Lasciarsi andare


Per chi non riesce, lasciarsi andare è una sfida difficile da comprendere. Spesso non si riesce a capire come facciano gli altri e si finisce per considerarsi strutturalmente diversi. Non si tratta di essere diversi, ma di gestire le proprie emozioni in modo diverso.


Lasciarsi andare

Si provi a paragonare due sfide incomparabili. Andare sulla luna è un viaggio complesso impossibile per la maggior parte della popolazione. Lasciarsi andare a un atteggiamento spontaneo e rilassato è un comportamento frequente. La differenza di difficoltà tra le due sfide è enorme. Anche chi non andrà mai sulla luna sa dire, a grandi linee, che per andarci avrebbe bisogno di un razzo che lo spedisca in orbita. Diversamente, chi pensa di non riuscire a lasciarsi andare tende a non avere idea di come riuscirci. È la differenza tra un problema analogico e un problema digitale; per quanto il primo sia complesso, è possibile intuire vagamente una soluzione approssimativa, mentre i problemi digitali necessitano di un livello minimo di astrazione per essere pensabili.

Descritti in questi termini, potrebbe sembrare che il gruppo di chi si sa lasciare andare sia incompatibile con quello di chi non ci riesce, ma in realtà sono intimamente vicini e sovrapponibili. Tutti vivono dei momenti di minore o maggiore spontaneità, e tutti tendono a sapersi lasciare andare in certe situazioni. A volte non si accorgono neanche di starsi lasciando andare. Mettono da parte le proprie insicurezze e vivono a pieno il presente senza accorgersi di come quel momento sia tanto diverso dalla difficoltà vissuta in un’altra situazione. Il problema non consiste davvero nel fatto che alcuni riescano ed altri no, ma nel fatto che le persone abbiano difficoltà a comprendere la differenza tra i momenti in cui riescono a lasciarsi andare e i momenti in cui non riescono.

Sii te stesso

Quando una persona che si sente insicura in una determinata situazione chiede un suggerimento su come lasciarsi andare, spesso si sente rispondere “sii te stesso”. È un suggerimento che sottende molta saggezza, ma senza spiegazioni può risultare sottointesa così tanto da renderla quasi inutile. Anche l’autore del suggerimento nella maggior parte dei casi ha difficoltà a riformulare il concetto. Non sa spiegare il suo suggerimento.

Dire a qualcuno di essere se stesso, è un modo sintetico di invitarlo ad essere la persona che riesce ad essere in altre situazioni. Se una persona sa essere simpatica e gradevole, dirle di essere se stessa quando ha difficoltà a parlare con qualcuno da cui è sessualmente attratta significa invitarla a continuare ad essere la persona simpatica e gradevole di sempre. Ma, se fosse così semplice, non servirebbe neanche fare una domanda. Il problema principale è che lasciarsi andare sembra semplice, ma non lo è. Estremizzando il concetto, lasciarsi andare totalmente è pressoché impossibile, e potrebbe essere anche controproducente.

La difficoltà principale nel lasciarsi andare non consiste nel non saper cosa fare, ma nel non riuscire a capire quale sia l’ostacolo durante il momento di difficoltà. Lasciare andare e lasciarsi andare è un processo che può essere ostacolato da un eccesso emotivo. Quasi tutte le emozioni possono contribuire ad ostacolare il lasciarsi andare. In determinati contesti le conseguenze delle emozioni intense possono risultare controproducenti. Per modificare le emozioni serve modificare il pensiero che le innesca. Di conseguenza, “sii te stesso” non è un suggerimento utile se percepito esclusivamente come un “comportati come al solito”, ma diventa utile se tradotto con “pensa come al solito”.

La paura di lasciarsi andare

Lasciarsi andare è un processo che può essere ostacolato da tutte le emozioni. La paura tende ad essere la più popolare. Capita spesso che le persone non riescano a lasciarsi andare perché sono preoccupate all’idea che lasciarsi andare possa esporre ad un pericolo. Per esempio, chi non si lascia andare nel rapporto con una persona potrebbe essere distratto dal pensiero di rimanere deluso dalle reazioni altrui, oppure dall’idea di non piacere abbastanza ed essere rifiutato, oppure dalla possibilità di commettere un errore che ritiene imperdonabile.

In ogni caso, per superare la paura di lasciarsi andare non serve forzarsi ad un comportamento più sereno. Quello che serve è capire un buon motivo per cui possa valere la pena correre il rischio di una delusione, di un rifiuto o di un fallimento. Non si tratta di riempirsi la testa di frasi motivazionali impersonali o di coordinare il corpo seguendo una specifica tecnica di respirazione. Gestire le emozioni non passa per un controllo meccanico, violento o impersonale. Per gestire il pensiero serve dialogare in modo convincente con i propri pensieri.

Un contesto in cui molte persone trovano difficoltà a lasciarsi andare a causa di una prospettiva molto spaventata, è quello delle relazioni intime e dei rapporti sessuali. Nella mia rubrica – il sessuologo risponde – capita frequentemente di ricevere domande riguardo il “cosa fare”. Cosa fare per superare la timidezza, per mantenere l’erezione durante il sesso, per provare piacere e raggiungere l’orgasmo, per lasciarmi andare nell’intimità, ecc… è possibile riservare molto spazio per ragionare su cosa è più o meno utile fare nelle varie situazioni, ma ogni riflessione a proposito di cosa fare è subordinata al cosa e come pensare.

Riconoscersi nei propri pensieri

A seconda del contesto, del punto di vista, dell’emozione, delle persone coinvolte e di altri fattori, la soluzione è sempre diversa. Nel tentativo di offrire un suggerimento generalmente utile, è possibile riassumere con l’idea che per sapersi lasciare andare è importante riuscire a riconoscersi nei propri pensieri. Chi non riesce a lasciarsi andare vive con confusione l’esperienza del sentirsi bloccato e vincolato a un comportamento diverso da quello desiderato. In passato mi è capitato che una persona lo riassumesse usando queste parole: “Non so perché non riesco a lasciarmi andare, ma in quella situazione mi comporto in modo stupido, il corpo va da solo e io mi sento lo spettatore di un copione scritto da qualcun altro”. Per essere se stesso non serve riscrivere il proprio copione, o almeno non è utile partire da lì. Il primo e fondamentale passo consiste nel passare da spettatore ad attore. Capire il proprio ruolo e il proprio margine di azione per iniziare a partecipare ad una situazione difficile in cui siamo protagonisti.

10 domande da farsi quando non si riesce a lasciarsi andare

Non esiste un decalogo delle 10 cose da fare o da pensare per lasciarsi andare. O meglio, non esiste un elenco universale. Conoscere se stessi può portare alla formulazione di un decalogo personale da utilizzare in alcune situazioni di difficoltà, ma è un risultato che non sarà mai altrettanto utile ad un’altra persona. In psicoterapia si può arrivare alla costruzione di alcuni pensieri efficaci da utilizzare anche in modo meccanico, ma è il risultato di un percorso di approfondimento e conoscenza di se stessi e dei meccanismi che regolano le emozioni. E anche nel caso in cui si utilizzi una soluzione meccanica, sarà sempre una soluzione temporanea utile a costruire la fiducia necessaria ad essere più autonomi e versatili. Chi desidera atteggiarsi a maestro di vita, dispensando consigli pratici sul come affrontare delle difficoltà emotive, corre il rischio di dire delle banalità prive di utilità.

Quando non si riesce a lasciarsi andare, alcune domande che potrebbe essere utile porsi potrebbero consistere nel chiedersi:

  • In quale situazione ho difficoltà a lasciarmi andare?
  • Questa difficoltà è maggiormente prodotta dalla situazione o da me?
  • Quale o quali emozioni provo quando mi blocco?
  • Cosa penso quando innesco quelle emozioni?
  • In quale modo le emozioni interferiscono con il lasciarmi andare?
  • Quanto mi riconosco nei pensieri e nelle emozioni che provo in quella situazione?
  • Per quale motivo desidero lasciarmi andare?
  • Quanto sono compatibili i pensieri che provo quando non riesco a lasciarmi andare e il mio obiettivo?
  • Come posso modificare il mio punto di vista perché sia più coerente?
  • Dove, quando e come posso fare esperienza?

Cosa fare dopo essersi “lasciati andare?”

Spesso il primo passo è il più difficile, permette di toccare con mano la consapevolezza che una realtà diversa è possibile. Altre volte la difficoltà consiste nella necessità di ripetere molte volte l’esperienza prima di poter osservare dei risultati apprezzabili. Quando non ci si riesce potrebbe sembrare che lasciarsi andare sia un obiettivo perfetto, ma non è la soluzione a tutti i problemi. Riuscire a lasciarsi andare è uno strumento per uno scopo. Data la complessità degli eventi, può capitare che nonostante si faccia tutto correttamente, non si ottenga il risultato desiderato. A volte si è fortunati, mentre altre volte serve ripetere lo stesso tentativo più volte.

In questo caso, potrebbero comprensibilmente nascere dei dubbi sulla correttezza del proprio approccio. Avere dei dubbi non è sinonimo di errore. È opportuno avere dei dubbi, ed è altrettanto importante riuscire a darsi delle risposte nonostante la presenza di dubbi più o meno profondi. Per rimanere convinti del proprio approccio nonostante la presenza dei dubbi, è importante trovare un motivo valido di insistere o modificare le proprie idee che hanno mostrato un certo grado di efficacia. Dopo essere riusciti a lasciarsi andare, il passaggio successivo è capire come ci si è riusciti. Serve comprendere i passaggi efficaci del proprio esperimento ed accumulare esperienza. Nel caso in cui non si riesca a capire l’efficacia o l’inefficacia delle proprie strategie, chiedere aiuto è un buon modo per migliorare e fare chiarezza di tutta la situazione.

Dr. Valerio Celletti