Riassunto

Don't stay foolish

Quando è successo che essere matto è diventato un complimento?

Non è raro che alcune persone usino impropriamente i termini matto, pazzo o fuori di testa. Alcune persone lo dicono per dichiarare il proprio amore, quando affermano di “essere matti per qualcuno”. Mentre altre descrivono con orgoglio le proprie scelte lavorative o ludiche dicendo che fanno orari “da pazzi” in ufficio o di essersi divertiti “come matti” nello svolgere alcune attività ricreative.

Ma quando è successo che essere “matto” o “pazzo” è diventato un complimento?

Quando essere "matto" è diventato un complimento? Don't stay foolish - Valerio Celletti

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Stay hungry stay foolish

Un esempio relativamente recente è il discorso di ormai quasi 20 anni fa che Steve Jobs, ex Amministratore Delegato di Apple, tenne il 12 giugno del 2005 presso l’Università di Stanford. Leggi il testo completo dell’intervento (https://news.stanford.edu/2005/06/12/youve-got-find-love-jobs-says/). In quel discorso Jobs invitava gli studenti a essere “affamati e folli”, stay hungry stay foolish, usando la follia come sinonimo di ambizione, anticonformismo e irragionevole dedizione alle proprie convinzioni. Seguite i vostri sogni e fate di tutto per realizzarli anche se vi diranno che state facendo le cose sbagliate.

Chiaramente l’invito di Jobs non riguardava la salute mentale, eppure forse è utile ricordare che Steve Jobs è morto nel 2011 a seguito di una diagnosi di tumore al pancreas che forse sarebbe stata curabile se solo avesse ascoltato il parere della medicina tradizionale. Nel suo discorso a Stanford disse di aver seguito il parere dei medici, ma sembra non fosse vero. All’epoca della sua diagnosi lui scelse di non trattare la sua malattia per diverso tempo prima di intervenire in modo convenzionale, rivolgendosi prima a servizi purtroppo confermatisi inefficaci. Sicuramente avrà avuto i suoi motivi, ma credo sia possibile avere dei dubbi sul fatto che Jobs avesse chiara la distinzione tra ambizione e follia.

Steve Jobs è ricordato come un imprenditore visionario che ha rivoluzionato il suo settore, ma le persone che lo ritengono un modello da imitare cosa pensano della sua salute mentale? Pensano, in positivo, che fosse matto? Desiderano essere matti come lui?

Essere matti è un problema di equilibrio

Essere ambiziosi e motivati è una componente importante per il successo professionale e personale, ma un’ambizione “matta”, cioè priva di equilibrio e salute mentale, difficilmente porta a risultati pienamente desiderabili.

Esistono persone pazze d’amore che vivono le relazioni in modo tossico, come lavoratori integerrimi che si adattano così bene al proprio lavoro da dimenticarsi il motivo per cui stavano lavorando, e persone che, per divertirsi, finiscono per compromettere i loro progetti di vita.

I termini “matto” o “pazzo” non sono mai un complimento.

Per quanto nel linguaggio quotidiano a volte siano utilizzati con un’accezione positiva, sarebbe opportuno guardare sempre con un certo sospetto questo modo di fare apprezzamenti. Se una persona che conosciamo si descrive come matta per qualcosa, forse è possibile che stia descrivendo un comportamento privo di equilibrio.

Non tanto che l’equilibrio sia sempre fondamentale. Alcune sfide richiedono sacrifici e stili di vita sbilanciati per essere superate. Quindi non tutto deve essere sempre affrontato in modo equilibrato. Eppure, è utile che tutto sia sempre pensato tenendo in considerazione un certo grado di equilibrio.

Distinguere tra equilibrio pratico e emotivo

Questa differenza diventa evidente quando si impara a distinguere tra sfide pratiche e sfide emotive.

Le sfide pratiche riguardano comportamenti che è opportuno eseguire per risolvere un problema. Azione o inazione. Esistono comportamenti di compromesso, ma sono sempre azioni da eseguire o no. Le sfide pratiche sono sfide dicotomiche tra alternative nette, bianco o nero.

Diversamente, le sfide emotive consistono in ragionamenti e pensieri più o meno adatti che traggono vantaggio dall’apertura, dalla flessibilità e dalla complessità. Le sfide emotive non sono dicotomiche. Sono caratterizzate da ampie scale di grigi, più o meno realistiche.

Il termine matto, pazzo o folle, generalmente è utilizzato per descrivere una persona dai comportamenti eccentrici, estremi, sbilanciati o fuori dalle aspettative. Ma ciò che contraddistingue la malattia mentale non sono i comportamenti estremi, che possono essere perfettamente coerenti con una sfida pratica impegnativa, ma, piuttosto, i pensieri estremi.

“Essere matto d’amore” non significa “farei qualsiasi cosa per te”, ma, piuttosto, “non so pensare ad altro se non a te, sei la mia ossessione”. Fare “orari da pazzi” sul lavoro non significa essere dedito al lavoro, ma esserne ossessionato e non avere altre aspirazioni al di fuori di esso. Divertirsi “da matti” non significa “avere comportamenti sopra le righe nel tempo libero”, ma significa “non avere altro obiettivo nella vita oltre al distrarsi dalla propria esistenza”.

La follia è un problema di salute mentale

Essere matti non è mai un complimento. E, allo stesso tempo, non è neanche un insulto. Come difficilmente le persone troverebbero ragionevole insultare una persona in quanto diabetica, altrettanto è opportuno non etichettare come “matte” le persone.

Quando si ha la sensazione di “essere matti”, è opportuno fermare la propria attenzione sul problema che si sta affrontando interrogandosi su quanto la sfida sia prevalentemente pratica o emotiva. Se si tratta di una sfida emotiva, la propria follia riguarda la mancanza di equilibrio nel ragionamento svolto. Di conseguenza, lavorare sui propri pensieri è un buon modo di prendersi cura della propria salute mentale.

Diversamente, se si riconosce di avere a che fare con una sfida pratica, agire un comportamento privo di equilibrio può essere una scelta ragionevole che non va etichettata come matta o pazza. È frequente che le scelte ambiziose richiedano di agire comportamenti poco equilibrati. Altrettanto, uno stile di vita non equilibrato espone al rischio di acquisire modi di pensare altrettanto estremi, finendo per danneggiare la salute mentale.

Prendersi dei momenti per fermarsi e darsi la possibilità di rivalutare le proprie scelte è un buon modo di prendersi cura della propria salute, soprattutto nel caso in cui si perseguano approcci di vita ambiziosi che non vanno considerati “matti”, ma solo ambiziosi.

Dr. Valerio Celletti

Scaletta del video sul fatto che essere matto non è un complimento
Essere matto non è un complimento