Il benessere emotivo e i limiti delle soluzioni comportamentali


Per promuovere il benessere emotivo è importante chiarire che è necessario lavorare sui pensieri. Molti professionisti del benessere vendono la speranza di sentirsi mentalmente meglio tramite serie di comportamenti da inserire nella propria routine. Soluzioni comportamentali che valgono per i problemi pratici, ma non sono altrettanto efficaci per i problemi emotivi. Riporre troppe aspettative nelle soluzioni pratiche rischia di danneggiare la salute mentale.


I Guru del benessere

Il benessere è un obiettivo importante. Ad oggi il diritto al benessere è tutelato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che promuove l’idea che tutti abbiano diritto a vivere la propria vita con almeno un certo grado di benessere. Di conseguenza, le persone cercano soluzioni per stare meglio e spesso trovano risposte nei guru del benessere. I Guru del benessere sono persone che danno suggerimenti per vivere una vita piacevole, felice e soddisfacente all’insegna del benessere personale, relazionale e sociale. Queste figure professionali sono sempre esistite. Un tempo i Guru del benessere avevano una componente religiosa. Il sacerdote assolveva il peccato, dava una lieve punizione in preghiere e indicava il comportamento corretto. Per gli alternativi esistevano le strade magiche della divinazione tramite i tarocchi o altri riti vari. Con la crisi delle religioni, i Guru del benessere sono progressivamente diventati virali sui social offrendo soluzioni laiche. Troverai il benessere correndo tutte le mattine o allenandoti con regolarità. Nutrendoti in modo sano, diventerai più felice. Andando alle feste più ricercate, viaggiando tra le mete più esotiche e guidando le automobili più costose, assaporerai il bello della vita.

Le soluzioni proposte, generalmente, hanno tutte una qualche utilità. Se fossero suggerimenti totalmente inutili, non avrebbero alcun successo e verrebbero abbandonati rapidamente. Invece i suggerimenti dei Guru del benessere generalmente possono portare ad alcuni benefici. Fare quello che suggerisce il sacerdote toglie la responsabilità di scegliere cosa fare. Seguire la cartomante allevia la paura dei pericoli, offrendomi un senso del controllo illusorio, ma piacevole. L’attività sportiva moderata migliora il corpo, e rilassa la muscolatura e favorisce un’idea di sé sessualmente desiderabile con evidenti risvolti relazionali. Mangiare sano o leggero aiuta a mantenere un peso bilanciato e previene numerose complicazioni digestive. Viaggiare può essere intellettualmente stimolante e offrire occasioni che non si presenterebbero rimanendo in casa.

Cos’è il benessere emotivo

Il limite principale dei suggerimenti espressi dai Guru del benessere riguarda il fatto che offrono tutti soluzioni comportamentali. Nella maggior parte dei casi, chi indirizza verso un maggior benessere parla di fare qualcosa, come se il benessere fosse un obiettivo perseguibile tramite uno spostamento fisico. Ma non è così. Alcuni suggerimenti, a volte, entrano nel campo dell’introspezione. Ma nella maggior parte dei casi lo fanno mantenendo l’attenzione sul comportamento o agendo in modo brusco. A titolo esemplificativo, c’è chi invita a meditare quotidianamente (comportamento) per guarire la mente. In altri casi c’è chi agisce in modo brusco, invitando a riempirsi la testa solo con determinati pensieri positivi o a non fare pensieri peccaminosi perché originati da fonti malvagie. Pensiero positivo e pensiero peccaminoso possono sembrare teorie diverse, ma sono estremi opposti dello stesso approccio.

Il benessere non è qualcosa di perseguibile tramite una ricetta standard. È uno stato psicofisico che coinvolge la salute fisica e mentale. Per vivere con benessere serve riuscire a stare sufficientemente bene ed essere sufficientemente in salute, sia nel corpo che nella mente. E dato che tutte le persone hanno dei limiti fisici o mentali, non si tratta di un traguardo in senso assoluto. Non si tratta di non avere nessun problema fisico o di non avere nessuna fragilità emotiva. Piuttosto, perseguire il benessere significa condurre uno stile di vita sufficientemente salutare con comportamenti che promuovono la salute fisica e con modalità di pensiero che favoriscono la salute mentale. In alcuni casi la definizione di benessere viene estesa ad aspetti relazionali o sociali, ma è appropriato ricondurli a comportamenti da valutare caso per caso, approfondendo le necessità emotive e relazionali individuali incluse nella salute mentale.

I limiti delle soluzioni comportamentali

Le soluzioni comportamentali favoriscono il benessere e, per alcune persone, possono essere un modo ideale di trovare una sufficiente salute fisica e mentale in accordo con i propri limiti. Però, a volte, le soluzioni comportamentali rischiano di essere una modalità impersonale con cui trovare una soluzione temporanea che rimanda il problema. Correre tutte le mattine è un buon modo di promuovere uno stile di vita sano. Ma, cosa succede quando non è possibile correre? Quando ci si infortuna? Come reagire al sopraggiungere di altri impegni?

Di solito chi promuove soluzioni comportamentali tende a rispondere in modo piuttosto semplice a chi le contesta. La risposta più frequente riguarda l’assenza di forza di volontà. Questa affermazione non contiene molto significato. Gli studi sulla motivazione insegnano che per promuovere un’azione non basta una generica forza di volontà. Serve comprendere l’azione, comprendere il motivo per cui metterla in pratica, avere un’idea sufficientemente chiara degli ostacoli nel compierla, riuscire a risolverli, e quindi, solo dopo tutto questo, agire. Parlare di forza di volontà favorisce lo stereotipo che esista un’unica semplice soluzione per agire. Invece i processi decisionali sottostanti l’adozione di un comportamento sono molto più complessi. Un secondo limite fondamentale delle soluzioni comportamentali è che, di solito, non pongono sufficiente attenzione all’esame del processo decisionale.

Infine, un terzo limite forse più grave dei precedenti, riguarda l’impatto identitario. Correre rende “runner”. Meditare rende “spirituali”. Pregare rende “fedeli”. Non c’è nulla di male a coltivare delle passioni, ma, se viene proposto come soluzione per vivere con benessere l’esistenza e viene fatto in assenza di un supporto psicologico che aiuti ad integrare questa soluzione in una modalità flessibile e salutare di vivere la propria passione, c’è il rischio che l’identità personale si plasmi intorno alla soluzione tanto da diventarne dipendente per mantenere il proprio benessere.

Le soluzioni emotive

Risolvere un problema emotivo è diverso dal risolvere un problema pratico. Allenarsi, dimagrire, mangiare sano, socializzare, esplorare, sono attività pratiche che possono influenzare indirettamente gli stati emotivi, ma non li modificano direttamente. Essere allenati, magri, ben nutriti, pieni di amicizie ed aver viaggiato in tutto il mondo non implica nessuno stato emotivo. Esistono molte persone felici di essersi allenate, come esistono altrettante persone che provano tristezza durante e dopo lo sport. L’idea che il comportamento possa indurre uno stato emotivo, è una estrema semplificazione. La maggior parte di chi si allena, tende a viverlo in modo prevalentemente felice, ma proprio perché gli altri smettono di allenarsi o trovano soluzioni intermedie. Le palestre ospitano molte persone che trascorrono la maggior parte della propria sessione di allenamento a socializzare invece che allenarsi.

Le emozioni sono conseguenza di una valutazione sui propri pensieri. I comportamenti possono favorire situazioni interpretabili secondo alcune opinioni frequenti, ma non sono universali. Quindi, per esempio, è ragionevole che ad un funerale la maggior parte delle persone possa sentirsi triste, ma esiste spesso una parte dei presenti che non prova nessun coinvolgimento emotivo.

Per promuovere il benessere emotivo, serve lavorare sul costruire soluzioni emotive ai propri problemi emotivi. E per far questo, è importante imparare ad ascoltare ed ordinare i propri pensieri, per comprendere il senso delle emozioni e lavorare attivamente sull’abilità di costruire un dialogo gentile, convincente, volontario e coerente con sé stessi, favorendo prospettive coerenti con la salute mentale. Questo non implica che uno stile di vita sano non sia importante. È fondamentale condurre uno stile di vita sano. Ma lo è per favorire la salute fisica. La salute mentale, invece, non deriva dalla semplice applicazione di una prescrizione comportamentale. Impariamo a riconoscere la differenza.

Dr. Valerio Celletti