Guida all’orientamento sessuale
Capitolo 5 – Omosessuale
Quinto capitolo della guida all’orientamento sessuale. L’omosessualità è il terzo degli orientamenti sessuali discusso nella guida ed è definito dal desiderio sessuale verso persone riconosciute di sesso uguale al proprio. In questo capitolo cerchiamo di risolvere la confusione su alcuni aspetti dell’omosessualità, approfondendo la distinzione tra orientamento sessuale, identità di genere e ruolo di genere, spiegando cosa significano termini come coming out e outing ed amalgamando il tutto con una riflessione sulle conseguenze del fraintendere tutti questi termini.
Omosessualità e eterosessualità sono simili, ma opposti
L’omosessualità è l’orientamento sessuale che descrive persone che desiderano avere rapporti sessuali esclusivamente con persone di sesso uguale al proprio. Gli uomini omosessuali desiderano avere rapporti sessuali con uomini, mentre le donne omosessuali desiderano avere rapporti sessuali con donne. Non esistono aggettivi per definire una persona eterosessuale. Invece per definire un uomo o una donna omosessuale sono stati creati innumerevoli aggettivi. Nonostante non siano tutti intenzionalmente offensivi, è bene ricordare che possono essere sempre percepiti come ostili. La sola idea di utilizzare aggettivi per le persone omosessuali sottende, anche se involontariamente, il desiderio di distinguere la persona dagli altri, discriminandola.
L’eterosessismo è il movimento culturale che per secoli ha discriminato l’omosessualità. Senza approfondire eccessivamente, l’eterosessismo è la corrente di pensiero che ritiene che l’eterosessualità sia l’unico orientamento giusto e che gli altri siano sbagliati. L’eterosessismo è un retaggio del passato che non trova riscontri nella letteratura scientifica e nel pensiero ufficiale contemporaneo. La definizione di omosessualità è speculare a quella dell’orientamento sessuale eterosessuale.
L’importanza del riconoscimento sociale
Nonostante accada ancora, tale discriminazione oggi (2020) non è più socialmente accettata. Infatti esistono leggi che puniscono chi discrimina le persone per l’orientamento sessuale. Nonostante esistano da tempo leggi generiche sul tema della discriminazione, il riconoscimento legale del caso specifico è un passo importante per ufficializzare un pensiero e dimostrare che il Paese condivide un’opinione. Parlare di omosessualità richiede di parlare anche di eterosessismo, perché è un fenomeno discriminatorio così esteso che ne ha influenzato l’espressione e condivisione sociale.
Indipendentemente da quanto accade, gli orientamenti sessuali sono fenomeni naturali che esistono da sempre. L’eterosessismo non ha modificato l’omosessualità, ma ha influenzato il mondo in cui vivono anche le persone omosessuali. La società può compromette il benessere di chi si trova a subire la discriminazione.
Il gusto di una persona omosessuale
Una persona di orientamento sessuale omosessuale prova desiderio sessuale nei confronti di persone che riconosce di sesso uguale al proprio. Come detto anche nel capitolo 4, il riconoscimento del sesso altrui avviene sempre tramite il riconoscimento dei tratti di genere. Di conseguenza, l’omosessualità è l’orientamento sessuale che descrive le persone che provano desiderio sessuale esclusivamente verso persone che riconoscono come rappresentative del proprio sesso. Un uomo omosessuale prova desiderio sessuale nei confronti di uomini che ritiene mascolini. Mentre una donna omosessuale nutre desiderio sessuale verso donne che ritiene femminili. Nonostante questo criterio sia identico a quanto riscontrabile nell’orientamento sessuale eterosessuale, nell’orientamento sessuale omosessuale può essere facilmente frainteso.
Infatti la discriminazione e l’ostilità che hanno dilagato per secoli nei confronti degli orientamenti sessuali alternativi all’eterosessualità hanno favorito un modo opaco di vivere la sessualità. Purtroppo succede frequentemente che le persone nascondano il proprio orientamento sessuale, fingano di vivere relazioni approvate dai familiari o frequentino solo di nascosto persone che trovano sessualmente desiderabili avendo difficile accesso alla calma e alla pace necessaria a conoscersi ed interrogarsi sui propri gusti. In molti casi è comune usare il termine omosessuale quando, invece, sarebbe più corretto usare il termine bisessuale o pansessuale. Molte persone confondono l’orientamento sessuale, l’identità di genere e il ruolo di genere mettendo tutto insieme. Di conseguenza, chiarire questi termini è utile a comprendere meglio l’orientamento sessuale omosessuale.
L’identità di genere è indipendente dall’orientamento sessuale
Succede di frequente che l’omosessualità sia associata a una specifica identità di genere o ad un ruolo di genere. Diversamente da quanto accade, l’orientamento sessuale è un concetto indipendente dall’identità e dal ruolo. Per chi non lo ricordasse, l’identità di genere è riassumibile con il riconoscersi appartenente a un genere. Chi si ritiene maschile, ha un’identità di genere maschile. Mentre chi si riconosce come femminile, ha un’identità di genere femminile. Questo generalmente è coerente con la forma dei genitali, ma può essere discordante. Nel caso in cui c’è coerenza, si parla di cisgener o cisessuale. Se non c’è corrispondenza si usa il termine transgender o transessuale.
Può accadere che alcune persone confondano l’omosessualità con l’essere transessuali. Questo è dovuto al fatto che nelle occasioni pubbliche spesso vengono proposti contenuti riconosciuti correttamente o erroneamente come omosessuali quando sono maggiormente inerenti al mondo della transessualità. In queste occasioni solitamente non viene spiegata la differenza tra i due concetti finendo per comunicare inavvertitamente un messaggio confuso e frainteso dal pubblico.
Sapere che una persona è di orientamento sessuale omosessuale non offre alcuna informazione in merito alla sua identità di genere. Chi pensasse che un uomo omosessuale si senta femminile o dovrebbe sentirsi femminile sta commettendo un errore. Questo genere di confusione è, ancora una volta, conseguenza di un ragionamento eterosessista. Piuttosto che pensare che un uomo possa amarne un altro, per un eterosessista è più semplice pensare che: “se ama un uomo, allora deve sentirsi un po’ donna”. Invece è utile pensare che nel caso una persona nata in un corpo maschile si sentisse di identità femminile e provasse desiderio sessuale verso uomini, sarebbe corretto considerarla una donna eterosessuale che prova desiderio sessuale verso uomini.
Il ruolo di genere è indipendente dall’orientamento sessuale
Come per l’identità di genere, anche il ruolo di genere è indipendente dall’orientamento sessuale. Diversamente dall’identità di genere, il ruolo di genere è un concetto meno definito. Il ruolo di genere è uno stereotipo riguardante il ruolo ritenuto socialmente appropriato a una persona in base al proprio genere. Un esempio di ruolo di genere potrebbe essere l’idea che lavorare in un cantiere edile sia un lavoro maschile, mentre cucinare sia un lavoro femminile. I ruoli di genere sono stereotipi che tendono a variare con il tempo e che spesso si fondano su considerazioni opinabili. I movimenti femministi per la parità dei diritti si sono impegnati molto per promuovere un superamento dei ruoli di genere così da favorire un’idea incentrata sulla persona piuttosto che sul genere.
È frequente che le persone confondano l’orientamento sessuale omosessuale con un approccio originale ai ruoli di genere. In realtà, tutti hanno un approccio non conforme ai ruoli di genere in quanto i ruoli sono stereotipi che non descrivono realmente nessuno. Generalmente gli stereotipi sui ruoli di genere tendono a diffondersi perché non vengono contraddetti senza una motivazione valida. Tanto più piccolo è un gruppo, tanto maggiore è la percezione della varietà e il modo in cui i singoli non rispecchiano i ruoli di genere. Nelle relazioni di coppia, generalmente il gruppo più piccolo possibile, è raro che i partner ricalchino davvero dei ruoli di genere stereotipati. Nelle controculture votate alla libertà espressiva i ruoli di genere tendono ad essere considerati più fluidi che nella cultura dominante. Data la dimensione storica dell’eterosessismo, le persone di orientamento sessuale omosessuale tendono ad avere contatti con contesti di controcultura, trovando ambienti favorevoli alla libertà espressiva. Nonostante questo, essere di orientamento sessuale omosessuale non favorisce né libertà espressiva, né ruoli di genere non convenzionali.
Outing e coming out
L’elemento culturale e l’accettazione sociale sono temi importanti dell’esperienza contemporanea delle persone di orientamento sessuale omosessuale. Ad oggi due elementi importanti che riguardano l’esperienza pubblica di una persona omosessuale sono il coming out e l’outing. Si definisce coming out il momento in cui una persona decide di condividere pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Invece è detto outing il modo in cui una persona viene riconosciuta pubblicamente come omosessuale senza il suo consenso. Il coming out è un processo di emancipazione personale, mentre l’outing è un comportamento violento verso la privacy.
È importante distinguere questi due termini nel parlare di omosessualità perché contribuiscono a confondere l’argomento. Infatti entrambi i momenti, in modo diverso, tendono a promuovere confusione. Il coming out è un momento in dichiarazione pubblica del proprio orientamento sessuale che è utile a favorire il benessere emotivo e sessuale. Però il modo in cui a volte è reso pubblico tende ad essere ambiguo. Alcune persone dichiarano di “aver scoperto di essere omosessuali” e di aver deciso di dichiararlo. Con altrettanta ambiguità nell’outing accade che se il protagonista nega l’etichetta che gli è stata affibbiata, alcune persone sostengano che “lo è, ma non lo sa”. Esiste quindi confusione nel modo in cui viene amalgamato il decidere di condividere qualcosa con gli altri e il sapere qualcosa di sé stesso. Questi due argomenti sono indipendenti.
In alcuni casi non sapere come si capisce il proprio orientamento sessuale e sentire di persone che fanno coming out o subiscono l’outing in età avanzata può favorire dubbi e confusione in merito l’orientamento sessuale che, per alcune persone con difficoltà ossessive, può diventare causa di sofferenza emotiva intensa nel disturbo ossessivo compulsivo omosessuale.
Come si comporta una persona omosessuale?
L’orientamento sessuale omosessuale è un orientamento che descrive il gusto sessuale di persone che provano desiderio sessuale verso persone di sesso uguale al proprio che riconoscono come rappresentative di quel genere. Di conseguenza, le persone di orientamento sessuale omosessuale tendono ad avere rapporti sessuali con persone di sesso uguale al proprio.
Allo stesso tempo, come per gli altri orientamenti sessuali, l’omosessualità non impedisce di aver rapporti sessuali con persone per cui non si nutre desiderio sessuale. Piuttosto rende improbabile e immotivato che questo accada. L’eterosessismo può favorire confusione iniziale.
L’orientamento sessuale non è conseguenza del comportamento sessuale o del piacere sessuale, ma del gusto e del desiderio sessuale. Aver avuto rapporti sessuali con persone di sesso opposto al proprio o aver provato piacere nel far sesso con persone di sesso opposto al proprio non impedisce di riconoscersi come omosessuali, come anche aver avuto rapporti sessuali con persone di sesso uguale al proprio o aver provato piacere sessuale con una persona di sesso uguale al proprio non rende omosessuali.
Nel rapporto sessuale tra persone di orientamento sessuale omosessuale tendono ad essere utilizzati comportamenti che possono richiamare l’idea del ruolo di genere maschile o femminile indipendentemente dal sesso delle persone coinvolte, ma questo accade in modo intercambiabile anche nei rapporti sessuali tra persone di sesso opposto.
Nella maggior parte dei casi in cui si prova desiderio sessuale per entrambi i sessi, anche se in momenti diversi della vita, potrebbe essere più opportuno parlare di bisessualità o pansessualità piuttosto che omosessualità. Nel caso in cui si provi desiderio sessuale per persone dello stesso sesso ma in cui si ricercano tratti di genere del sesso opposto al proprio, è più opportuno parlare di pansessualità piuttosto che di omosessualità.
Riconoscersi nell’orientamento sessuale omosessuale
Le persone tendono a completare il percorso di definizione del proprio orientamento sessuale a 25 anni, verso la fine della tarda adolescenza. Dato che l’omosessualità è l’orientamento sessuale più conosciuto dopo l’eterosessualità, è frequente che le persone mettano in atto comportamenti esplorativi per discriminare tra queste alternative. In realtà, gli orientamenti sessuali sono 5. Asessualità, Eterosessualità, Omosessualità, Bisessualità e Pansessualità.
Nella maggior parte dei casi le persone sentono chiaramente il proprio gusto per persone dello stesso sesso. Nella maggior parte dei casi le persone che si riconoscono di orientamento sessuale omosessuale sanno con chiarezza il proprio orientamento sessuale. Mentre in altri casi le persone conservano dubbi in merito l’eterosessualità. Avere dei dubbi è più frequente nel caso in cui esista desiderio per entrambi i sessi o nel caso in cui non ci sia desiderio verso nessuno dei due.
Generalmente i comportamenti esplorativi sono rivolti alla sperimentazione corporea ed al testare la funzionalità sessuale. L’esplorazione tende a favorire esperienze contestuali poco esplicative. Esplorare fisicamente può essere utile, ma il desiderio sessuale non è diretta conseguenza della sensibilità fisica. Di conseguenza esplorare aiuta ad acquisire informazioni, ma non esula dal compito di mettere in ordine tali informazioni e dedurne considerazioni attendibili in merito al proprio gusto sessuale.
In un sondaggio del 2011 in Italia il 2,4% delle persone dai 18 ai 74 anni si riconosce nell’orientamento sessuale omosessuale o bisessuale. Il 15,6% sceglie di non rispondere al sondaggio. Non è possibile sapere quale sia la frequenza reale dell’orientamento omosessuale nella popolazione, ma è importante considerare che è impossibile definire l’orientamento sessuale altrui a meno che l’altra persona non decida di fare coming out. Come è importante non intestardirsi sul voler definire il proprio orientamento, ma concentrarsi sul proprio benessere.