Riassunto
Commento alla terza puntata di Shrinking disponibile su AppleTv
Shrinking – Episodio #3
Nella terza puntata di Shrinking andata in onda su Apple TV il 3 febbraio 2023 sono successe diverse cose che può essere interessante commentare insieme. Questo articolo ed il video contengono spoiler sulla terza puntata, quindi sono rivolti a chi ha già visto l’episodio.
Previsioni confermate
In primis, una piccola, amara, soddisfazione per la previsione azzeccata sul fatto che la paziente di Jimmy sia tornata con il partner. Come detto settimana scorsa, era un comportamento prevedibile se si considera che la dipendenza da un partner non consiste nello stare in coppia, ma nel non saperne essere autonomi. Di conseguenza forzare una rottura è probabile possa portare ad uno squilibrio a cui molto probabilmente conseguirà un ritorno sui propri passi o un legarsi altrettanto intensamente alla prima persona disponibile.
Tale conferma è amara per almeno due motivi. La prima ragione consiste nel fatto che è la descrizione di un problema. Non è l’amore che vince, ma la fragilità che non riesce a rinforzarsi. È quindi una situazione dolorosa per cui speriamo riescano a trovare una soluzione più positiva nelle prossime puntate. La seconda ragione, invece, è che la previsione non riguarda un evento reale, ma solo una sceneggiatura televisiva. Quindi stiamo discutendo di qualcosa che non è accaduto davvero, ma è stato scritto da un autore di Shrinking seguendo un ragionamento. In questo caso, più che aver previsto una svolta realmente probabile, forse è possibile affermare di aver indovinato una delle possibili chiavi interpretative usate dall’autore per scegliere quale storia raccontare. In alcuni casi è possibile essere d’accordo, in altri meno. Il fatto che alcune cose possibili accadano o meno non è motivo per validare o confutare una interpretazione, ma solo per leggere in modo più ampio lo svolgersi degli eventi.
Gaby ed il pensiero positivo
Nel corso della terza puntata di Shrinking si è svolto un approfondimento del personaggio di Gaby e della sua situazione relazionale. Alle prese con la separazione dal marito, Gaby reagisce con atteggiamenti contrastanti. In alcune situazioni nega completamente il dolore del termine della relazione, mentre in altre occasioni lo esprime apertamente.
Evitare di riconoscere apertamente il proprio dolore è un’esperienza comune che può succedere a tutti. Non c’è nessun problema nel fatto che possa accadere, ma può diventare un problema nel caso in cui si continui a non riconoscere le proprie emozioni tramite evitamenti e negazioni. Non riconoscere un problema impedisce di prenderne atto e di trovarvi soluzioni efficaci. Nel caso di un dolore emotivo, evitarne la consapevolezza può indurre in ragionamenti che siano fortemente influenzati dall’obiettivo implicito di evitare il dolore, finendo per rendere la persona meno onesta ed efficace nel prendersi cura di sé e degli altri obiettivi personali.
È possibile che questo scenario sia collegato alla descrizione precedentemente fatta di Gaby. Infatti, il suo approccio ostile e dominante nei confronti delle difficoltà è possibile che sottendesse una vicinanza alla psicologia positiva. In tale ambito può capitare di usare metodi ostili per dialogare con le emozioni, finendo per correre il rischio di invalidarle. Sforzarsi di essere felici quando ci si sente tristi può essere un approccio violento se fatto in modo eccessivamente meccanico. Invece tende ad essere più efficace ricercare un giusto equilibrio tra le varie emozioni coerenti con il momento della vita in corso. C’è spazio per tutte.
Stare vicino a chi soffre
Nel racconto di Jimmy e Gaby emerge un tema probabilmente molto complesso da trattare. Come stare vicino a chi soffre. Nella puntata emergono alcune possibili modalità. Due estremi sono probabilmente quelli espressi proprio da Jimmy e Gaby, entrambi discutibili. Jimmy mostra molta compassione, mentre Gaby (e anche Brian) prova a reagire con molta positività. Non esiste un modo giusto di stare vicino ad una persona in sofferenza. Alcuni potrebbero preferire una modalità o l’altra, o entrambe in momenti diversi.
Stare vicino ad una persona che prova una sofferenza richiede un certo grado di equilibrio nel provare a muoversi tra modalità diverse. Guardare l’altra persona ha un ruolo importante nell’aiutare a trovare tale compromesso, ma altrettanto serve non lasciarsi eccessivamente condizionare dalle richieste di chi sta provando dolore. Infatti, in tutte le situazioni ed in particolare quando si prova dolore, a volte quello che desideriamo non è anche quello che è meglio per noi. Quindi per stare vicino a chi prova dolore è necessaria una certa autonomia personale da cui muoversi per provare soluzioni varie, avvicinarsi ed allontanarsi il necessario e prendersi altrettanto cura di sé. È un comportamento complesso.
15 minuti di passione
Durante la terza puntata di Shrinking, Phil suggerisce a vari personaggi di utilizzare una strategia che usa per sé stesso. Il suo suggerimento è molto vicino alla tecnica dei 15 minuti di passione che può essere utile spiegare. I 15 minuti di passione sono un momento in cui esprimere senza freni la propria emozione, a cui verrà posto un freno al termine dei 15 minuti. È importante spendere qualche parola su questa tecnica per evitare fraintendimenti.
Infatti, è frequente che le persone leggano tale comportamento come una modalità per sfogare le emozioni. Questa interpretazione probabilmente è figlia di una cultura psicoanalitica dell’emotività come di qualcosa di impulsivo che necessita di sfoghi e liberazioni. Tale interpretazione non corrisponde al senso della tecnica suggerita.
Nella psicoterapia cognitivo comportamentale si cerca di promuovere una visione scientifica della mente, cercando di indagarne il funzionamento partendo da una visione sana dell’essere umano. Di conseguenza, l’ipotesi che le emozioni necessitino di sfoghi e liberazioni è tutta da dimostrare. Piuttosto la tecnica ha lo scopo di aiutare la persona a rendersi meglio conto del proprio stato emotivo. Con i 15 minuti di passione è possibile osservare dal vivo alcuni elementi essenziali per una sana gestione delle emozioni.
3 considerazioni sane sulle emozioni
Le emozioni sono temporanee. Non durano per sempre ed è importante sapere che anche se sono dolorose, non lo saranno per sempre.
In secondo luogo, le emozioni sono conseguenza dei pensieri e del significato che gli attribuiamo. Imparare a conoscere le emozioni permette di capire il peso attribuito a determinati pensieri e offre un indizio prezioso sul come prendersene cura.
Lo stop offerto al termine dei 15 minuti è uno stop volontario e consapevole. Terzo indizio. La coscienza può consapevolmente dialogare con la mente per la gestione delle emozioni, anche le più dolorose. Serve capire se, come, quando e quanto. Ma è possibile. Crederci è il primo passo per provarci e riuscirci.
In psicoterapia i 15 minuti di passione sono un esercizio che può essere utile per imparare ad avere consapevolezza di alcuni processi emotivi percepiti come incontrollabili ed ingestibili, imparandone a riconoscere i limiti ed i confini per costruirvi un rapporto più sano.