La durata della psicoterapia. Destreggiarsi tra psicoterapia interminabile, psicoterapia supportiva, psicoterapia breve e psicoterapia intensiva
La durata della psicoterapia
La psicoterapia è il trattamento di elezione per la cura dei disturbi emotivi. Un percorso di psicoterapia può essere realizzato con modalità, esiti e durate differenti.
Una distinzione interessante è quella della durata del trattamento. Alcune psicoterapie diventano interventi brevi, mentre altre finiscono per prendere in carico la persona per tutta la vita. Come si spiega tanta differenza?
In generale la psicoterapia non offre risposte immediate. Capita che già i primi colloqui smuovano il problema, ma in media per avere risultati significativi servono da quattro a sette mesi di lavoro.
Per ragionare sulla durata della psicoterapia serve considerare molti aspetti. Proviamo a capire cosa considerare nella durata della psicoterapia.
Cosa considerare nella durata della psicoterapia
Quando si parla di durata della psicoterapia, si intende la durata del percorso dal primo colloquio fino all’ultimo. Le psicoterapie non sono tutte ugualmente dense. Alcuni percorsi di psicoterapia sono composti da più colloqui a settimana, altri effettuano un colloquio a settimana o uno ogni due settimane e in altre occasioni si lavora una volta al mese.
La densità dei colloqui non è una caratteristica stabile. In psicoterapia la frequenza dei colloqui può essere scelta a inizio percorso o modificata successivamente. Nella psicoterapia cognitivo comportamentale la frequenza dei colloqui si modifica a seconda degli obiettivi. Generalmente la frequenza dei colloqui di una psicoterapia è settimanale, diventando quattordicinale o mensile verso la sua conclusione.
Una psicoterapia interminabile può avere lunga durata e cadenza settimanale, mentre la psicoterapia supportiva può mantenersi sulla frequenza mensile. Viceversa esistono percorsi di pochi mesi composti da un colloquio settimanale definiti psicoterapia breve e percorsi di pochi giorni con colloqui quotidiani detti psicoterapia intensiva.
Ricapitolando le alternative, possiamo dividere l’argomento in quattro scenari diversi. La psicoterapia interminabile, la psicoterapia supportiva, la psicoterapia breve e la psicoterapia intensiva.
La psicoterapia interminabile
Può capitare che una psicoterapia sia così duratura da diventare una psicoterapia interminabile. Questo può dipendere da diversi fattori, tra cui: la gravità del problema clinico, l’inefficacia del metodo di lavoro o la presenza di limiti che impediscono di diventare autonomi dalla psicoterapia.
Riguardo la gravità del problema, tanto più un disturbo è strutturato nel modo di pensare, tanto più è difficile scardinarlo. Questo succede soprattutto quando si aspettano decenni dall’esordio del problema prima di rivolgersi a una psicoterapia. In quel caso una psicoterapia interminabile può essere sbloccata da un sostegno psichiatrico.
Nel caso in cui un percorso psicologico sembri una psicoterapia interminabile, vale la pena di chiedersi se il metodo di lavoro sia efficace. È difficile valutare l’efficacia di un processo complesso come la psicoterapia. È qualcosa di cui è importante parlare con lo psicoterapeuta per capire come renderla più utile. Anche se non si è giunti a un risultato, è importante avere un’idea degli obiettivi concordati e del modo in cui si sta procedendo in quella direzione. Cambiare metodo di lavoro può sbloccare la situazione risolvendo una psicoterapia interminabile.
Un’altra possibilità è che la psicoterapia interminabile stia proseguendo nonostante la risoluzione del problema. In quel caso, la persona ha ottenuto beneficio dalla psicoterapia, ma non è riuscita ad applicarsi autonomamente fuori dallo studio di psicoterapia. In questo caso, è utile che la psicoterapia interminabile diventi psicoterapia supportiva.
La psicoterapia supportiva
La psicoterapia supportiva si propone l’obiettivo di consolidare i traguardi già ottenuti. Se la psicoterapia mira al cambiamento, la psicoterapia supportiva si propone di mantenerlo.
Nella maggioranza dei casi la psicoterapia supportiva è una fase della psicoterapia. Una volta raggiunti gli obiettivi di lavoro viene diminuita la frequenza dei colloqui per avviarsi alla conclusione della psicoterapia. In questo modo c’è l’occasione di sperimentarsi autonomamente nel gestire le difficoltà con il paracadute di un colloquio quattordicinale o mensile.
Per alcune persone l’autonomia è un obiettivo difficile da raggiungere. In questi casi c’è chi non riesce a mantenere i risultati raggiunti senza il supporto dello psicoterapeuta. Quando la psicoterapia supportiva diventa una fase di mantenimento, i colloqui diminuiscono di frequenza diventando mensili.
In questi casi la psicoterapia supportiva può essere considerata anche una psicoterapia interminabile. Permette di mantenere gli obiettivi raggiunti in psicoterapia diventando una fase di trattamento del problema psicologico. Il trattamento è diverso dalla cura. La cura risolve il problema alla radice, mentre il trattamento lo contiene rendendolo gestibile. La psicoterapia supportiva è un processo di cura se stimola l’autonomia, mentre è un trattamento quando contiene il problema.
La psicoterapia breve
Quando la psicoterapia dura pochi mesi è chiamata psicoterapia breve. Nella psicoterapia cognitivo comportamentale di solito è possibile osservare risultati apprezzabili in tempi che vanno dai quattro ai sette mesi. Se il percorso di psicoterapia viene concluso con successo entro questo periodo, può essere definito una psicoterapia breve.
Scegliere di lavorare su un argomento specifico permette di ottenere risultati in meno tempo. Viceversa, se la psicoterapia riguarda temi complessi i tempi si allungano di conseguenza.
L’abilità di collaborare efficacemente è un fattore determinante per le tempistiche. La relazione che viene a costruirsi in psicoterapia è centrale per guidare la collaborazione. Una relazione terapeutica poco collaborativa è difficilmente compatibile con la psicoterapia breve.
Avere un’idea realistica delle proprie difficoltà e dei tempi necessari a risolverle è importante. Pensare di risolvere problemi complessi in breve tempo non è realistico. È compito dello psicoterapeuta guidare il percorso di psicoterapia con tempi ragionevoli. Per uno psicoterapeuta valutare la possibile durata di una psicoterapia senza conoscere le risorse di una persona è una valutazione basata su statistiche generiche che potrebbero rivelarsi poco descrittive del caso specifico. Contemporaneamente sbilanciarsi su una valutazione delle tempistiche espone al rischio di confronti tra le aspettative dello psicoterapeuta e le reali possibilità della persona in psicoterapia.
Per questo si tende a evitare di fare previsioni sulla durata di una psicoterapia. Nelle condizioni adeguate, la psicoterapia diventa una psicoterapia breve. Nel caso si ritenga che la psicoterapia stia durando troppo, è utile parlarne con lo psicoterapeuta per capirne i possibili motivi.
La psicoterapia intensiva
Quando l’obiettivo della psicoterapia è definito, riguarda un problema comportamentale che si concretizza in una situazione specifica e contestuale, è possibile pensare alla psicoterapia intensiva. La psicoterapia intensiva è una psicoterapia molto breve caratterizzata da colloqui frequenti in pochi giorni. I colloqui si accompagnano a percorsi esperienziali che favoriscono le esperienze emotive ritenute utili per la situazione problematica. La densità della psicoterapia intensiva viene incontro alla difficoltà di ritagliarsi del tempo. È più semplice dedicare alcuni giorni a un problema piuttosto che un’ora alla settimana per alcuni mesi.
Data la sua specificità, la psicoterapia intensiva è indicata soprattutto per gruppi e coppie.
Nel caso in cui il tema coinvolga un gruppo, la psicoterapia intensiva è possibile soltanto nel caso in cui si riesca a definire un obiettivo chiaro e condiviso da tutti. Vista la difficoltà di individuare un problema emotivo condiviso, la psicoterapia intensiva generalmente viene usata in progetti di ampio respiro. Ad oggi gli eventi di psicoterapia intensiva più frequenti sono quelli che si propongono obiettivi comportamentali, come i ritiri incentrati sulle pratiche di meditazione e di mindfulness.
La psicoterapia intensiva si rivolge anche alle coppie. Questo approccio è poco sviluppato in Italia, tanto che è difficile trovarne esempi nostrani. Con i dovuti accomodamenti cinematografici, la psicoterapia intensiva per la coppia trova spazio in numerose commedie romantiche riguardo la terapia di coppia. Data la natura comportamentale della psicoterapia intensiva, in coppia gli obiettivi tendono a concentrarsi sulla gestione della conflittualità e sulla promozione del benessere sessuale.
L’autonomia in psicoterapia
Non esiste un unico criterio con cui prevedere il tipo di psicoterapia utile per i propri bisogni. La psicoterapia viene concordata in ogni sua fase e si costruisce insieme alla relazione terapeutica.
Una discriminante importante tra le alternative elencate è l’autonomia.
Il significato dell’autonomia può essere frainteso facilmente. Riguardo le difficoltà emotive saper essere autonomi significa saper ragionare in modo sufficientemente lucido delle proprie emozioni e avere le capacità e lo spazio mentale necessari a regolarle, sapendo riconoscere i propri limiti e chiedendo aiuto nel caso ci si scopra inefficaci.
In una psicoterapia interminabile l’autonomia può essere danneggiata comportando l’impossibilità di collaborare efficacemente con lo psicoterapeuta, o la difficoltà a lavorare fuori dalla seduta, così da aver bisogno della psicoterapia per continuare a regolare le proprie emozioni.
Nella psicoterapia supportiva l’autonomia diventa obiettivo principale del lavoro in studio.
Una psicoterapia può scoprirsi breve se esiste un grado sufficiente di autonomia già prima del suo inizio.
Nella psicoterapia intensiva si lavora su tempi così stretti che l’autonomia diventa un miraggio. Per questo la psicoterapia intensiva è rivolta a gruppi e coppie. L’idea è che l’autonomia sia una qualità che può essere compensata dalla somma degli individui che, nella psicoterapia, rinforzano i loro legame.
Psicoterapia “quanto basta”
Le quattro alternative suggerite in questo articolo sono volutamente delle semplificazioni. In mezzo a tutte queste, c’è quello che realmente accade in psicoterapia.
La durata della psicoterapia non può essere stabilita a priori. L’esito della psicoterapia nasce da un incontro tra la difficoltà del problema, le risorse del paziente, la competenza del terapeuta, la relazione in psicoterapia e altre variabili logistiche.
Nella psicoterapia cognitivo comportamentale i colloqui hanno cadenza settimanale e promuovono l’autonomia invitando al lavoro personale per tutto il tempo trascorso fuori dallo studio. A partire dal primo colloquio la persona è invitata a dedicare impegno alla risoluzione del problema individuato e accompagnata nel capire come farlo. Quando si raggiungono gli obiettivi concordati, si passa alla psicoterapia supportiva per favorire ulteriore autonomia e concludere con successo la psicoterapia. Il percorso in studio può diventare una psicoterapia breve se emergono le condizioni necessarie. È possibile progettare percorsi di psicoterapia intensiva per intervenire in questioni di interesse sociale.
Quindi la psicoterapia deve essere progettata dallo psicoterapeuta che la esegue tenendo in considerazione varie modalità. Scegliere un intervento considerando solo la sua durata è un metodo poco efficace. La psicoterapia dura il tempo che lo psicoterapeuta ritiene opportuno. In caso di insoddisfazione, è importante confrontarsi con lo psicoterapeuta per capire se cambiare metodo di lavoro, o se cambiare psicoterapeuta.
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Il dr. Valerio Celletti riceve presso lo studio di psicoterapia e sessuologia a Milano, e Online.