Riassunto
Imparare ad avere una conversazione leggera è una "soft skill" preziosa. Sia per nuove conoscenze che per consolidare i rapporti.
Come avere una conversazione leggera
Imparare ad avere una conversazione leggera è una “soft skill” preziosa da coltivare. C’è tempo per parlare di argomenti profondi, e difficilmente parlare del senso della vita può essere il primo passo in una nuova conoscenza.
La conversazione leggera è uno strumento eccezionale per costruire e rinsaldare i rapporti con altre persone. Saper riempire gli spazi con il dialogo è un modo prezioso di avvicinarsi. Questo è vero sia nei rapporti con persone sconosciute, sia nei confronti di persone con cui abbiamo già un rapporto.
Non esiste un unico modo parlare con leggerezza. Online è possibile trovare guide ed elenchi che suggeriscono punto per punto come comportarsi, quali argomenti trattare, come formulare le domande e come usare il corpo. C’è chi dice di parlare di alcuni argomenti generali come il cibo, i viaggi, il tempo. Ma queste indicazioni sono discutibili. È vero che per alcune persone avere indicazioni su come usare il corpo può essere utile, ma rischia di suggerire l’idea che esista qualcosa di giusto da dire o un modo giusto di impostare il corpo.
Non esiste un modo giusto per avere una conversazione leggera con qualcuno. Chi ci riesce, non lo fa nel modo giusto. Lo fa a suo modo. E questo è il fulcro della questione. Autenticità. Cerchiamo di capire cosa significa.
Perché dicono tutti di non usare il telefono?
Una costante delle guide allo “small talk” riguarda il fatto che è meglio evitare di usare il telefono durante una conversazione leggera. Questo non significa che se non riusciamo a parlare è tutta colpa del telefono, ma che usarlo può avere più aspetti negativi che positivi. Perché?
Il telefono è fonte di informazioni, interessi, contenuti che ci intrattengono e potrebbero essere di ausilio per molte interagire con molte persone. Eppure, il telefono tende ad essere un ostacolo. È possibile che le ragioni principali possano essere 2.
- Il telefono è così pregno di contenuti da essere a tutti gli effetti considerabile un partecipante alla conversazione. Di conseguenza, portare un telefono in una conversazione è simile al portare il proprio migliore amico/a. La conversazione improvvisamente si sbilancia e l’altra persona finisce per sentirsi meno importante, esclusa dal rapporto intenso ed intimo che il proprietario del telefono ha con il suo dispositivo.
- Usare un telefono rischia facilmente di violare la regola fondamentale della conversazione leggera. Che non riguarda gli elenchi di argomenti preconfezionati o altro, ma il contesto. Un telefono è una finestra sul mondo, su luoghi e pensieri lontani che diventano facilmente accessibili e disponibili. Ma la conversazione leggera, invece, si fonda sul contesto condiviso, sul luogo in comune e su quello che è disponibile. Non sono incompatibili, ma utilizzare il telefono in una conversazione leggera richiede una strategia ragionata.
L’importanza del contesto
Il contesto è il fulcro della conversazione leggera. Non esisterebbe conversazione leggera senza un contesto condiviso. Ed è anche il motivo per cui una conversazione leggera in presenza è diversa da una conversazione leggera in videochiamata. In presenza il conversare avviene esclusivamente grazie al contesto che permette l’interazione, mentre a distanza il tutto assume contorni maggiormente astratti, sfumati e complessi. Basti pensare alle differenze nel modo in cui interagiamo con uno sconosciuto che ci rivolge la parola in un ristorante rispetto al modo in cui interagiamo con uno sconosciuto al telefono.
I greci usavano il termine philia per descrivere quello che oggi chiamiamo amicizia, cioè un rapporto affettivo creato nell’interazione con persone con cui condividiamo un contesto. Succede per le amicizie scolastiche, professionali, sportive o del territorio (quartiere, vicini, ecc…). Le persone si frequentano perché svolgono attività nello stesso contesto e, di conseguenza, alcune di esse diventano amiche. Questi rapporti, a volte profondi, solidi e incrollabili, non avvengono perché casualmente persone così perfettamente compatibili si sono incontrate. Le amicizie nascono perché il contesto condiviso ne favorisce la crescita.
Community e metaverso
Internet è una piazza virtuale enorme dalle incredibili potenzialità. Altrettanto, è un contesto così ampio da rischiare di essere dispersivo ed impersonale. Ancora, è la stessa finestra sul mondo che apriamo usando il telefono in una conversazione leggera. Non è incompatibile, ma serve pensare ad un modo per gestire le distrazioni. Una strategia che può essere di aiuto è ridurre l’apertura sconfinata delle alternative ad una nicchia specifica di contenuti. Questi ambienti, online, vengono generalmente definiti community. Un insieme di utenti interessati ad uno stesso contenuto o argomento. Cioè utenti che vivono lo stesso contesto e, grazie a quello, possono conversare leggero.
Gli investimenti sul metaverso ragionano in questa possibile direzione. Creare piazze virtuali delimitate da confini digitali ma percepibili. L’obiettivo è dare forma al contesto astratto online. L’idea ha molto senso, ma la realizzazione è ancora estremamente limitata ed embrionale. Il contenuto online generalmente fallisce quando prova ad imitare la realtà. Piuttosto, in futuro dare sostanza alle community già esistenti avrà un’efficacia più sensibile.
Discorsi contestuali
Le conversazioni leggere avvengono sempre tra persone che condividono un luogo. Per tale motivo, il luogo, nelle sue infinite sfumature, può essere oggetto della conversazione. Chiaramente è opportuno imparare a farlo con creatività. La semplice descrizione del contesto non è efficace. Questo perché l’altra persona ha accesso agli stessi contenuti e troverebbe ridondante e non interessante sentirsi ripetere l’ovvio. Quindi un discorso contestuale può essere efficace quando parla di elementi non evidenti della situazione.
Conversare con ironia
Una risorsa sono le osservazioni ironiche. L’ironia è un modo per divertire facendo osservazioni su lievi contraddizioni presenti nella situazione. Un professore che sbaglia i congiuntivi. Una macchinetta del caffè che distribuisce solo tisane. O un semaforo pedonale con un verde così rapido che richiede di correre come se si fosse in macchina. Descrivere con ironia può essere una risorsa efficace per fare conversazione leggera.
Attenzione all’ironia scelta. Esiste un modo corretto e leggero di sorridere delle contraddizioni, ed esiste un modo ostile e grezzo di deridere le fragilità. Per quanto entrambi i modi possano risultare divertenti, deridere descrive sé stessi in modo negativo. Chi deride gli altri non ha empatia e rispetto per le fragilità altrui. Di conseguenza finisce per guadagnare attenzioni perché sembra forte (nel prendersela con i deboli), ma altrettanto sarà considerato sfruttabile senza reciprocità per la sua meschinità. Tendenzialmente non è conveniente.
Ascolto attivo
In molte occasioni il motivo dell’incontro è proprio l’interlocutore. Si tratti di un primo appuntamento, come nel vedersi con amici di lunga data, l’unico (o il principale) motivo per cui ci si (ri)trova è per trascorrere tempo insieme. Quindi in tal caso l’interlocutore diventa il contesto. Tutti si è nello stesso posto per trascorrere tempo insieme. Di conseguenza, le persone presenti possono essere al centro di quello su cui fare conversazione. Anche in questo caso l’ironia può essere di aiuto, ma è facile correre il rischio di usarla in un modo che può risultare offensivo e sembrare ostili. Quindi può essere utile usarla con parsimonia, anche con persone che si conoscono bene.
Ascoltare attivamente i propri interlocutori può fare la differenza. Nell’incontro tra persone nel momento in cui l’altro è il contesto, osservare e comprendere il contesto permette di avere innumerevoli argomenti di conversazione. Quindi prima di pensare a quali argomenti si desidera proporre, può essere utile ascoltare e vedere se l’altra persona ne ha da proporre. Dare respiro al proprio interlocutore può essere vitale per non soffocare la conversazione. Provare a mostrare interesse per gli argomenti proposti è utile. Altrettanto può essere utile partecipare alla conversazione cercando l’aspetto che si ritiene più interessante per sé stessi, così da rendere realmente personale lo scambio in corso.
Rompere il ghiaccio
Se l’altra persona non offre attivamente uno spunto, può essere utile prendere l’iniziativa e rompere il ghiaccio. È possibile farlo in molti modi. Il più classico è formulare una domanda.
Per fare una domanda appropriata e personale è opportuno guardare l’altra persona. Spesso osservarsi rischia di diventare rapidamente un’indagine sul senso della vita. Domande come “sei felice?”, “cosa farai nella vita?”, “ti vedo dimagrito/sciupato/ingrassato” sono tutte domande complicate. Qui stiamo parlando di conversazione leggera. Quindi è utile ragionare su argomenti semplici.
Piuttosto che imbarcarsi su temi complessi che rischiano di mettere a disagio un interlocutore impreparato, è utile formulare domande a cui è facile e personale rispondere. Le domande spaziano dal generico “come è andata oggi?”, “cosa hai fatto ieri?”, “programmi per domani?”, a domande più personali in cui chiedere aggiornamenti su argomenti in sospeso. “Come è andato quell’appuntamento di cui mi avevi parlato?”, “come è finito quel lavoro?”, “adesso come sta il tuo gatto?”.
Domande troppo specifiche rischiano di non offrire nessuno spazio per una risposta. Domande troppo generiche rischiano di essere disorientanti e richiedere uno sforzo eccessivo all’interlocutore demotivato. È utile cercare di trovare la giusta chiave tra semplicità e complicatezza. In parte, una persona che sa rispondere con facilità ad una domanda complessa sta offrendo informazioni su di sé. Ascolto attivo significa anche questo, leggere l’altra persona e adattarsi nel corso della conversazione. Se regge le domande complesse, forse è possibile scendere in profondità. In alternativa, può essere utile alleggerire il più possibile la conversazione.
Rischio e vantaggio degli argomenti preparati
Un evergreen della conversazione leggera è prepararsi gli argomenti. Come fosse un’interrogazione scolastica, è frequente che le persone si preparino argomenti per sapere di cosa parlare. C’è chi fa viaggi costosi solo per avere qualcosa da raccontare. Alcune persone seguono lo sport per poter riempire le conversazioni con gli altri. Non è raro che i lettori dei pettegolezzi usino le storie altrui per avere qualcosa da offrire.
Prepararsi un argomento di conversazione offre vantaggi e rischi. Un vantaggio è quello di riempire il silenzio. Il silenzio non è necessariamente negativo. Non parlare ha senso nelle occasioni in cui si trascorre tempo insieme mentre si fa altro. Ma non parlare quando si prende un caffè insieme è un problema. Significa non avere nulla da dirsi, e può diventare rapidamente un silenzio assordante. Se non abbiamo nulla da dirci, perché ci siamo dati appuntamento di proposito? La relazione perde valore.
Diversamente, riempire il silenzio con argomenti preparati crea l’illusione di un’interazione. Prepararsi un argomento di conversazione contiene diversi rischi, più o meno espliciti, ma il più grave è rischiare di snaturare la conversazione. Spesso certi discorsi diventano monologhi privi di interazione, danneggiando il valore della relazione.
Meglio un canovaccio
Per limitare il rischio che un argomento preparato susciti noia e distacco è utile proteggersi utilizzando l’ascolto attivo. Osservare e dare spazio all’interlocutore limita la probabilità che l’incontro diventi sgradevole. Quindi non è sbagliato prepararsi qualcosa da dire, ma prepararsi eccessivamente è più consono ad un comizio che a una conversazione.
Piuttosto che pensare eccessivamente a cosa dire, può essere utile avere uno o più canovacci. Voler parlare delle proprie vacanze non è sbagliato, ma raccontare dettagliatamente delle proprie escursioni può essere privo di interesse. Piuttosto il tema delle vacanze, per esempio, può essere valorizzato partendo dal contesto attuale, richiamandolo in modo flessibile ancorandolo a qualcosa di presente nella situazione e condividendo un aneddoto cucito sui gusti dell’interlocutore piuttosto che sulla propria esperienza. Una modalità potrebbe essere: sapendo che l’altra persona apprezza il thè, prendere ispirazione dalle vettovaglie per fare un collegamento sul thè bevuto durante un viaggio in Giappone.
Sondaggio Instagram
In occasione di questo articolo ho effettuato un rapido sondaggio su Instagram. (https://www.instagram.com/drvaleriocelletti/) Ho chiesto di scegliere tra 4 alternative “cosa è fondamentale nella conversazione leggera?”. A) gli argomenti. B) la postura. C) i gadget tecnologici. D) il contesto.
Il pubblico di Instagram si è pronunciato sostenendo al 40,625% la risposta (D) il contesto. Il 34,375% ha scelto (A) gli argomenti. I restanti si sono divisi tra (B) postura al 18,75% e (C) gadget tecnologici al 6,25%.
Come sempre, sia il campione di riferimento che la formulazione della domanda e delle risposte portano ad un risultato che è solo indicativo, ma è interessante come la maggior parte delle persone si siano polarizzate tra contesto e argomenti. Dedicare attenzione agli argomenti è utile, ma in una conversazione leggera il contesto e la capacità di leggerlo efficacemente sono più importanti degli argomenti trattati.
Conversare non è un’azione aggressiva
La popolarità del prepararsi un argomento di conversazione va a braccetto con la credenza, spesso poco consapevole, che un buon parlatore debba essere aggressivo. Un venditore che ferma i passanti o l’anima della festa che cattura l’attenzione di tutti i presenti. Ma una buona conversazione leggera non deve essere aggressiva, altrimenti non è conversazione.
La conversazione è l’incontro con l’altro. La parola conversare ha origine dal termine latino, conversari, e significa “trovarsi insieme”. Chi vorrebbe davvero trovarsi insieme a qualcuno che vuole solo venderci qualcosa? Questa precisazione apre ad una riflessione fondamentale. Per quale motivo vogliamo conversare? Per aggredire e conquistare? O per incontrare e condividere?
È frequente che le persone vivano il conversare come un’esperienza stressante, aggressiva, da svolgere per ottenere risultati ed emergere nella palude sociale. Di conseguenza, chi vive il rapporto con gli altri con così tanta fatica è comprensibile che si armi alla conversazione come stesse andando in guerra. È possibile notarlo nelle persone che parlano tanto ed attaccano bottone con tutti, finendo spesso per parlare da sole indipendentemente da chi hanno davanti. Socialmente funziona. Intrattengono e riempiono il silenzio. Ma quanto è efficace? Quanto ci metterà il pubblico ad accorgersi che nessuno li vede?
Incontrarsi
Prendere l’iniziativa in una conversazione leggera richiede un certo grado di aggressività. Prendere l’iniziativa su qualunque cosa richiede un certo grado di aggressività. Nelle situazioni relazionali è uso distinguere tra l’aggressività e l’assertività per distinguere tra una modalità ostile e cieca di perseguire i propri obiettivi e una modalità attiva ma interattiva di avvicinarsi senza perdere di vista l’altra persona.
Per partecipare efficacemente ad una conversazione leggera serve fare propria una modalità assertiva di avvicinarsi all’altro dedicando attenzione ed energie all’altro ed al contesto, traendo spunto dal contesto per scegliere argomenti di conversazione su cui fare riferimento a canovacci personali ampi, inclusivi e sinceramente interessati alla partecipazione altrui. Incontrarsi è l’obiettivo principale della conversazione leggera, del trovarsi insieme e porre o consolidare le fondamenta del rapporto interpersonale.
Non serve conversare sempre e comunque
A volte, con alcune persone, non si avrà nulla da dire. In molti casi va bene così. Se non si ha nulla da dire con nessuno, probabilmente c’è un problema. Se si sente il bisogno di parlare con tutti, probabilmente c’è un problema. Se si vuole parlare proprio con una specifica persona, aspettando attivamente e educatamente, prima o poi arriverà il contesto giusto. Se non ne esiste uno, forse il contesto è proprio l’assenza di punti in comune. Se non c’è compatibilità, forse è utile interrogarsi meglio sul perché si desidera incontrare qualcuno di incompatibile. Non è possibile piacere a tutti. Nessuno è compatibile con tutti.
Nel caso ci sentisse in difficoltà, chiedere aiuto è il primo passo per migliorare.
Scaletta del video “Come avere una conversazione leggera, suggerimenti e avvertimenti” – Valerio Celletti