Esiste davvero la semplicità?


Non è semplice stabilire se esiste davvero la semplicità. Infatti a volte attività ritenute generalmente semplici possono essere invece difficili o impossibili. Spesso finiamo per definire normali o naturali i comportamenti che diamo per scontato. Diventano automatici, fatti sovrappensiero, e si finisce per darli per scontati.


Esiste davvero la semplicità?

Dalla giusta prospettiva, tutto può essere naturale e semplice. Viceversa, dalla prospettiva opposta qualunque cosa, anche la più banale, può essere estremamente complicata.

Quella della semplicità è un mantra che è possibile sentirsi ripetere in tante situazioni. Sarà capitato quasi a chiunque di sentirsi dire che è importante saper apprezzare le piccole cose della vita. Ma anche questa prospettiva può essere contemporaneamente semplice ed estremamente difficile.

Abilità semplici per compiti difficili?

Nel mondo del lavoro è possibile notare come semplice e complicato non sia possibile darli per scontati. Nel lavoro esiste da molto tempo una divisione tra competenze definite hard skill e soft skill. Le hard skill sono generalmente considerate competenze tecniche da sviluppare con la formazione, mentre le soft skill sono abilità trasversali che spesso non possono essere certificate.

In questa prospettiva, le hard skill tendono ad essere considerate difficili in quanto richiedono una formazione specifica, mentre le soft skill sembrano più semplici da acquisire distrattamente mentre si vive la propria vita. Ma non è detto che le soft skill siano davvero così semplici da acquisire. Anzi, spesso il lavoro personale per costruire una competenza soft può richiedere molto più tempo di quanto ne serva per una competenza hard.

Come retribuzione economica, il lavoro generalmente richiede competenze hard espressamente evidenziate nel curriculum. Ma le competenze tecniche difficili e hard generalmente sono necessarie soprattutto per lavori esecutivi e impiegatizi. Lavori dirigenziali di alta responsabilità richiedono un certo bagaglio di hard skill, ma solitamente coinvolgono in maniera fondamentale le soft skill che permettono di fare la differenza tra un approccio sensato e un approccio vincente. Quindi quali sono le competenze semplici? Quelle acquisibili su un manuale (per quanto complicato che sia) e che danno accesso a uno stipendio medio, o quelle da acquisire non si sa bene dove e che non danno un lavoro, ma se si ha accesso ad un lavoro possono permettere di acquisire un reddito notevole?

L’arte è semplice o difficile?

Un altro esempio di semplicità complicata è possibile osservarla nel mondo dell’arte. L’arte è un ambito in cui generalmente l’obiettivo dell’artista consiste nel promuovere emozioni nell’utenza. Ma non è semplice ottenere questo risultato. Un’opera eccessivamente difficile potrebbe essere incomprensibile e trasmettere poco. Mentre un’opera troppo semplice potrebbe risultare banale e poco stimolante. Di conseguenza, un’opera d’arte che sappia essere apprezzabile da un ampio pubblico deve necessariamente trovare un complesso equilibrio tra semplicità e complessità, risultando difficile per l’utente, ma semplice per l’artista che l’ha realizzata.

Inoltre anche performare l’arte non è per niente semplice. Molte canzoni possono essere emotivamente coinvolgenti. Non è scontato che per un artista performare una canzone emotivamente intensa sia privo di costi. Un musicista che esegue una canzone felice o triste in momenti che vive non coerenti con quello stato emotivo, potrebbe stressarsi notevolmente. Quanto costa continuare a rivivere un’emozione dolorosa?

Infatti per quanto a volte alcune persone pensino che la vita degli artisti sia facile perché, se di successo, guadagnano molto per fare qualcosa che può sembrare semplice, in realtà non è semplice e spesso porta anche a epiloghi tragici per le storie personali degli artisti stessi. Fare l’artista è semplice o difficile?

Il sesso è un comportamento semplice?

Nella sessualità un luogo comune piuttosto frequente riguarda l’idea che la sessualità sia un comportamento semplice e naturale. Molte persone fortunatamente vivono il sesso senza difficoltà, convincendosi che il sesso non debba presentare nessuna difficoltà specifica. Contemporaneamente, quando le persone iniziano ad avere difficoltà sessuali, spesso non sanno come affrontarle perché pensano che si sia rotto un meccanismo semplice che dovrebbe essere sempre e comunque tale.

Diversamente da quanto è possibile credere, il sesso e la sessualità sono attività complicate che è possibile vivere con semplicità, ma non sono semplici. Richiedono innumerevoli abilità e competenze che è importante conoscere per rimettere insieme i pezzi nel caso in cui il proprio approccio al sesso sia diventato improvvisamente complicato. Ma le difficoltà sessuali non corrispondono alla perdita di semplicità. Il sesso non è semplice neanche quando viene percepito come tale.

Semplicità e difficoltà sono prospettive

Non esistono sfide che possano essere universalmente considerabili alla nostra portata o meno. Gli stessi concetti di semplicità e difficoltà non esistono in senso assoluto. Piuttosto quando una sfida è percepita come difficile, è opportuno capire se e come lavorare per renderla maggiormente semplice.

In generale il primo passo per semplificarsi la vita consiste nel comprendere meglio il problema che risulta difficile. Successivamente è opportuno capire dove agire per rendere il tutto più semplice. È possibile agire sull’esterno, sulla situazione, sulle risorse esterne a disposizione, o sull’interno, sui pensieri e sulle risorse emotive. A seconda della difficoltà può essere più opportuno lavorare in una direzione o nell’altra.

In entrambi i casi, è opportuno sperimentare e fare dei tentativi per migliorare la situazione. E nel caso in cui ci si trovasse bloccati, chiedere aiuto è un buon modo per fare un primo passo per migliorare.

Dr. Valerio Celletti