La fobia specifica. Diagnosi e trattamento
Cos’è una fobia?
Una fobia è un modo rigidamente spaventato di vivere il contatto con un oggetto, un luogo o una situazione. È possibile avere fobia di qualsiasi cosa. L’oggetto della fobia di solito è chiamato “stimolo fobico”. C’è chi ha fobia del volare, chi dell’altezza, di animali o del sangue. Ma avere paura di qualcosa non significa averne una fobia. La paura è un’emozione naturale e transitoria. Quindi, per esempio, chi ha paura di subire un’iniezione può calmarsi e procedere con la puntura. Mentre chi ha fobia delle iniezioni vive l’esperienza di una paura incontenibile e refrattaria a ogni tentativo di placarla. La fobia è così ingestibile da spingere a fare tutto il possibile per evitare lo stimolo fobico.
Generalmente chi soffre di una fobia specifica la vive con così tanta intensità da non riuscire neanche ad ascoltare i propri pensieri. Evitare lo stimolo che innesca fobia è così fondamentale da far perdere di vista tutto il resto.
Le fobie specifiche possono riguardare situazioni o oggetti di ogni genere. Di solito le persone che soffrono di fobia specifica hanno paura di almeno tre situazioni. La fobia tende a non essere conseguenza di un’esperienza specifica, ma di un modo di funzionare che finisce per coinvolgere più stimoli che, agli occhi del fobico, diventano stimoli fobici. A volte le fobie sono collegabili a eventi che ne hanno innescato il funzionamento, ma raramente si tratta di eventi d’intensità tale da spiegare la reazione fobica.
I criteri diagnostici della fobia specifica
Per diagnosticare una fobia specifica serve che siano soddisfatti diversi criteri.
A) La paura deve essere rivolta a un oggetto o una situazione specifici. Nel caso in cui la paura non fosse collegata a nulla di specifico, non è una fobia. Esperienze di ansia generica sono descritte più adeguatamente dal disturbo d’ansia generalizzata.
B) Esporsi (o pensare di essere esposti) all’oggetto o alla situazione fobica deve produrre quasi sempre la reazione di paura. Se la paura si innesca con frequenza incostante, non è una fobia. La fobia è conseguenza di un ragionamento automatico percepito indipendente dalla volontà.
C) La persona evita attivamente la situazione o l’oggetto fobico e fa tutto il possibile per ridurre al minimo il tempo di contatto. Se la persona riesce a sopportare la presenza dello stimolo fobico senza evitarlo è possibile che non si tratti di una fobia, o che sia sulla strada giusta per guarirne.
D) La paura innescata dalla fobia è considerabile eccessiva. Lo psicologo deve poter valutare che il pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione è minore di quanto ritiene la persona fobica. Avere paura di situazioni potenzialmente mortali non è una fobia, è buon senso.
E) La fobia persiste per almeno sei mesi. Quindi non è considerabile fobia un’esperienza unica o temporanea.
F) Per essere considerata una fobia, la situazione fobica o i suoi evitamenti devono produrre molto disagio o compromettere la vita quotidiana.
G) La fobia specifica deve sembrare l’etichetta diagnostica più appropriata per descrivere il problema.
Conseguenze e effetti secondari
Soffrire di una fobia specifica non ha necessariamente ripercussioni dirette sulla qualità della vita. Molte persone con fobie specifiche hanno uno stile di vita indipendente da questa patologia. Le conseguenze di una fobia specifica sono tanto maggiori tanto più lo stimolo fobico è comune nella vita della persona. Per esempio, una persona che ha fobia dei cavalli tende a essere meno danneggiata di una persona che ha fobia dei cani.
Conseguenze sul lavoro
Le conseguenze più evidenti della fobia specifica si manifestano nel caso in cui la fobia riguardi uno stimolo che può essere presente nell’ambiente di lavoro. È possibile che sapere di soffrire di una fobia possa spingere a evitare situazioni che invece andrebbero affrontate diversamente, compromettendo il comportamento lavorativo. Quindi le fobie tendono a danneggiare di più le professioni che richiedono maggiore versatilità.
Per esempio, un medico con la fobia dello sporco potrebbe essere frettoloso e poco obiettivo nei confronti di chi si presenta in ambulatorio visibilmente sporco o maleodorante.
Conseguenze per l’autostima
Soffrire di una fobia specifica non ha dirette conseguenze sull’autostima. Però sapere di soffrire di una fobia specifica innesca una serie di pensieri e comportamenti percepiti come più forti della propria volontà. L’esperienza di vedersi condizionati da pensieri e comportamenti involontari può danneggiare l’autostima. La consapevolezza che lo stimolo fobico può essere affrontato da altre persone con naturalezza può favorire un confronto sfavorevole, danneggiando l’autostima.
Conseguenze per le emozioni
La fobia specifica è intimamente legata a vissuti di paura e disgusto nei confronti dello stimolo fobico. A causa dell’intensità dei pensieri riguardanti la fobia, i pensieri che precedono le emozioni sono percepiti in modo confuso. Per questo, molte persone con fobia specifica tendono a convincersi che la loro emozione sia prodotta dallo stimolo fobico piuttosto che dai propri pensieri.
L’esperienza ripetuta della fobia può favorire l’idea che l’emozione non sia l’espressione di un modo personale di valutare un pensiero, ma che abbia un valore autonomo e sovrannaturale. Per esempio, l’idea che se provo paura mentre entro in un ascensore, questo non descriva la mia idea che sia terribile se accadesse qualcosa di pericoloso, ma che sia un segnale inconscio che mi avverte di quanto realmente la situazione sia pericolosa, anche se non c’è nessun indizio che lo sia. Questo modo magico di ragionare sulla propria emotività danneggia la competenza emotiva con conseguenze anche su altre esperienze.
Conseguenze per le relazioni
Soffrire di una fobia specifica è un’esperienza con conseguenze principalmente individuali. Nonostante questo, soffrire di una fobia può avere delle implicazioni nel rapporto con gli altri. A seconda della situazione, della fobia e delle persone coinvolte, le conseguenze relazionali possono essere piacevoli o sgradevoli. Per esempio, una fobia che danneggia gravemente la relazione di coppia è la filofobia.
Nelle relazioni amicali è possibile che questa difficoltà sia percepita come un grave difetto o come un’eccentricità personale. Quindi in alcuni casi sapere delle fobie altrui può allontanare alcune persone, mentre in altri casi può facilitare l’instaurarsi di un rapporto di amicizia anche con lo scopo di condividere e supportarsi reciprocamente.
In una relazione di coppia le fobie specifiche possono rinforzare il legame tra i partner. Per le coppie unite da un’idea di protezione, il fatto che un partner abbia una difficoltà che ritiene irrisolvibile e che l’altro riesce ad affrontare con semplicità è un’ottima occasione per rivestire il ruolo di protettore senza esporsi concretamente a un pericolo. Quindi esistono occasioni in cui la presenza di una fobia specifica rafforza la relazione di coppia.
In altri casi, la presenza di una fobia specifica può danneggiare la relazione. Questo accade spesso quando i comportamenti di evitamento del partner fobico limitano la libertà dell’altro. Anche in questo caso, la coppia non è danneggiata direttamente dalla fobia, ma dai suoi comportamenti di evitamento.
Trattamento della fobia specifica
La fobia specifica origina da una profonda convinzione che uno stimolo possa essere ingestibile. L’esperienza spontanea di interazione con il mondo difficilmente spinge a queste conclusioni. Per questo, solitamente, le idee fondanti la prospettiva fobica sono pensieri appresi. È raro che qualcuno si proponga di insegnare a essere fobico. Parlare di apprendimento, quindi, non significa che volontariamente sia stato insegnato a pensare in modo fobico, ma che alcuni insegnamenti siano stati fraintesi ed esagerati creando un modo emotivamente inefficace di affrontare una situazione. Una volta appreso un modo fobico di esplorare la realtà, questo approccio finisce per essere applicato a uno o più stimoli fobici in modo confusionario.
Poiché il problema della fobia specifica è causato da un modo di ragionare, la psicoterapia è il trattamento d’elezione per la cura della fobia specifica.
I farmaci sono un aiuto per l’esposizione
Quello della fobia specifica è un disturbo in cui l’uso di farmaci può essere efficace come accompagnamento di alcune fasi della psicoterapia. L’esperienza fobica è improvvisa e contestuale. È poco efficace usare un farmaco per prevenire un problema che potrebbe non manifestarsi mai. Nelle fobie il farmaco non può essere usato come si fa con un analgesico per alleviare i sintomi dopo che si sono manifestati.
Un passaggio importante della psicoterapia per la fobia specifica consiste nell’imparare a gestire il comportamento fobico. Per fare questo, quando si è pronti, ci si espone volontariamente allo stimolo fobico per capire se è possibile farne esperienza in modo meno doloroso. I farmaci non impediscono la fobia, ma possono essere utili per aiutare a contenere i comportamenti di evitamento che precedono l’episodio fobico. In questo modo il farmaco può facilitare l’esplorazione della fobia, favorendone la cura.
La psicoterapia per la fobia specifica
Il disturbo è prodotto da pensieri rigidi e automatici che innescano emozioni intense che superano la capacità personale di tollerare il dolore emotivo. L’idea che uno stimolo sia fobico è stata appresa durante esperienze intense, oppure nasce da ragionamento spontaneo che non trova riscontro in un episodio rilevante. In entrambi i casi, i pensieri al centro dell’esperienza fobica sono il prodotto di un modo fobico di interpretare la realtà. Per questo la psicoterapia della fobia specifica cura il problema riportando la persona al centro della propria esperienza.
Il percorso di cura della fobia specifica passa per una definizione più efficace del problema, l’approfondimento e il potenziamento delle competenze emotive e lo sviluppo di una capacità autonoma di esplorare le difficoltà.
I comportamenti di evitamento hanno un ruolo importante nell’origine del problema e nel peggiorarlo. Per questo la psicoterapia della fobia specifica pone particolare attenzione ai comportamenti, stimolandone la comprensione e la gestione volontaria.
Quando si lavora sulle fobie specifiche, può essere complesso costruire un clima di collaborazione efficace. Chi soffre di fobia specifica tende a rendersi conto dell’esagerazione della propria reazione e, contemporaneamente, non riesce a prenderne le distanze. La persona percepisce l’argomento come contemporaneamente semplice e impossibile. Questa ambivalenza rischia di ostacolare la fiducia nella possibilità che un’altra persona possa comprendere la propria difficoltà. Per questo, punto centrale della psicoterapia per la fobia è la costruzione di un rapporto di fiducia.
Obiettivi della psicoterapia per la fobia specifica
La psicoterapia per la fobia specifica ha come obiettivo che gli stimoli fobici perdano il proprio valore emotivo e che la persona possa imparare a esplorare le difficoltà in modo più efficace.
Contatti
Se ritieni di soffrire di una fobia specifica e vuoi provare a richiedere un consulto, usa il modulo sottostante per contattarmi e fissare un primo appuntamento.
Il dr. Valerio Celletti riceve presso lo studio di psicoterapia e sessuologia a Milano e Online.