sufficiente. Quindi il cervello acquista un ruolo importante nel favorire o ostacolare l’orgasmo anche se non lo gestisce direttamente.

In alcuni casi è possibile che il semplice pensare a fantasie erotiche possa portare all’orgasmo. Questi episodi sono rari e si basano su un’attivazione fisica così intensa da essere sufficiente all’innesco dell’orgasmo.

I muscoli del pavimento pelvico sono i protagonisti dell’orgasmo, di cui il principale è il pubococcigeo. Questo muscolo può essere controllato volontariamente, ma durante l’orgasmo innesca un riflesso di intensità impossibile per il sistema nervoso volontario. Al termine del riflesso si avvia la fase di risoluzione.

Piacere e dolore

L’orgasmo, oltre a tutte le sue caratteristiche meccaniche, è la fase del ciclo di risposta sessuale caratterizzata dal piacere. Il nervo protagonista della trasmissione delle sensazioni piacevoli dell’orgasmo è il pudendo. Questo nervo coinvolge fibre deputate sia al piacere sia al dolore.

Piacere e dolore ricoprono un ruolo complesso nella sessualità. A volte risultano totalmente incompatibili, mentre in altri casi sono legati indissolubilmente.

Per alcune persone il dolore nella sessualità ostacola completamente la percezione del piacere. In questi casi, l’orgasmo può essere raggiunto esclusivamente tramite una sessualità gentile e rilassata. Viceversa, per alcune persone una certa soglia di dolore è necessaria per innescare piacere e, in questo caso, l’orgasmo riesce ad essere innescato solo da una sessualità energica e movimentata.

Per la maggior parte delle persone funziona meglio una via di mezzo. Il benessere sessuale è favorito dalla variabilità del comportamento sessuale. Quindi una capacità di sperimentare sia piacere che dolore può essere utile per favorire il benessere nella sessualità. Data questa premessa, ognuno ha un ruolo fondamentale nel proprio orgasmo. Il proprio modo di sentire è determinante nel permettere o ostacolare l’orgasmo.

Allo stesso tempo, la gestione del dolore può essere complessa e in alcuni casi, come nel disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, il dolore può essere un problema gravemente invalidante per il benessere sessuale.

Al maschile difficoltà nel contatto con il piacere possono innescare problemi di eiaculazione precoce o di eiaculazione ritardata. Mentre al femminile l’impossibilità a innescare l’orgasmo è descritta dal disturbo dell’orgasmo femminile.

L’orgasmo femminile

L’orgasmo femminile richiede una breve parentesi aggiuntiva. Se infatti l’orgasmo maschile, nonostante le variabili personali, tende a essere un’esperienza chiara e coerente nel tempo, nelle donne si osserva maggiore variabilità.

Alcuni autori hanno prodotto diverse teorie sull’orgasmo femminile. C’è stato un periodo in cui, agli inizi del 1900, si considerava esistessero due orgasmi. L’orgasmo clitorideo innescato dalla sola stimolazione della clitoride e l’orgasmo vaginale prodotto dalla penetrazione. Secondo quelle concettualizzazioni, si credeva che l’orgasmo clitorideo fosse “infantile” mentre quello vaginale fosse più “maturo”. Questa credenza si basa su numerose ipotesi non dimostrate.

Ad oggi sappiamo che, nonostante vi sia grande variabilità nell’intensità dell’orgasmo femminile, il meccanismo di fondo è unitario come al maschile. Ogni orgasmo vaginale stimola, seppur in modo più o meno diretto, la clitoride. Infatti la clitoride ha una forma molto più estesa della parte osservabile e viene spesso stimolata indirettamente. Quindi tutti gli orgasmi femminili coinvolgono anche la clitoride.

Nel caso in cui l’orgasmo coinvolga alcune ghiandole, è possibile si inneschi l’eiaculazione femminile. Nonostante il nome, questo è un fenomeno diverso dall’eiaculazione maschile e dipende molto dalla conformazione anatomica della persona. Circa il 50% può fare esperienza dell’eiaculazione femminile.

Inoltre, come vedremo nella fase successiva, al femminile il ciclo di risposta sessuale non innesca sempre il periodo refrattario. In questi casi se il desiderio e la stimolazione sono adatti, è possibile esperire un orgasmo multiplo.

Fase quattro: La risoluzione (o periodo refrattario)

La risoluzione può essere un buon momento per coltivare intimitàDopo il riflesso orgasmico, il ciclo di risposta sessuale termina nella fase di risoluzione, anche detta periodo refrattario.

Durante la fase di risoluzione la risposta sessuale diminuisce tornando al livello iniziale. Possiamo quindi immaginare questa fase come una fase di spegnimento del ciclo e riassestamento del corpo.

Al maschile, dopo l’orgasmo è frequente osservare una fisiologica assenza di risposta alla stimolazione sessuale. Questo tende ad avvenire indipendentemente dalla presenza di desiderio sessuale. È frequente che i genitali smettano di rispondere alle stimolazioni piacevoli o, all’opposto, che diventino ipersensibili. In questo caso, per molte persone ulteriore stimolazione può risultare fastidiosa o dolorosa.

Come detto precedentemente, al femminile esiste più variabilità conseguente al riflesso orgasmico. In alcuni casi si verifica qualcosa di molto simile a quanto accade al maschile. In altri casi è possibile che, dopo una breve diminuzione, la risposta sessuale torni alla fase di plateau. Sarà così possibile proseguire nel ciclo di risposta innescando orgasmi multipli.

Un finale intimo

Quindi, dopo un ciclo di risposta sessuale piuttosto definito nelle sue fasi, la risoluzione è la fase più soggettiva. Può variare la sensibilità, la durata e anche lo stato di attivazione. Alcune persone percepiscono uno stato di rilassamento e stanchezza fisica, mentre altre un aumento dell’eccitazione e del desiderio sessuale.

In questo senso, possiamo affermare che la risoluzione sia un momento particolarmente intimo del ciclo di risposta sessuale. Si considera intimo tutto ciò che è personale e descrive chi lo vive. L’intimità della risoluzione è un momento espressivo e può dare adito a fraintendimenti nella coppia.

A volte la risoluzione può essere un buon momento di vicinanza e condivisione. Contemporaneamente, essere vicini durante la risoluzione non è per forza necessario. Per molte persone la risoluzione è un buon momento per stare piacevolmente a contatto con se stessi. Quindi potrebbe essere desiderio di un partner stare vicini e, allo stesso tempo, essere desiderio intimo dell’altro essere autonomi. Sono entrambi desideri legittimi che possono creare confusione e malumori. Per questo, l’espressione di un desiderio intimo può scontrarsi con l’intimità della coppia.

La sessualità può essere vissuta in modo più o meno relazionale, eppure alcuni temi relazionali tendono a emergere soprattutto quando il sesso è appena terminato. Coltivare il benessere sessuale è qualcosa che avviene sia prima, sia durante, sia dopo la sessualità.

Le risposte intime non sono categorizzabili come giuste o sbagliate. Anche per questo, la grande variabilità della quarta fase difficilmente porta a problemi clinici nella sessualità.

Alcuni punti importanti da ricordare

Il ciclo di risposta sessuale è composto da 5 fasi. Desiderio, Eccitazione, Plateau, Orgasmo e Risoluzione.

Il desiderio sessuale è la fase zero ed è attiva per tutto il ciclo di risposta sessuale.

L’eccitazione predispone il corpo per la sessualità ed è ugualmente importante per uomini e donne.

Il plateau può essere un momento creativo, ma anche viverlo con semplicità può essere più che sufficiente per il benessere sessuale.

L’orgasmo è un riflesso che, per essere innescato, richiede il contributo di entrambi i partner.

La risoluzione è un momento intimo che può avere risvolti sulla relazione di coppia.

In conclusione

Il ciclo di risposta sessuale è una sequenza di fasi che descrivono ciò che accade abitualmente nella sessualità. Ognuna di queste fasi è caratterizzata da una risposta sessuale specifica che segue sempre la stessa sequenza.

Quando si parla di sesso, generalmente si parla di qualcosa riguardante il ciclo di risposta sessuale. Avere chiare queste fasi permette di avere più chiaro di cosa si stia parlando e contestualizzare il discorso. Questo è utile sia in generale, sia quando si hanno delle difficoltà nella sessualità. Poter definire meglio il problema è un primo passo verso la sua possibile risoluzione.

Nel caso avessi dei dubbi riguardo la tua sessualità, scrivi alla rubrica “il sessuologo risponde” per avere una risposta pubblica o fissare un colloquio in studio.

Dr. Valerio Celletti