Riassunto
I valori sono la costante su cui lavorare per modificare i comportamenti
Come regolare l’aggressività, comprendere e coltivare i valori
In questo articolo desidero trattare di regolazione dell’aggressività. È importante regolare l’aggressività e la passività per promuovere le condizioni che permettano una convivenza civile.
Il desiderio di fermare l’attenzione su questo tema nasce dalla cronaca nera che riporta episodi di eccessi di aggressività apparentemente inspiegabili. Azioni e reazioni sopra le righe che, in realtà, hanno sempre una motivazione logica più o meno complessa.
Per riflettere su questo argomento credo possa essere utile spiegare alcuni ragionamenti che portano a scegliere di agire comportamenti e strategie aggressive o passive. Per introdurre a questo argomento, scelgo di iniziare dalle Olimpiadi 2024 di Parigi e dallo spiegare per quale motivo sono state un’occasione sprecata.
Il ruolo delle Olimpiadi nella regolazione dell’aggressività
Durante l’estate 2024 a Parigi si è svolta la 33°edizione delle Olimpiadi. I giochi delle Olimpiadi sono l’occasione per celebrare lo sport e gli atleti, promuovendo i valori della Carta Olimpica. La Carta Olimpica è un documento del 1908 che definisce regole e linee guida per l’organizzazione dei giochi Olimpici. Negli anni la Carta Olimpica è stata revisionata diverse volte, arrivando oggi a contenere tre valori fondamentali la cui promozione è considerata l’obiettivo principale dell’evento.
In sintesi, i Giochi Olimpici promuovono la non discriminazione, l’uguaglianza di genere e lo sviluppo sostenibile. Tali valori sono un’evoluzione del pensiero di Pierre de Coubertin, pedagogista della seconda metà del 1800 che si impegnò attivamente per creare sia le condizioni pratiche sia la motivazione pedagogica per la realizzazione della prima edizione dei Giochi Olimpici del 1896. Infatti, i Giochi Olimpici nascono come occasione per unire i giovani del mondo in competizioni sportive amichevoli che promuovano universalità, pace, comprensione e quello che oggi, in sintesi, viene riassunto con “sportività”.
I valori dello sport dilettantistico
Se interroghiamo il vocabolario sul significato del termine “sportività”, troviamo che viene definito come il dimostrare lealtà, correttezza, rispetto per gli avversari e disinteresse economico. L’essere sportivi, come affermava de Coubertin, è una caratteristica riscontrabile principalmente nello sport dilettantistico. Gli atleti professionisti, invece, tendono a rispondere a una logica diversa. Devono performare per ottenere risultati nelle competizioni che permettano l’accesso a premi e riconoscimenti economici con cui sostentarsi e soddisfare i propri desideri. Alcuni atleti professionisti sono anche persone sportive, ma, tendenzialmente, lo sport professionista non è “sportivo”.
I Giochi Olimpici 2024 hanno provato a promuovere i valori della Carta Olimpica con alcune iniziative. Durante le cerimonie di apertura e chiusura sono stati allestiti alcuni spettacoli che promuovevano i valori della manifestazione. La maratona è stata organizzata permettendo a tutti di partecipare, recuperando il detto secolare secondo cui l’importante non è vincere, ma partecipare ed essere presenti alla competizione. E immagino possano esserci state molte altre occasioni che non ho colto o di cui non sono informato.
Le polemiche aggressive durante le Olimpiadi
Ma durante lo svolgersi delle competizioni i valori olimpici tendenzialmente non hanno trovato particolare respiro. Tale mancanza diventa particolarmente evidente quando i giornali hanno riportato le opinioni di personaggi politici che commentavano alcune scelte del Comitato Olimpico Internazionale. I giornalisti hanno riportato le critiche allo spettacolo queer della cerimonia d’apertura senza ribadire come quella ed altre decisioni fossero la (seppur timida) espressione di quanto scritto nella Carta Olimpica e non la decisione arbitraria di un direttore artistico progressista. Rimanendo in Italia, quando Benedetta Pilato ha mostrato soddisfazione e felicità per aver vinto il quarto posto nei 100 metri rana, un’altra atleta Italiana (Elisa di Francisca) ha commentato con stupore, non riuscendo a capire per quale motivo una sportiva potesse essere felice per un quarto posto.
Cosa si vince nelle competizioni sportive?
Per molte persone, sia addetti ai lavori che spettatori, lo sport è competizione, performance, dominanza e vittoria ad ogni costo. Lo sport, in tutte le sue incarnazioni, non ha quasi nessuno scopo e avulso dalla promozione di valori. Correre veloce, saltare in alto o piroettare su una trave sono solo comportamenti fisicamente complessi se non fossero l’occasione per promuovere un messaggio sociale agli atleti e al pubblico.
Ognuno nel suo piccolo può vedere negli atleti un modello a cui ispirarsi per trovare la motivazione a prendersi cura della propria corporeità nel modo più sano possibile. Lo sport può motivare a condividere tempo e spazio con altre persone, a muoversi con persone di altri generi e culture, ed entrare in contatto con le risorse limitate del proprio corpo può aiutare a porre attenzione alle risorse personali, scegliendo quali e quante investirne in un bilancio di cui ognuno è responsabile per la propria sostenibilità.
Lo sport come occasione pedagogica
Come teorizzava Pierre de Coubertin, lo sport può essere uno strumento pedagogico per la promozione di valori nella popolazione. Nella maggior parte dei casi chi pratica o segue lo sport non ha la percezione di star vivendo un momento formativo. E questo è proprio uno degli ingredienti più preziosi delle potenzialità pedagogiche dello sport. L’attività sportiva riesce a raggiungere anche quella parte della popolazione che farebbe di tutto pur di non entrare in un’aula scolastica. Lo sport è un’attività che può comunicare valori anche alla popolazione più aggressiva e più complessa da inserire efficacemente nella struttura sociale.
Ma come si collega l’aggressività e i valori? Per quale motivo promuovere valori è uno strumento di regolazione dell’aggressività?
Aggressività e passività sono complementari
L’aggressività è una componente naturale dell’interazione tra esseri viventi. La società è un contesto umano affollato in cui le persone si incontrano e scontrano sia per necessità, sia per desiderio. Il confronto può produrre interazioni che è possibile descrivere come aggressive o passive o un’infinita gamma di sfumature tra questi due estremi.
Una persona completamente assorta nei propri desideri sarà più propensa a mettere in atto un comportamento aggressivo. Viceversa, una persona totalmente dedita ai desideri altrui finirà per attuare strategie prevalentemente passive. A seconda della quantità di spazio mentale dedicato a sé o agli altri, ne conseguono atteggiamenti più o meno aggressivi o passivi.
Le persone sono sia aggressive sia passive
Intuitivamente potrebbe risultare ragionevole pensare che una persona sia etichettabile come sempre aggressiva o passiva. In realtà, invece, le persone tendono a mettere in atto strategie comportamentali che posseggono sempre un certo grado di varietà. Nessuno è sempre aggressivo e nessuno è costantemente passivo. Le persone visibilmente aggressive tendono a compensare tali comportamenti con condotte profondamente passive e, viceversa, le persone considerate generalmente passive trovano momenti per esprimere la propria aggressività.
La costante non è il comportamento, ma solo la scala di valori. Ogni persona ha una sua personale scala valoriale che definisce le regole della sua interazione sociale. Tali regole possono essere più o meno codificate in un codice di valori ed essere condivise con alcuni gruppi sociali. Quando le persone generalizzano facendo riferimento alla cultura di un paese o un gruppo etnico, stanno discutendo del sistema di valori che ritengono più diffuso in quel determinato gruppo di persone.
Le famiglie tendono a tramandarsi alcuni aspetti culturali e valoriali, ma gran parte del lavoro formativo è svolto dall’ambiente circostante e dalle interazioni sociali.
Lo psicologo rispetta i valori altrui
Nell’articolo 4 del codice deontologico degli psicologi è scritto che gli psicologi “riconoscono le differenze individuali, di genere e culturali, promuovono inclusività, rispettano le opinioni e credenze e si astengono dall’imporre il proprio sistema di valori”.
Lo psicologo clinico si adopera per la promozione del benessere emotivo dei suoi clienti e fortunatamente per coltivare benessere emotivo non è necessario abbandonare la propria scala di valori. Però è frequente che le persone che lavorano su di sé in un contesto di psicoterapia possano arrivare a mettere in discussione alcuni valori personali che scoprono essere motivo di sofferenza personale per il modo eccessivamente rigido o disordinato con cui vengono utilizzati nel proprio modo di rapportarsi a sé stessi, agli altri o al mondo.
La psicoterapia è uno spazio in cui si lavora anche sulla definizione della propria scala di valori per riflettere consapevolmente sulle conseguenze del modo in cui li si sta promuovendo. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) promuove i valori dell’inclusività, dell’uguaglianza e della sostenibilità. L’idea pedagogica sottostante ritiene che un popolo che condivide questi valori possa collaborare efficacemente per la promozione di un mondo migliore.
In quanto psicologo cerco di astenermi il più possibile dall’affermare che esistano valori migliori di altri. È sia una questione formale di correttezza e rispetto, sia una reale convinzione nell’idea che tutti i valori possano avere un margine di efficacia se applicati nel modo e contesto più adeguato. Esistono valori più versatili e universali come ne esistono alcuni maggiormente controversi e contestuali.
Regolare l’aggressività definendo i propri valori
Per regolare l’aggressività e la passività è utile definire la propria scala di valori per osservarla nel modo più costruttivo possibile. Dato che sarebbe impossibile condividere un elenco esaustivo dei valori esistenti, ritengo che invece possa essere utile offrire una griglia entro cui provare a inserire i propri valori. Ogni persona può provare a etichettare i propri valori in base al modo in cui influenzano il rapporto con l’oggetto verso cui si rivolgono. In alcuni casi i valori possono essere rivolti verso sé stessi, in altri verso gli altri esseri viventi con cui interagiamo, ed infine alcuni valori si rivolgono al mondo nel suo insieme.
Per capirsi, prendendo ad esempio i valori Olimpionici possono essere intesi sia verso sé stessi, sia verso gli altri, sia verso il mondo. Lo sviluppo sostenibile è un valore mondiale di rispetto per il pianeta che può anche essere inteso come cultura sostenibile dei rapporti interpersonali o sviluppo fisico sostenibile tramite alimentazione e esercizio fisico che promuovano la salute prima della performance. Nei valori personali, ognuno può disambiguare i propri valori calandoli in esempi pratici che possano aiutare ad esserne maggiormente consapevoli.
6 categorie valoriali, dalle più aggressive alle più passive.
Probabilmente esistono innumerevoli sistemi di classificazione dei valori più o meno efficaci. Personalmente ho trovato piuttosto efficace incasellare i valori delle persone con cui ho avuto occasione di collaborare secondo una scala divisa in 6 possibili categorie.
Piombo, ferro, oro, platino, rubino e diamante. Le vedremo una per una. Ma, prima di approfondirle, è importante chiarire che nonostante i nomi delle categorie suggeriscano che i valori contenuti nella categoria “diamante” sembrino avere più valore di quelli della categoria “piombo”, in realtà la questione è maggiormente complessa. A volte un valore di piombo può essere più efficace di un valore di diamante e viceversa.
Le categorie corrispondenti a minerali più comuni corrispondono a valori che promuovono comportamenti tendenzialmente più aggressivi. Al contrario, le categorie corrispondenti ai minerali più rari motivano a comportamenti maggiormente passivi. Alcune sfide sono favorite dal ricorso a strategie maggiormente aggressive, mentre altre è opportuno che facciano uso di strategie più orientate alla passività.
Le regole di Piombo – Sicurezza
I valori più aggressivi tendono ad appartenere alla categoria del piombo. Le regole di piombo contengono i valori fondati sulla convinzione che l’oggetto a cui ci si rivolge sia indiscutibilmente un avversario che merita esclusivamente la propria aggressività. Una versione generale di questo valore potrebbe essere espressa con la regola “occupati dei tuoi avversari prima che loro si occupino di te”.
Questa formula può declinarsi in infinite modalità di agire d’anticipo con un avversario. È frequente che questa regola sia alla base delle ideologie tendenzialmente considerabili “cattive” secondo cui è sempre meglio “colpire per primo”, “tradire invece che fidarsi”, “prendi i soldi e scappa”. Quando i paesi decidono di dichiarare guerra ai paesi confinanti tendono a farlo senza offrire all’avversario il tempo per organizzarsi. Ma succede anche nelle relazioni di coppia che spesso non si comunichi con la persona con cui si ha una relazione per paura di essere fraintesi, anticipando la possibile reazione ostile ed impedendo all’altra persona di sorprendere positivamente o di sbagliare aprendo a confronti che potrebbero essere utili.
Quella del “colpire per primo” è una regola efficace nel confrontarsi con un avversario considerato alieno dal proprio modo di vivere. È la strategia alla base del valore della prevenzione medica nei confronti di molte patologie, secondo cui è meglio fare controlli medici regolari quando non si hanno ancora sintomi che non aspettare di essere compromessi. “Non fumare perché poi…”. I valori di piombo non sono sempre positivi o negativi, serve ragionare sul contesto.
Aggressivo e passivo sono due facce della stessa medaglia
Esistono almeno due lati della medaglia per tutti i valori. È possibile viverli come chiave di lettura del proprio modo di relazionarsi con il prossimo, ma anche come una chiave interpretativa per prevedere il comportamento altrui. Una persona tendenzialmente aggressiva che interpreta il mondo come un luogo dove pensa di dover attaccare per primo per dominare tutti i suoi interlocutori, probabilmente avrà alcuni contesti in cui accetterà un certo grado passività per timore di essere dominato da una persona che applica la stessa scala di valori.
Non è un caso che alcuni criminali diventino improvvisamente mansueti nei confronti della trascendenza o di alcune persone ritenute stimabili o dei propri familiari. Generalmente le persone verso cui attuano comportamenti passivi per valori di piombo sono persone riconosciute come simili a quelle da cui hanno appreso il proprio modo aggressivo di interpretare il mondo.
Le regole di Ferro – Confini
La categoria di ferro contiene i valori basati sulla simmetria. Secondo questa categoria l’oggetto verso cui è rivolto il valore è considerato solo per l’interazione che si sta considerando e indipendentemente da ogni valutazione storica. Una formulazione generica delle regole di ferro è “tratta gli altri come loro trattano te”. Ma dato che il riflesso si basa sul restituire agli altri quello che si è ricevuto, tendenzialmente sono valori che ragionano sul rispondere ai comportamenti altrui.
È possibile trovare regole di ferro in numerosi proverbi popolari. “Chi semina vento raccoglie tempesta” o “occhio per occhio”. Le faide e le vendette, come la cultura dell’onore, sono fondate sulla regola di ferro. I paesi che applicano la pena di morte nei confronti di chi ha commesso un omicidio stanno applicando la regola di ferro.
Nelle relazioni di coppia, è frequente che un approccio simmetrico possa emergere ogni volta che un partner geloso attua comportamenti ambigui per indurre gelosia nell’altra persona della coppia, o quando si sceglie di punire il partner perché precedentemente ci si è sentiti danneggiati per qualcosa.
I valori ascrivibili alla categoria di ferro tendono ad essere aggressivi, ma possono anche promuovere passività. Se uno stalker infastidisce una persona, accade spesso che la persona minacciata possa evitare di rispondere per paura di peggiorare il comportamento dello stalker. Se lo attacco, poi lui mi attaccherà. Così facendo, spesso alcune persone rinunciano a difendersi comunicando passività e non dissuadendo il malintenzionato che, spesso, finisce per alzare progressivamente il livello di minaccia.
Le regole d’Oro – Uguaglianza
La regola d’oro è la più nota tra le categorie valoriali. Esistono numerose versioni della definizione generale di questa categoria, di cui alcune risalenti persino a migliaia di anni fa. Nel 1993 la regola d’oro è stata inclusa nella dichiarazione per un’etica mondiale considerandola un principio generale alla maggior parte delle culture del pianeta. Fanno parte di questa categoria tutti i valori che rispondo al principio della reciprocità. “Tratta gli altri come vorresti essere trattato”.
Nonostante la psicoterapia non sia il contesto in cui suggerire valori, le regole d’oro e di platino è frequente siano citate come possibile livello valoriale da considerare nelle situazioni in cui la persona si trova in difficoltà ad interpretare la situazione. La libertà è un suo valore fondamentale ma la fa soffrire il fatto che altri si oppongano? Ha valutato se il suo comportamento libero potrebbe compromettere la libertà altrui? È possibile trovare un modo più reciproco di perseguire il suo desiderio di libertà?
Nelle relazioni di coppia a volte il linguaggio d’amore di uno dei partner innesca fraintendimenti notevoli nella coppia. Quello che per una persona è un complimento o uno scherzo amorevole, per l’altra persona potrebbe essere una frase di circostanza o un insulto. È frequente che alcune persone con valori “d’oro” abbiano difficoltà a capire i limiti di alcuni ragionamenti fondati sulla reciprocità.
Le regole di Platino – Comunicazione
La categoria di platino è molto più recente della categoria d’oro. Se la regola d’oro è millenaria, la regola di platino ha meno di un secolo. Nonostante sia impossibile ricostruire efficacemente la genesi di queste categorie, è possibile pensare che la regola di platino nasca nella seconda metà del 1900 per provare a colmare alcune lacune della regola d’oro. Secondo la regola di platino è opportuno “trattare gli altri come loro vogliono essere trattati”.
Dove la regola d’oro propone una possibile uguaglianza tra le persone, le regole di platino sono fondate sul tentativo di promuovere equità nella consapevolezza di quanto le esigenze delle persone siano varie e uniche. I valori della comunicazione, del dialogo e del rispetto è frequente che appartengano al livello di platino. Altrettanto, non è detto che tali valori siano sempre efficaci.
Il buon senso vorrebbe che chiedere alle persone cosa desiderano possa aiutare nella collaborazione, ma è importante ricordarsi che spesso le persone non sanno esprimere efficacemente i propri desideri. Nelle relazioni di coppia è frequente che alcuni partner affermino di volere un partner spontaneo, interessante, impegnato, sicuro, rassicurante, seducente o intraprendente. Ma non è raro che i partner che provano a soddisfare tali richieste finiscano per essere considerati disordinati, narcisisti, distratti, arroganti, controllanti, eccessivamente richiestivi o invadenti. Il dialogo è un valore prezioso, ma dialogare in modo efficace a volte può essere una sfida complessa.
Le regole di Rubino – Cura
Entrando nel campo delle regole di rubino, iniziano ad emergere valori che tendono a promuovere comportamenti prevalentemente passivi. I valori che appartengono alle regole di rubino tengono in considerazione i limiti della persona verso cui si rivolgono e provano ad accudirla senza tenere conto della sua volontà. Una possibile formulazione della regola di rubino potrebbe essere “anche se non ne sono consapevoli e potrebbero mostrarsi contrari, tratta gli altri come hanno bisogno di essere trattati”.
Un genitore che pone limiti ad un figlio potrebbe esprimere il valore del proprio senso di responsabilità nell’educazione del figlio anche se l’interessato non gradisce tali limitazioni. I valori di rubino tendono ad essere accudenti e premurosi, anche se la loro applicazione spesso può comportare comportamenti più o meno aggressivi.
Le regole di rubino entrano nel campo della passività perché, a seconda del grado di necessità che si legge nel proprio interlocutore, chi le applica potrebbe sentirsi vittima del proprio valore, finendo per agire o non agire in ottemperanza a un dogma irrigidito dall’impossibilità di fidarsi di quanto viene esplicitato. Sono evidenti i limiti a cui incorrerebbe una persona che fosse educata all’idea di “non disturbare mai gli altri”, di “essere gentile sempre, non sai quali sfide potrebbero aver affrontato le altre persone”, o di “non accettare mai le cortesie altrui, le offrono, ma solo perché vittime del loro senso di colpa, devi rifiutare sempre o risulterai maleducato”.
Le regole di Diamante – Amore
Esistono diverse formulazioni di cosa le persone intendono come regole di diamante. C’è chi fa riferimento alle regole di diamante come quelle che provano a prevedere le necessità future altrui. In altri casi, alcuni valori vengono considerati di diamante quando permettono di interagire con gli altri senza cadere nelle trappole relazionali prodotte dalle sfide emotive. Per alcune persone i valori di diamante prevedono un equilibrio perfetto, in cui ci si sappia destreggiare tra aggressività e passività in modo elegante.
Personalmente, credo sia utile considerare le regole di diamante seguendo lo stesso principio usato nei livelli valoriali precedenti. Il diamante non è migliore del piombo, è solo più raro ed adatto a meno contesti di quelli in cui può essere efficace un più comune piombo. Secondo la mia personale idea, le regole di diamante sono i valori che suggeriscono di “trattare gli altri come se fossero speciali”. È il livello di regole più passivo che prevede un’asimmetria importante tra sé e l’altra persona. Chi corteggia un’altra persona, prima o durante una relazione sentimentale, la tratta in un modo speciale che limita notevolmente lo spazio mentale che è possibile dedicare a sé stessi. I valori dell’amore e della dedizione sono valori importanti e preziosi, ma possono anche essere profondamente controproducenti.
Amore e odio sono collegati
Quando le persone mettono in atto comportamenti aggressivi, i moventi principali tendono ad essere sempre economici o romantici. I valori di diamante sono valori passivi ed è possibile esprimerli in modo equilibrato e sano, ma se chi li applica non ne comprende il funzionamento e li applica in modo meccanico rischiano spesso di creare un malessere che può produrre conseguenze gravemente aggressive o passive.
Come regolare l’aggressività e la passività
Per regolare efficacemente la propria aggressività e passività è opportuno lavorare sull’osservazione metodica e obiettiva di sé per notare e definire efficacemente i propri valori. Nella loro definizione, è possibile aiutarsi provando a etichettare i propri valori secondo le categorie Piombo, Ferro, Oro, Platino, Rubino o Diamante.
È importante ricordarsi che l’obiettivo di questo lavoro non è avere valori di diamante, anche perché non sono valori migliori degli altri. Ma è utile provare a contestualizzare il modo in cui si applicano i propri valori e chi sono gli interlocutori a cui sono rivolti. Offrire valori di piombo alle persone importanti della propria vita può essere controproducente, come offrire diamanti a chi non li apprezza potrebbe essere inefficace.
Distinguere tra valori su di sé, sugli altri e sul mondo
Inoltre è utile porre attenzione a quanti e quali valori si esprime verso sé stessi, quali verso gli altri e quali nella propria interpretazione del mondo. Offrire solo piombo o ferro verso sé stessi tende ad essere controproducente nel momento in cui si finisce per essere eccessivamente ostili verso la propria persona. Altrettanto, agire in modo eccessivamente di rubino o diamante verso sé stessi tende ad essere confusionario nel momento in cui emergono contraddizioni sui propri bisogni o non si rischia di fantasticare in modo poco realistico su di sé.
In generale, se si registrano aree in cui si pensa di essere eccessivamente aggressivi o passivi, provare a riformulare i valori coinvolti in termini di reciprocità (oro) o di equità (platino) promuovendo uguaglianza o comunicazione può essere un modo efficace per scoprire strategie comportamentali più sfumate ed efficaci.
Non esistono valori giusti o sbagliati; ma esistono valori eccessivamente assoluti, rigidi e controproducenti nel modo in cui vengono applicati a situazioni complesse. Riflettere sui propri valori è fondamentale per riformularli e regolare i comportamenti aggressivi o passivi che si desidera regolare.
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