L’intelligenza è sopravvalutata


Spesso le persone sopravvalutano il ruolo dell’intelligenza. Essere intelligenti ha molti vantaggi, ma non risolve tutti i problemi. A volte fare troppo affidamento sulla propria intelligenza può far tralasciare elementi importanti che, invece, permetterebbero di ottenere risultati più soddisfacenti.


L’intelligenza non è la soluzione a tutti i problemi

Può capitare che in alcune occasioni l’intelligenza possa essere percepita come un vantaggio insuperabile. Alcune persone pensano che se una persona è intelligente, allora non può avere problemi. Risolverà agilmente tutti gli ostacoli che gli si presenteranno senza particolari difficoltà. Dato che la gestione delle emozioni si fonda sull’analisi delle situazioni e dei pensieri, molte persone pensano che chi è intelligente non abbia difficoltà emotive o non possa star male. In modo opposto, altri pensano che siano solo le persone intelligenti a farsi certi problemi e che essere poco intelligenti porti a vantaggi emotivi. Non rendersi conto delle cose può essere un buon motivo per non soffrire, ma certamente non è l’unico.

Di conseguenza, capita che alcune persone pensino che avrebbero dovuto essere più o meno intelligenti per risolvere i propri problemi. In questo ragionamento, l’intelligenza è sopravvalutata. Infatti chi ragiona sulla propria intelligenza tende ad affidare un ruolo importante ad un concetto, l’intelligenza, che ha meno significato di quanto si tende a credere.

Non abbiamo una definizione convincente di intelligenza

Quello dell’intelligenza è un concetto complesso. Ad oggi non abbiamo ancora una definizione convincente ed esaustiva di cosa sia l’intelligenza. Spesso l’intelligenza è considerata una capacità di pianificare, ragionare, affrontare problemi, interpretare le novità, ecc… Ma questi elementi tendono ad essere tutte conseguenze di un concetto molto vago. Nonostante non sia esaustivo, preferisco utilizzare il concetto di cognizione che fa riferimento ad un processo associativo in cui due informazioni vengono messe in collegamento perché siano elaborabili. Tanto più rapida ed efficace è la capacità cognitiva, tanto più probabilmente l’intelligenza è considerabile elevata.

Per esemplificare questo concetto può essere utile fare riferimento ai computer, che diventano sempre più veloci ad ogni generazione. Ma non è completamente argomentabile perché un computer veloce dovrebbe essere più capace di un modello più lento. Se il computer lento ha un programma di cui ho bisogno che non è presente sul computer veloce, quello vecchio potrebbe risultare più efficace nel risolvere la mia esigenza ed essere, quindi, più intelligente.

L’intelligenza emotiva

Un concetto relativamente recente è quello di intelligenza emotiva che descrive una modalità efficace di approcciarsi alle emozioni. L’intelligenza emotiva non è conseguenza dell’intelligenza “generale”. Piuttosto è una modalità efficace di riconoscere, comprendere e affrontare i problemi emotivi. Una buona intelligenza emotiva può essere appresa spontaneamente o tramite la psicoterapia. Essere estremamente rapidi nel ragionare può essere un vantaggio, ma può anche ostacolare rendendo poco propensi a rallentare il necessario per rimettere in discussione alcune credenze irrazionali controproducenti.

Il fatto che l’intelligenza possa essere sia un vantaggio che un ostacolo è vero sia per chi usufruisce della psicoterapia, sia per lo psicoterapeuta che la svolge. Infatti l’idea cinematografica dello psicoterapeuta che dice frasi illuminanti tramite intelligenti interpretazioni del vissuto altrui è un’idea irrealistica e controproducente. Per quanto possa essere utile, lo psicoterapeuta non deve essere una persona intelligente che presta aiuto a persone meno brillanti. Piuttosto lo psicoterapeuta è un professionista con cui collaborare per imparare ad applicare un metodo che permetta di migliorare la propria intelligenza emotiva.

Riprendendo la similitudine con il computer, è come installare il programma desiderato. Tutti abbiamo le risorse per ragionare in modo più salutare sulla nostra emotività e possiamo aspirare ad un maggior benessere emotivo. Essere intelligenti può favorire la collaborazione, come a volte può complicarla per una difficoltà specifica o generale a collaborare. Infatti le persone molto intelligenti a volte hanno difficoltà ad usare un linguaggio diverso dal proprio o a collaborare con persone che vanno a velocità diverse dalla loro, finendo per isolarsi.

Non serve fare tutto da soli

Quindi sopravvalutare l’intelligenza considerandola come la soluzione a tutte le difficoltà è una convinzione poco credibile che potrebbe favorire ulteriori problemi. È importante impegnarsi a non essere distratti dalla convinzione nel ruolo fondamentale dell’intelligenza e ragionare sui problemi per quello che sono, cercando di volta in volta l’aiuto necessario a risolverli nel modo più efficace.

Dr. Valerio Celletti