Filofobia: Perché l’amore può fare paura?
Esploriamo insieme le emozioni e i comportamenti di chi vive dolorosamente la paura dell’amore.
L’amore è complicato a partire dalla sua definizione. Quando ci si dichiara, anche se si usa la stessa parola, è raro che due persone intendano esattamente la stessa cosa.
In questo senso, quando due persone che si amano si dicono “ti amo” e “anche io”, è probabile che abbiano capito solo quello che vogliono capire e che non si comunichino qualcosa di chiaro.
Partiamo quindi da un presupposto: l’amore è un tema complicato. È complicato parlarne, viverlo e condividerlo. Tutto quello che è complicato può fare paura ed essere difficile da gestire.
Scrivo questo breve testo sull’amore su richiesta di una lettrice che chiedeva di spiegargliene la filofobia, la paura dell’amore.
La filofobia
Ci si riferisce alla filofobia quando una persona prova eccessiva paura verso l’amore e tende ad evitarlo. Non esiste l’etichetta diagnostica esatta per la filofobia, ma possiamo considerarla un funzionamento inseribile all’interno delle fobie specifiche (codice DSM 300.29) con alcuni tratti del disturbo d’ansia di separazione (codice DSM 309.21).
Anche se una fobia può sembrare irrazionale e ingiustificata, è utile tenere a mente che una reazione emotiva ha sempre un senso. Nella fobia la paura è eccessiva, ma non irrazionale. Il pensiero sottostante l’emozione è quindi controproducente, esagerato, probabilmente non condivisibile, ma mantiene comunque una sua logica.
Molte persone affette da fobia tendono a non riuscire ad individuare chiaramente il pensiero che innesca l’emozione. Spesso le fobie nascono da pensieri appresi durante l’infanzia e ripetuti così spesso da non sembrare più significativi per chi li pensa, a sembrare come un rumore di fondo. Quindi, nonostante nella filofobia si abbia difficoltà a spiegarsi chiaramente, esistono buone ragioni per avere paura dell’amore.
Le emozioni dell’amore
L’amore è un sentimento piacevole, ma rischia di essere pieno di contraddizioni. Come diceva anche Catullo “Odi et amo”, ti odio e ti amo.
Amare innesca emozioni diverse che tendono ad essere intense e, quindi, difficili da gestire e dolorose. Nell’amore è tipico sentirsi felici nel pensare al partner e alla vicinanza (reale o immaginata) che si condivide. È esperienza comune sentirsi tristi per l’assenza della persona amata. Può capitare di litigare, arrabbiandosi, quando non si riesce a collaborare. Pensare di poter perdere una persona così importante può spaventare e innescare gelosie scomode.
Provare queste (e altre) emozioni è normale e non conduce alla filofobia. Si arriva ad avere paura dell’amore non perché sia complesso, ma perché si pensa di non potersi gestire.
Le emozioni nascono dai pensieri, ma, una volta innescate, influenzano il corpo e la mente. Se non si è capaci di ascoltare chiaramente i propri pensieri, è possibile arrivare a non riconoscersi nelle proprie azioni. Il fobico spesso non si riconosce nel suo comportamento spaventato, gli accade e basta, ritiene quindi che “sia più forte di lui”.
Così la persona affetta da filofobia non teme davvero l’amore, ma è terribilmente spaventata all’idea di non saperne gestire le conseguenze.
Il comportamento nella filofobia
Come la maggior parte delle persone fobiche, chi soffre di filofobia tende a evitare l’amore.
Essendo l’amore un sentimento astratto, lo si può evitare in modi diversi. Quando si ha paura di qualcosa di concreto, come nell’aracnofobia (paura dei ragni) si tende a evitare i luoghi in cui si pensa di trovarne e ad allontanarsi quando se ne vede uno. Chi soffre di filofobia invece non evita necessariamente ogni relazione o i luoghi dove possono nascere, ma evita sempre l’amore.
Può capitare di interrompere una relazione in cui ci si scopre innamorati. Ci sono persone che scelgono relazioni brevi e non impegnative per non correre il rischio di innamorarsi. Altre portano avanti relazioni insoddisfacenti per non doversi confrontare con una relazione con una persona amata. C’è chi evita del tutto le relazioni di coppia dedicandosi ad altro: gli amici, il lavoro, lo sport, i familiari, ecc…
Se nel leggere queste righe si ritiene di averle messe in pratica, è possibile che si soffra di filofobia.
Come affrontare la filofobia?
Riconoscere di avere un problema può essere il primo passo per iniziare a risolverlo.
Nella filofobia il problema non è avere paura dell’amore, ma aver troppa paura dell’amore per le sue conseguenze. È quindi importante spostare l’attenzione dall’amore alle proprie emozioni. L’amore infatti, nonostante la paura, rimane desiderabile anche per chi soffre di filofobia. Questo può sembrare contraddittorio, come l’Odi et amo di Catullo, ma non lo è. La contraddizione non è nelle emozioni, ma nelle regole che gli attribuiamo e che (come in questo caso) possono rivelarsi inefficaci nel descrivere la realtà.
Le emozioni non si escludono mai a vicenda.
Per un genitore è esperienza comprensibile provare rabbia verso un comportamento del figlio considerato sbagliato, ma ciò non mette in discussione l’amore genitoriale. Contemporaneamente, quando un genitore è arrabbiato con un figlio può capitare che il figlio non riesca a riconoscere il genitore come la persona amorevole che conosce.
Affrontare la filofobia significa attingere a piene mani alla complessità delle emozioni e iniziare a farne esperienza. A poco a poco, sarà possibile imparare ad affrontare le proprie emozioni, e conoscere meglio se stessi renderà l’amore meno terrificante. La psicoterapia è il contesto d’elezione per lavorare sulla competenza emotiva.
Come riconoscere se il partner soffre di filofobia?
Diverso invece è se il problema non è proprio, ma altrui.
Purtroppo riconoscere un funzionamento psicologico su una persona che non racconta in modo chiaro la propria esperienza è un salto nel vuoto. C’è il rischio di tirare a indovinare. Un partner affetto da filofobia può facilmente sembrare una persona dal comportamento confuso o interessata solo al sesso.
Gli aspetti da monitorare possono essere principalmente due:
- È una persona a cui capita spesso di contraddirsi. Prima fa passi avanti nella relazione e poi torna indietro in modo confuso. Questo comportamento può essere effetto dell’incompetenza emotiva che rende difficile stabilire una scala delle priorità coerente, come può essere una strategia per prendere in giro il partner in un tira e molla senza fine. Il dubbio è lecito. È lo scenario che capita di notare nelle relazioni clandestine in cui si sentono promesse di lasciare il partner ufficiale senza arrivare mai a farlo davvero.
- È una persona che desidera sentimenti intensi senza saperli gestire. Questo avviene in molti ambiti della sua vita. Nella coppia, nel sesso, nel lavoro, nel tempo libero, ecc… Se possibile, vi avrà sedotto con approcci esagerati impossibili da mantenere nel tempo. Così, dopo un momento di iniziale seduzione, sarà difficile riconoscerlo nel modo in cui, invece, si è comporta quotidianamente in coppia.
Questi indizi non costituiscono una diagnosi, che non è data dai comportamenti ma dall’esperienza sottostante. Nonostante ciò, questi comportamenti possono essere un segnale di allarme a cui porre attenzione.
Forse il/la mio/a partner soffre di filofobia. Cosa faccio?
Affrontare situazioni complesse non è facile, ma, se si è disposti ad impegnarsi, è possibile provare. Per approfondire il motivo dell’incostanza o della confusione del partner serve conoscersi intimamente. Eppure nessuno può sapere realmente cosa pensa e prova un’altra persona. Per questo l’intimità può essere costruita solo con dialogo e confronto.
Promuovere intimità
Se il confronto su temi emotivamente significativi desse adito a incoerenze e difficoltà, può essere utile promuovere l’intimità nonostante le difficoltà espressive. Approfondire insieme argomenti dalla forte carica emotiva è un buon modo per crescere emotivamente come coppia. Essendo un’esperienza impegnativa, è possibile che un partner interessato solo al sesso non collabori, mentre un partner spaventato dall’amore potrebbe esserne stimolato.
E se non ce ne fosse mai l’occasione?
Se invece non si presentassero mai difficoltà emotive, è possibile che non siate intimi o che le contraddizioni nella relazione siano un tentativo di nascondere altro.
Tutte le persone vivono momenti in cui le emozioni tendono ad intensificarsi e a diventare più difficili.Questo fenomeno è la naturale conseguenza di come le opinioni abbiano l’abitudine di irrigidirsi. Quando si cerca una spiegazione a quello che accade, capita che, appena trovata una soluzione che sembra plausibile, si creda di aver trovato una risposta. Tanto più si è convinti che sia una buona risposta, tanto più diventa difficile ricordarsi che è solo una delle possibili soluzioni. Anche per questo la scienza tiene in grande considerazione il pensiero socratico riguardo l’importanza di “sapere di non sapere”.
Dimenticarsi di affrontare i propri pensieri in modo scientifico contribuisce a creare difficoltà emotive. E’ quindi difficile che in una coppia non ci sia mai l’occasione di confrontarsi su temi emotivamente intensi. Se l’altra persona ritiene non ci sia nulla di intimo di cui parlare, è possibile che non sappia leggere le sue difficoltà così da non saperle spiegare o che non voglia intimità. In entrambi i casi, per incapacità o non volontà, la coppia finisce per essere priva di intimità. Costruire la consapevolezza di sé necessaria a un confronto intimo è un obiettivo che richiede di dedicarsi tempo e impegno.
Aiutare solo quando si è in grado di farlo
In entrambi i casi, sconsiglio sempre di aiutare qualcuno a discapito di se stessi. Sacrificarsi per un partner è raro che porti a qualcosa di buono. È meglio offrire il proprio aiuto all’interno di una relazione che comunque risulti soddisfacente per i propri bisogni. Nel caso in cui si voglia aiutare una persona affetta da filofobia poco propensa al cambiamento, è possibile aiutarla anche da amici, senza condividere una relazione di coppia. In questo modo, la persona affetta da filofobia continuerà a frequentare chi apprezza ma non deve amare, mentre chi stava cercando di manipolarvi perderà interesse.
Suggerire a un partner che soffre di filofobia di iniziare una psicoterapia può essere più efficace del dedicargli amore senza sentirsi amati come si vorrebbe.
Conclusione
La filofobia è una fobia complessa perché tocca un tema relazionale e coinvolge direttamente un’altra persona. In amore essere chiari è difficile, ma importante.
Nel caso in cui si soffra di filofobia, regalare a sé e alla coppia più chiarezza è un passo importante per iniziare a vivere un sentimento complesso e desiderabile come l’amore. Evitare l’amore rimanda il problema, ma non lo risolve, anzi! Nel tempo il dolore per il mancato amore può peggiorare ed è quindi possibile prendere decisioni che, anni prima, sembravano impossibili. A quel punto, le contraddizioni non saranno più solo nella propria emotività, ma anche nella considerazione che si nutre per se stessi.
Allo stesso tempo, evitare di affrontare i problemi a volte è confortevole e si preferisce non rinunciarvi.
Quanto dirò forse può risultare impopolare, ma la comodità non è lo scopo dell’esistenza. Affrontare le piccole e grandi difficoltà della vita è un passo necessario per ottenere quello che si desidera. Questo non produce necessariamente benessere e spesso le difficoltà della vita rischiano anche di peggiorare il carattere delle persone rendendolo spigoloso e aggressivo.
Eppure, trovare il modo di affrontare le difficoltà della vita è un percorso che può rendere gestibile qualcosa considerato precedentemente impossibile, permettendo di guardarsi indietro e di vedere lo svolgersi di un percorso senza percepirsi sempre allo stesso punto. Evitare è un comportamento che può essere utile solo per alcuni specifici problemi e in casi particolari; l’amore non è uno di questi.
Se credi di soffrire di filofobia o di essere coinvolto in una relazione complicata, valuta la possibilità di fissare un primo appuntamento per un colloquio di psicoterapia individuale o di coppia.
Il dr. Valerio Celletti riceve presso lo studio di psicoterapia e sessuologia a Milano e Online