La vernice sposta il metallo


L’interazione degli elementi presenti in un sistema è un meccanismo complesso difficile da prevedere. Esistono innumerevoli livelli di interazione, alcuni più evidenti, altri meno. Guardando le cose dalla giusta prospettiva, esistono interazioni non evidenti, eppure fondamentali. Come quando la vernice sposta il metallo.


Ogni parola è un fallimento

Ergonomia. Capitolo 1. Paragrafo 1. Ogni parola è un fallimento. È curioso come uno dei fondamenti dell’ergonomia, la scienza che si occupa dell’interazione tra uomo, macchina e ambiente, sottolinei a gran voce che le parole, elemento fondamentale e fondante della comunicazione umana, sono un limite.

Infatti tutte le interazioni possono essere veicolate tramite il linguaggio. Questa qualità è anche un limite profondo insito nelle parole. È possibile comporle per produrre ogni combinazione e significato possibile e, contemporaneamente, richiedono uno sforzo interpretativo che le rende inutili.

Spesso siamo sovrappensiero e non ci soffermiamo a tradurre le parole in significati. Così facendo, non riusciamo neanche ad aprire agilmente una porta su cui è scritto spingere o tirare.

Con o senza manuale di istruzioni?

Soffermarsi sulle parole e sui significati è alla base di ogni manuale di istruzioni di qualunque oggetto in nostro possesso. Pagine e pagine di spiegazioni dettagliate di come interagire con X per ottenere Y. Gli oggetti ergonomicamente meno validi necessitano di manuali potenzialmente incomprensibili. Diversamente, tanto più è ergonomicamente valido un oggetto, tanto meno è necessario accompagnarlo con un libretto di istruzioni.

Se acquisto un piatto, la forma dell’oggetto suggerisce il suo uso. Rientra nella categoria dei contenitori, potrei usarlo per contenere qualcosa. Storicamente non è mai servito sapere altro. Diversamente, con il progresso la qualità ergonomica dei piatti è peggiorata, tanto che oggi non è più possibile venderli senza accompagnarli con istruzioni. Sotto i piatti moderni è generalmente riportato un simbolo che spiega se il piatto è adatto al microonde o alla lavastoviglie. La tecnologia ha danneggiato l’ergonomia del prodotto.

L’importanza dei simboli

I simboli sono una scorciatoia efficace per veicolare significati senza ricorrere a parole. È più efficace il logo della lavastoviglie che non una frase tradotta in 10 lingue che spieghi come è opportuno lavare il piatto. Scrivere un contenuto simile equivarrebbe a riempire il prodotto con un muro di parole di scarsa accessibilità.

Dove le parole sono un fallimento, i simboli sono un male necessario.

Il mondo della segnaletica stradale è un settore in cui è stato svolto un lavoro magistrale nel veicolare innumerevoli significati a persone distratte. I cartelli stradali sono il risultato di un lavoro di incredibile limatura svolta per veicolare significati in modo efficace.

Le linee della segnaletica orizzontale, continue o tratteggiate; la segnaletica verticale, cartelli triangolari, tondi, quadrati, ecc… Tra tutti, i cartelli quadrati sono la segnaletica meno efficace tra quella disponibile. Contengono informazioni importanti, ma spesso incomprensibili. A 36 anni ho ancora dubbi nel comprendere rapidamente la differenza tra un parcheggio festivo e uno feriale.

La vernice sposta il metallo

A mio avviso, la segnaletica orizzontale è la conquista più incredibile dell’ergonomia del codice della strada. Senza né parole né simboli, le righe dipinte sull’asfalto muovono tonnellate di veicoli ogni giorno. Una riga per terra comunica informazioni senza bisogno di processi interpretativi complessi. La semplice percezione dell’oggetto indica una divisione tra due aree della strada.

Tragicamente il disastro di Linate del 2001 in cui morirono 118 persone fu provocato proprio dalla segnaletica orizzontale dell’aeroporto. Nel 2001 l’aeroporto di Linate era una struttura gestita male in cui la responsabilità, come spesso capita nelle strutture pubbliche, era divisa tra troppi interlocutori. Aziende diverse di occupavano della manutenzione della segnaletica, così che arrivò il giorno in cui la segnaletica orizzontale era dipinta più volte in modo incoerente. Chi aveva dipinto la nuova segnaletica non si era preoccupato di cancellare la precedente, portando ad un fraintendimento tra il pilota di un aereo privato e la torre di controllo, che diede istruzioni di seguire un percorso mentre il pilota seguendo la segnaletica a cui pensava che la torre di controllo facesse riferimento, finì in un punto diverso dell’aeroporto. Il risultato fu trovarsi nel mezzo della corsa di un aereo con passeggeri, provocando un’enorme esplosione.

La vernice sposta il metallo e, a volte, uccide le persone.

Informazioni, simboli e parole

Nelle interazioni umane la comunicazione è pregna di informazioni, simboli e parole. È frequente che alcune persone siano convinte che tutto sia un dato di fatto. Che la realtà sia quella percepita e non esistano simboli o parole da interpretare. Come spesso può capitare che non ci si renda pienamente conto di come il nostro punto di vista sia basato su informazioni, simboli e parole non sempre efficacemente distinte. Sono errori. Tutto può essere almeno parzialmente interpretabile, come altrettanto sarebbe un errore pensare che tutto sia completamente interpretabile. Esistono dati più informativi di altri ed informazioni più realistiche ed oggettive di altre; elementi simbolici sintetici ed affidabili e significati astratti più o meno attendibili.

Riuscire a dare la giusta dignità a tutta la comunicazione è utile per favorire un dialogo costruttivo, con altre persone e con sé stessi.

Alcuni errori frequenti

È frequente che le persone tendano ad avere una preferenza per un singolo registro.

  1. Chi è convinto che tutto sia oggettivo, come se esistessero solo informazioni, spesso finisce per avere un punto di vista poco introspettivo e psicologico. Finisce per avere una concezione deterministica degli eventi e tende a non comprendere come mai gli esseri viventi non rispondano efficacemente alle sue previsioni.
  2. Altrettanto spesso alcune persone riconoscono il senso simbolico delle proprie idee, ma sono convinte che siano verità universali. Così facendo, tendono a confondere esperienze personali per verità assolute, non rendendosi conto che il proprio percorso di vita non è generalizzabile né statisticamente attendibile.
  3. Infine chi fa molto affidamento sul linguaggio, può cadere nella convinzione di avere argomentazioni evidenti per il proprio punto di vista, o in un relativismo completo che finisca per rendere tutto spiacevolmente impersonale e parziale. Saper riscoprire un senso di realtà anche all’interno di una visione astratta è un obiettivo importante.

In ogni caso questi livelli tendono a mescolarsi con modalità che è utile provare a distinguere per favorire ergonomia, tra e dentro le persone.

Dr. Valerio Celletti