Riassunto
Razionalizzare è un buon modo di prendersi cura delle proprie emozioni, ma solo se fatto in modo razionale
Il pensiero razionale e i fraintendimenti della razionalizzazione
Da psicoterapeuta cognitivo comportamentale mi trovo quotidianamente a parlare di pensiero razionale e dell’importanza di essere razionali nel proprio modo di percepire la realtà. Ma la comunicazione non implica mai solo i significati che si desidera utilizzare. Quando si usa una parola, essa è collegata a tutti i significati che l’interlocutore si è abituato ad attribuirgli.
Utilizzare il termine “razionale” spesso è frainteso per il modo in cui alcuni colleghi tendono a utilizzarlo facendo riferimento alla teoria psicodinamica dei meccanismi di difesa che include il meccanismo maturo della “razionalizzazione”. Da questa confusione, razionale – razionalizzazione, possono nascere diversi fraintendimenti.
Cosa significa razionalizzare?
Razionalizzare è un termine generale che, vocabolario alla mano, significa “rendere razionale o più razionale, cioè più adatto e rispondente alle esigenze e finalità funzionali”. Questa definizione è altamente problematica, in quanto contiene l’alto rischio di risultare tautologica, cioè priva di contenuto. Definire l’acqua in quanto “elemento composto d’acqua” non aiuta il lettore a capire bene di cosa si tratta.
Distinguiamo quindi due possibili significati della definizione di razionalizzare. Razionale significa a) rendere più razionale e b) adattare alle proprie esigenze. Queste due alternative sono significativamente diverse.
Un meccanismo di difesa maturo
In psicologia dinamica il termine razionalizzare è generalmente inteso facendo riferimento alla seconda parte della definizione, cioè “adattare un pensiero alle proprie esigenze”. Infatti, il meccanismo di difesa della razionalizzazione, teorizzato la prima volta a inizio 1900 e successivamente ripreso da numerosi psicoanalisti, consiste nella tendenza della mente a raccontarsi comode bugie che permettono un’interpretazione vantaggiosa della realtà.
Secondo questa teoria, la percezione della realtà viene naturalmente distorta da una percezione irrealistica dell’esperienza che viene letta a proprio vantaggio secondo un processo spontaneo chiamato razionalizzazione. In altri termini, per alcuni psicoanalisti razionalizzare significherebbe mentire a sé stessi. Di conseguenza, un terapeuta che voglia prendersi cura delle persone con cui lavora avrebbe diversi motivi di ricordare al suo cliente di non razionalizzare perché, con questa azione, sta solo mentendo a sé stesso. Si sta, in un certo senso, prendendo in giro da solo.
Diverse prospettive
Tale idea è incompatibile con diversi elementi dell’approccio cognitivo comportamentale. Infatti, l’idea che qualcuno si prenda in giro, o che abbia una parte della propria mente che gli racconta comode bugie per proteggerlo è una teoria che considera la mente come se possedesse un’intenzionalità ostile verso sé stessa. “La mia mente mi impedisce di vedere la realtà”. “La mente ha un’intenzionalità ed è mia nemica”.
Ad oggi, tale teoria non è mai stata dimostrata. La mente, per quanto ne sappiamo, ha una sua autonomia nel modo in cui interpreta la realtà. Ma tale autonomia, per quanto possa portare a considerazioni errate e controproducenti, non possiede alcuna intenzionalità al di fuori di quella che desiderano leggervi le persone che la descrivono. Una calcolatrice rotta non desidera sbagliare i calcoli, è solo rotta. E ripararla non significa farle la guerra, ma prendersene cura.
Cosa significa rendere razionale?
La prima parte della definizione della razionalizzazione, invece, definisce la razionalizzazione come un processo volto a rendere più razionale qualcosa. Ma cosa significa rendere più razionale?
Razionale è un termine con origini latine che deriva dal termine “ratio”, cioè ragione. Questa parola ha un significato molto specifico e riguarda la definizione di una sequenza che segue un principio logico. La ratio, la ragione, è alla base del processo deduttivo che il cervello utilizza per cercare di comprendere le informazioni che acquisisce sul mondo. È un processo di analisi delle informazioni e definizione di criteri che cerchino di spiegarne la sequenzialità.
Distinguiamo 2 passaggi. 1) Acquisizione delle informazioni. 2) Scelta di un criterio per spiegarne la sequenzialità. 1 + 2 = 2/3 di razionalizzazione. Manca un’ultima parte, gli obiettivi.
Quindi la prima parte della definizione di razionalizzazione indica un processo di elaborazione volto a individuare una sequenza logica che permetta di comprendere le informazioni disponibili. La seconda parte, invece, indica l’importanza di individuare una sequenza logica compatibile al perseguimento dei propri obiettivi. Esiste un ampio margine su quale criterio sia adatto a spiegare delle informazioni. Una comoda bugia può essere compatibile quanto una scomoda verità. Dipende dagli obiettivi di chi sceglie il criterio.
La ricerca del piacere e l’evitamento del dolore
Nelle prime teorizzazioni psicoanalitiche un obiettivo fondamentale della mente era considerato il perseguimento del piacere e l’evitamento del dolore. Tale obiettivo spesso può portare a mentire a sé stessi, attuando, in alcuni casi, un processo di razionalizzazione inteso in modo coerente con il meccanismo di difesa della razionalizzazione. La mente potrebbe cercare spesso criteri convenienti nel leggere la realtà in modo che restituisca una visione piacevole di sé stessi o in modo da giustificare comportamenti di evitamento di situazioni in cui si prevede di provare dolore.
Altrettanto, non tutti sono motivati solo dalla ricerca del piacere o dall’evitamento del dolore. In tutte le situazioni alternative alla ricerca del piacere, razionalizzare non ha mai il significato con cui rischia di essere frainteso.
Accettare il dolore e perseguire i propri obiettivi
Infatti, la psicoterapia razionale, emotiva e comportamentale invita in modo sistematico alla razionalizzazione dei pensieri ponendo enfasi sul definire gli obiettivi personali alla base della razionalizzazione. Evitare il dolore, generalmente, non è un buon obiettivo. Il dolore, sia fisico sia emotivo, è comprensibilmente sgradevole. Ma tendenzialmente quasi nessuno imposta la propria vita con l’unico obiettivo di evitare il dolore. Spesso un certo grado di dolore è una componente inevitabile dell’esistenza. Nelle sue sfumature più lievi, il dolore è un fastidio, una fatica e una frustrazione. Un ostacolo.
Il dolore è una componente importante della percezione della realtà. Segnala ciò che è ritenuto dannoso, negativo, incompatibile con i propri obiettivi. Proprio per questo evitare il dolore non è un buon obiettivo. Il dolore segnala un ostacolo nel perseguire i propri obiettivi, ed evitare il dolore, in questa chiave, finisce per essere un obiettivo finalizzato a evitare quello che ostacola i propri obiettivi. È un ragionamento attorcigliato su sé stesso che perde di vista, alla fine, quali sono i propri obiettivi.
Per questo, accettare il dolore è un passaggio importante per evitare di distrarsi nell’evitamento del dolore, e darsi la possibilità di perseguire realmente i propri obiettivi.
Distinguere tra pensiero razionale e pensiero positivo
Lavorare sulla costruzione di pensieri razionali tende, solitamente, a comportare un certo ottimismo nel modo di affrontare la vita e le sue sfide. Altrettanto, a volte, può capitare che pensare in modo razionale sia semplificato o sintetizzato con pensieri positivi non sempre efficaci.
Infatti, pensare in modo razionale non significa “vedere il bicchiere mezzo pieno”. Piuttosto, avere un pensiero razionale può essere più corretto descriverlo come cercare di ricordarsi che il bicchiere non è mai né solo mezzo pieno né solo mezzo vuoto. Cercare di guardare la realtà per quello che è, nel modo più realistico possibile in base alle proprie capacità e risorse, significa esercitare il proprio pensiero razionale.
Onestà e pensiero positivo
Dato che pensare in modo razionale significa provare a spiegare la sequenza delle informazioni disponibili in modo sensato e utile ad avere gli strumenti per perseguire i propri obiettivi, è importante costruire un modo onesto con sé stessi di ragionare su quanto accade.
Infatti, se si desidera che i propri obiettivi si concretizzino nella realtà, è opportuno cercare di leggere la realtà nel modo più realistico possibile in modo che poi, quello che ne conseguirà, sarà un piano applicabile realmente. Guardare una lettura fantasiosa o parziale della realtà non è razionale, perché non aiuta nella formulazione di un piano realmente efficace per il perseguimento dei propri obiettivi.
Di conseguenza, è utile essere onesti con sé stessi per abituarsi a leggere la realtà in modo crudo, senza eccessive elaborazioni o costruzioni personali. Nell’interpretazione delle informazioni usiamo sempre qualche teoria, ma usare le teorie più semplici possibili aiuta a contenere il rischio di errori. Come insegna il rasoio di Occam, è utile tenere a mente il principio di economia nello scegliere sempre la prospettiva più semplice.
Scendere a patti con le conseguenze del proprio passato
In alcuni momenti potrebbe essere desiderabile aspirare ad una percezione reale e obiettiva della realtà, ma tale obiettivo potrebbe essere impossibile. Nessuno esiste al di fuori della propria storia e dei propri strumenti. Il modo con cui abbiamo imparato a percepire noi stessi ed il mondo circostante costituisce le fondamenta stabili dell’esperienza individuale. Cancellare le fondamenta è impossibile, ristrutturarle, invece, è possibile.
Quindi, non è possibile né utile eliminare il proprio passato per eliminare le distorsioni che ne derivano nella nostra percezione della realtà. Ma è possibile essere consapevoli della propria storia e delle sue conseguenze per imparare a gestirle, compensarle e, quando possibile, usarle a proprio vantaggio. Il passato è l’origine delle proprie competenze, ed eliminarlo equivarrebbe a rinunciare a strumenti potenzialmente preziosi. Una persona senza passato è completamente inesperta su tutto. Altrettanto, credere ciecamente al proprio punto di vista è un’ingenuità che rende chiunque vittima della propria storia.
Utilizzare il pensiero razionale implica agire un compromesso consapevole. Dedicare tempo a riconoscere i propri pensieri, personali e spontanei, per provare a fare tesoro dell’esperienza e delle competenze che possono contenere, cercando di riconoscere il modo in cui il passato descriva più il passato che il presente. Qualunque obiettivo si svolge sempre nel presente.
Razionalizzare le emozioni
Quando si soffre per un’emozione dolorosa, persistente e/o invalidante, tale emozione non è ugualmente condivisa da tutte le persone coinvolte nella situazione o in situazioni simili. Ognuno risponde in modo diverso. Questa differenza è dovuta al modo in cui le persone interpretano diversamente quello che accade. Portano il proprio passato nel presente che viene letto e interpretato in modo diverso, conducendo a conclusioni personali e varie.
Nessuna interpretazione è vera e tutte hanno una propria razionalità. Ogni persona ha scelto un criterio per interpretare le informazioni, trovando un senso che conduce ad una considerazione esplicativa di una parte più o meno saliente della realtà.
Esercitare il pensiero razionale significa esercitarsi nei vari passaggi che lo compongono.
Allenarsi nella raccolta di informazioni. Non devono essere né troppe, né troppo poche, e serve siano utili.
Riconoscere il proprio stile di lettura delle informazioni, dedicando impegno attivo all’apprendimento di approcci alternativi che permettano una lettura dei fatti più ampia e, si spera, efficace.
Essere consapevoli dei propri obiettivi, essendo disponibili a modificarli o adattarli nel caso in cui non fossero perseguibili o risultassero eccessivamente costosi.
Il pensiero razionale non cancella le emozioni dolorose
Le emozioni dolorose, se rispondono a situazioni dolorose, probabilmente rimarranno dolorose. Ma se si applica il pensiero razionale è probabile che le emozioni saranno meno dolorose, dureranno meno tempo, e forse avranno delle sfumature più ampie che non contemplino esclusivamente il dolore.
Imparare a ragionare in modo più razionale non risolve tutti i problemi della vita. Però può essere estremamente utile per prendersi cura della propria emotività e della propria salute mentale. Nel caso in cui si avesse difficoltà a ragionare in modo più razionale, chiedere aiuto è il primo passo per migliorare.
Scaletta del video – Il pensiero razionale e i fraintendimenti della razionalizzazione – Valerio Celletti