Studio di psicoterapia e sessuologia
Milano – via Porpora 187
Dr. Valerio Celletti
valerio.celletti@gmail.com
Whatsapp +393295323152
Dr. Valerio Celletti
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Scegliere se chiedere aiuto può essere difficile. Lavorare sulle difficoltà emotive è un’esperienza personale in cui creare una collaborazione efficace. Come per altre esperienze, puoi sapere se ti piace e fa per te solo dopo che hai fatto un tentativo. Puoi provare a farti un’idea del mio modo di lavorare leggendo quello che scrivo sulla psicologia o sulla sessuologia, guardando qualche video del canale youtube.
Fare una scelta comporta affrontare il rischio di sbagliare. Anche in studio procederemo sperimentando e esplorando soluzioni diverse che non saranno tutte ugualmente efficaci. Il primo colloquio è l’occasione migliore per farsi un’idea e, eventualmente, lasciar perdere. Nel caso in cui si prosegua, ogni colloquio ha lo scopo di avvicinarci di un passo verso l’obiettivo concordato. Generalmente un periodo ragionevole per ottenere risultati significativi va dai 4 ai 7 mesi.
Cambiare in psicoterapia consiste nel conoscere e valutare nuovi modi di pensare se stessi, gli altri e il mondo. Il cambiamento richiede tempo perché va a mettere in discussione le fondamenta del proprio modo di vedere le cose. Quindi, nonostante non sia un lavoro immediato, in psicoterapia è importante sentirsi sempre in movimento verso una direzione. Se desideri una psicoterapia in cui sia possibile quantificare i risultati raggiunti per capire dove ti sta portando il lavoro in studio, la psicoterapia cognitivo comportamentale può essere la scelta adatta per risolvere la tua difficoltà.
Lo psicologo offre un aiuto nell’affrontare i problemi emotivi che non si riesce a gestire autonomamente. Questo non vuol dire che li risolve al posto tuo. Nello studio di psicoterapia e sessuologia collaboreremo per velocizzare i tempi e sbloccare le difficoltà che non stai riuscendo ad affrontare. La psicoterapia cura il disagio emotivo innescando o velocizzando il benessere. Se il lavoro condiviso sarà efficace, le emozioni diventeranno più gestibili e piacevoli. Quando arriveremo al punto di saper affrontare le difficoltà in modo più efficace, concorderemo appuntamenti meno frequenti, così da favorire il lavoro autonomo. L’autonomia è un punto di arrivo, non un punto di partenza.
Lavorare sulle difficoltà personali deve essere fatto in modo personale. Nello studio di psicoterapia e sessuologia la teoria aiuta ad orientarsi per migliorare, ma il percorso è centrato sulle tue esigenze e costruito in un clima di collaborazione. Il mio ruolo sarà quello di ascoltarti, aiutarti e accompagnarti nella direzione desiderata. La psicoterapia online è l’espressione dell’impegno profuso per andare incontro alle esigenze di chi purtroppo non riesce ad accedere di persona allo studio di psicoterapia e sessuologia. Otterremo il risultato desiderato solo se riusciremo a trovare il modo efficace di collaborare. Io, Valerio Celletti, sono una persona con pregi e difetti. Lavorando insieme è possibile che possa trovarti a tuo agio, come è possibile che io non sia la persona giusta per te. Questo non significa che la psicoterapia non possa esserti di aiuto, ma che eventualmente io non sono lo psicoterapeuta giusto per te. L’unico modo di scoprirlo è fare un tentativo e vedere in prima persona come ti trovi. Prova a guardare i contenuti di questo sito per farti un’idea su di me.
Offro servizio di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e psicoterapia online secondo la psicoterapia cognitivo comportamentale e la sessuologia. Più in basso in questa pagina trovi un elenco dei principali problemi su cui posso aiutarti. Nel caso in cui io ritenessi che il tuo problema sia meglio affrontabile presso un altro servizio, proverò a suggerirti un collega o un servizio a cui rivolgerti. Contattami anche nel caso in cui il tuo problema non fosse tra quelli elencati, così proviamo a parlarne insieme.
Il Dr. Valerio Celletti è psicologo, psicoterapeuta e sessuologo. Cosa significano questi tre titoli diversi? Provo a spiegarlo in modo sintetico.
Lo psicologo è il professionista specialista nel campo della mente. Quindi si contatta uno psicologo ogni volta che si ritiene di aver bisogno di assistenza su temi di carattere cognitivo, emotivo o relazionale. Infatti la mente è lo strumento con cui interagiamo con il mondo, con le persone e con noi stessi, interpretando la realtà e, a volte, fraintendendola. Lo psicologo è il professionista con cui collaborare per lavorare su tutto quello che riguarda la mente e le interazioni umane. Il counseling, il coaching, l’empowerment o la formazione, sono tutti ottimi ambiti di collaborazione psicologica.
Lo psicoterapeuta è il professionista sanitario specialista nella cura dei disturbi psicologici. I disturbi psicologici sono dovuti al modo di pensare, che è in parte appreso, in parte costruito durante la propria storia di vita. I problemi emotivi non possono essere risolti solo cambiando ambiente o comportandosi diversamente, ma serve imparare a conoscere se stessi e allenarsi a gestire più efficacemente la propria mente. Lo psicoterapeuta è il professionista con cui collaborare per curare i dolori emotivi e per costruire un rapporto più salutare con se stessi.
Il sessuologo è il professionista sanitario (psicologo o medico) specialista nei disturbi sessuali. I disturbi sessuali sono tutte le difficoltà che compromettono il benessere sessuale. Generalmente i disturbi sessuali sono prodotti da cause psicologiche, ma in alcuni casi possono essere dovuti a origini biologiche. A seconda della causa, è opportuno rivolgersi a un sessuologo psicologo o a un sessuologo medico. In ogni caso, il sessuologo è il professionista con cui collaborare per curare i problemi sessuali e migliorare il benessere sessuale.
Ansia e paure eccessive
L’ansia e la paura sono emozioni naturali e transitorie che, in alcuni casi, possono diventare esperienze dolorose e costanti. Vivere dolorosamente l’ansia crea problemi a un’ampia parte della popolazione. Secondo il DSM V, le percentuali cambiano a seconda della diagnosi.
Il più frequente è il disturbo d’ansia generalizzata (9%), seguito dalla fobia (8%) e dalla fobia sociale (7%). Il panico può manifestarsi in modo occasionale senza diventare necessariamente un problema cronico (11,2%). L’ansia da separazione è più presente nell’infanzia (4%) che nell’età adulta (1,9%).
I problemi d’ansia tendono a produrre reazioni fisiche intense e confusionarie che possono complicare il contatto con se stessi. Comportamenti aggressivi o elusivi possono ampiamente essere causati da difficoltà nella gestione dell’ansia. In molti casi, problemi d’ansia possono portare a esperienze di congelamento (il corpo non si muove più) o svenimenti improvvisi. Questa e altre difficoltà possono innescare condotte di evitamento che finiscono per contribuire al mantenimento del problema.
Per alleviare le ansie e le paure eccessive è utile imparare a conoscere meglio il proprio funzionamento emotivo e a prendersene cura in modo più efficace. Anche se spesso lo può sembrare, la paura non è un’emozione negativa. Riscoprire un modo sano di vivere la paura offre l’occasione per imparare a gestirla e, anche se a volte può sembrare impossibile, a trarne giovamento.
Comprensione e gestione delle parafilie
Le parafilie sono pensieri o comportamenti socialmente ritenuti “atipici” nel produrre benessere sessuale. Tra le parafilie è possibile individuare il disturbo voyeuristico (12% maschi e 4% femmine), esibizionistico (2-4%), frotteuristico (30%), da masochismo sessuale (2,2% maschi e 1,3% femmine), da sadismo sessuale (2-30%), pedofilico (3-5%), feticistico e da travestitismo (3%).
Le parafilie, se compatibili con la legalità, non sono un argomento di psicoterapia. Se gestibili e volontarie, le parafilie possono favorire il benessere sessuale e aumentare la variabilità nella sessualità. Però può capitare spesso che una parafilia non riesca ad essere solo una variante che favorisce il benessere. Può capitare frequentemente che le parafilie siano vissute come esperienze esclusive, cioè come l’unico modo possibile per vivere il benessere sessuale. Quando accade questo, il resto della sessualità perde di piacevolezza e le relazioni di coppia possono diventare difficili da sostenere. Infatti non è un problema se una parafilia è condivisa tra due partner, ma può diventarlo se uno dei due la vive come l’unica fonte di piacere, mentre l’altro, anche se la gradisce, avrebbe piacere a vivere anche esperienze più varie.
Le parafilie tendono a creare difficoltà nella relazione di coppia sia se presenti, sia se assenti ma desiderate, sia se desiderate in assenza di un partner che potrebbe non condividerle. In tutti questi casi, la psicoterapia non è il contesto in cui eliminare le proprie parafilie, ma è il luogo in cui imparare a renderle non esclusive. Riuscire a comprendere meglio il proprio desiderio e il proprio modo di rapportarsi agli altri può offrire l’occasione di costruire un rapporto più vario e ampio con il benessere sessuale proprio e altrui.
Depressione e tristezza costante
La depressione è una sindrome complessa. In generale, di solito viene fortemente associata alla dolorosità della tristezza. Nonostante ciò, le esperienze depressive sono connotate da emozioni altrettanto importanti quali il disgusto (verso se stessi, gli altri o il mondo), i momenti di rabbia intensa e, spesso, la paura della tristezza.
Il problema depressivo di solito si manifesta tra i 18 e i 30 anni e coinvolge circa il 7% della popolazione. Nei momenti di crisi acuta, la depressione tende a manifestarsi con la totale mancanza di motivazione e con un senso di affaticamento cronico data dalla frustrazione del quotidiano.
Nel tempo, vissuti più o meno prolungati di tristezza costante contribuiscono alla costruzione di un senso di impotenza appresa che rende difficile (se non impossibile) uscirne da soli. Nella maggior parte dei casi, chi riesce ad uscire autonomamente da un episodio depressivo lo fa votandosi totalmente a uno stile di vita, sia esso sportivo, religioso o filosofico. Queste soluzioni sono valide per alleviare il sintomo della tristezza, ma solitamente non curano il problema nella sua complessità, rinviandolo a un momento successivo. Per prendersi cura di un problema psicologico, è importante riconoscere di avere un problema complesso e prendersi lo spazio per chiedere aiuto.
Incongruenza di genere e disforia
L’incongruenza di genere consiste nella mancata corrispondenza tra il genere assegnato alla nascita e il genere a cui si sente di appartenere. Cioè può capitare che una persona alla nascita sia assegnata al maschile o femminile dal personale medico che assiste al parto, ma l’individuo, quando abbastanza grande da esprimere il proprio punto di vista, senta di appartenere al genere opposto o di non condividere la divisione in generi (non binario).
L’identità di genere può essere vissuta con consapevolezza e semplicità, ma, a volte, anche con sofferenza. Si usa il termine “disforia” per indicare la possibile sofferenza associata all’incongruenza di genere. Esistono alcuni fraintendimenti frequenti su questo argomento. Infatti la disforia non consiste nell’esperienza dell’incongruenza di genere, mentre è il risultato del rapporto con il contesto sociale di riferimento. In particolare, il mancato supporto familiare e sociale tende ad essere il fattore di rischio principale. Minore è il supporto familiare, maggiore è il rischio di sofferenza individuale. Maggiore è la sofferenza, più è probabile che l’intensità della sofferenza porti a funzionamenti complessi e disfunzionali.
Nel contesto di psicoterapia il tema di lavoro è diverso a seconda delle esigenze della persona coinvolta. È possibile che il lavoro di psicoterapia riguardi la comprensione delle emozioni riguardanti il genere assegnato alla nascita, il genere percepito, il rapporto con il proprio corpo o le conseguenze della eventuale mancanza di supporto familiare o sociale. Spesso la psicoterapia è rivolta ai familiari della persona con incongruenza di genere, e riguarda il supporto alle difficoltà dovute alla mancanza di informazioni adeguate sull’argomento, o la comprensione delle emozioni relative al proprio ruolo genitoriale, filiale, parentale o amicale.
L’incongruenza di genere coinvolge persone assegnate al maschile nello 0,005-0,014% dei casi e persone assegnate al femminile nello 0,002-0,003% dei casi. Quindi la situazione più frequente è che le persone vengano riconosciute come maschili alla nascita mentre invece si percepiscono con identità femminile, ma esistono comunque molti casi in cui persone considerate femminili in realtà hanno un’identità maschile. Si parla di un problema riguardante una minoranza della popolazione (meno di una persona su mille) e questo aumenta lo stress di non essere riconosciuti.
Chiedere aiuto a uno psicoterapeuta è utile sia per capire come ragionare sul tema dell’identità di genere, sia per farsi aiutare a mettere ordine in un quotidiano che può essere più complesso di quello di altre persone.
Disfunzioni sessuali permanenti o acquisite
Si considera disfunzione sessuale tutto quello che danneggia il benessere sessuale. Volendo farne un elenco, le principali sono: eiaculazione ritardata, disturbo erettile, disturbo dell’orgasmo femminile, disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile, disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile e eiaculazione precoce.
I problemi sessuali sono molto diffusi nella popolazione. Fare riferimento a delle percentuali sarebbe poco significativo perché studi diversi offrono spesso risultati molto diversi tra loro, in base alla definizione del problema e in base alla trasparenza delle risposte degli intervistati. Infatti, diversamente da altri problemi, le disfunzioni sessuali sono il tema su cui esiste maggior omertà. Chi ne parla, spesso ne parla per sentito dire e raramente si mette in primo piano. Nonostante questo, quasi tutti hanno avuto problemi sessuali almeno una volta nella vita e chi dice di non averne mai avuti, o mente o non si accorge di averne. Quello della sessualità è un tema molto complesso e anche vivendolo con piacevolezza, può capitare a chiunque di non dargli abbastanza spazio o di dargliene troppo.
Di solito i problemi sessuali si presentano in modo occasionale e si risolvono spontaneamente con l’esperienza. A livello clinico le disfunzioni sessuali diventano un problema solo quando accadono con frequenza o costanza o quando acquistano un significato personale o relazionale. Le disfunzioni sessuali tendono ad avere conseguenze sulle relazioni di coppia e sull’autostima. Fare esperienza di una difficoltà è il modo migliore per superarla, ma a volte la sofferenza emotiva rende difficile fare esperienza. Capita quindi di provare e riprovare a vivere la stessa situazione di non riuscire a trarne nulla di utile per migliorare. Chiedere aiuto a un sessuologo è il modo più efficace per sbloccare la situazione e iniziare a capire il senso della propria difficoltà e il modo per superarla.
Disturbi psicosomatici
I disturbi psicosomatici sono disturbi in cui mente e corpo interagiscono in modo disfunzionale. In alcuni casi, il corpo causa un problema emotivo, mentre in altri casi un problema emotivo causa un problema fisico o un comportamento che può portare a conseguenze negative per il corpo.
Quando mente e corpo interagiscono in modo disfunzionale, non capirne il funzionamento può portare a cure errate o a cure parziali che possono risolvere momentaneamente il sintomo, ma non interrompono il circolo vizioso che mantiene o innesca il problema. Per lavorare sui disturbi psicosomatici serve lavorare in modo preciso sulla diagnosi e capire come affrontare l’argomento considerando i risvolti medici e psicologici del problema.
A volte non è possibile capire senza margine di errore se un problema sia solo medico, solo psicologico, o psicosomatico. In alcuni casi la distinzione può essere fatta solo tramite il ragionamento clinico e sperimentando le terapie mediche più indicate. Per maggiori informazioni, leggi l’articolo dedicato ai disturbi psicosomatici.
Impulsività e rabbia incontrollabile
La rabbia è un’emozione naturale fortemente votata verso l’azione. Avere un contatto doloroso e opaco con la rabbia può portare a condotte impulsive o violente. L’impulsività è un problema molto diffuso. Alcune persone ritengono che l’impulsività sia una qualità. L’idea di poter agire senza pensare con chiarezza a volte è considerata una qualità di chi riesce a esprimersi mettendosi in contatto con un aspetto profondo e sincero di sé. Purtroppo, le persone che si comportano in modo impulsivo tendono ad avere comportamenti aggressivi, impersonali o prevedibili, diventando l’esatto opposto di quel contatto intimo con una parte vera di sé che invece si desidererebbe.
Nell’infanzia il disturbo dell’umore dirompente riguarda tra il 2 e il 5% della popolazione. Il 2,7% delle persone soffre di disturbo esplosivo intermittente, mentre nel 4% è possibile individuare un disturbo della condotta. La diffusione della rabbia in certi contesti è così comune da aver portato a pensare etichette come l’air rage (rabbia in aereo), la mouse rage (rabbia in ufficio), la road rage (rabbia in automobile) o la trolley rage (rabbia al supermercato).
Avere delle difficoltà nella gestione della rabbia può portare a problemi relazionali o sociali, soprattutto nel caso in cui i comportamenti impulsivi violino la legge. Viceversa, la consapevolezza della propria incapacità di gestirsi può portare a evitare situazioni in cui si ha paura di se stessi e delle proprie reazioni. In entrambi i casi, l’impulsività può portare a un rapporto problematico con se stessi, con gli altri o con il mondo. In certi casi, il comportamento impulsivo è un tratto che sottende un disturbo di personalità. Chiedere aiuto a uno psicologo è il modo più efficace per iniziare a comprendere il senso del proprio comportamento impulsivo e per lavorare sulla costruzione di una maggiore consapevolezza delle proprie azioni prima che succeda qualcosa di cui potersi pentire per le proprie scelte o per le reazioni altrui.
Pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi
Un pensiero è chiamato ossessivo quando è rigido e poco consapevole. In questo senso, pensare per 2 ore a un argomento specifico può essere un’ossessione se non riesco a staccare il pensiero da quell’argomento, mentre è una dimostrazione di concentrazione se è l’effetto di una decisione consapevole. Quando il pensiero è ossessivo, spesso conduce a comportamenti compulsivi. Le compulsioni sono azioni di cui non si riesce a gestire volontariamente l’innesco, l’interruzione o la frequenza.
Le ossessioni e le compulsioni sono sintomi presenti in molti problemi psicologici e sono diffusi in un’ampia parte della popolazione. Il disturbo ossessivo compulsivo è presente nell’1,2% della popolazione. Il dimorfismo corporeo riguarda il 2,4% della popolazione, mentre il disturbo da accumulo il 2-6% e riguarda soprattutto persone con più di 55 anni. Inoltre esiste la tricotillomania nell’1-2% della popolazione e il disturbo da escoriazione nell’1,4%.
Un funzionamento caratterizzato da ossessioni e compulsioni tende a limitare la libertà individuale. Il quotidiano rischia di diventare ripetitivo e insoddisfacente, perdendo piacevolezza ed accumulando frustrazione. Tale insoddisfazione spesso diventa più evidente con il passare del tempo e all’interno delle relazioni di coppia. Chiedere aiuto a uno psicoterapeuta per alleviare le proprie ossessioni o per gestire i propri comportamenti compulsivi è una richiesta che a volte nasce su insistenza di chi vive insieme alla persona, ma è importante possa essere accolta anche da chi vive il problema. Questo a volte può essere difficile perché le rigidità, nonostante siano dolorose, tendono ad essere percepite come una soluzione a un problema emotivo. Rendersi conto che tale soluzione rischia di essere peggio del problema, è un passo importante per motivarsi a chiedere aiuto.
Problemi di coppia
Le relazioni di coppia possono essere vissute in innumerevoli modi. Non esiste un’unica definizione di coppia. Nella psicoterapia cognitivo comportamentale si ritiene che le fondamenta della coppia siano la collaborazione, l’impegno, la lealtà, la fiducia e la fedeltà. Indipendentemente dal proprio modo di intendere la coppia, tutte le coppie hanno problemi più o meno importanti. Come conseguenza di un evento particolare o per il naturale scorrere del tempo, può diventare difficile condividere obiettivi, impegnarsi in attività frustranti, avere a cuore le esigenze dell’altra persona, fidarsi nonostante le proprie preoccupazioni o coltivare fedeltà fisica o ideologica.
I problemi di coppia, se non risolti, tendono a portare a equilibri dolorosi o creano un contesto indesiderabile in cui interrompere la relazione. Sopportare un equilibrio doloroso può innescare ulteriori problemi emotivi e spingere a comportamenti confusionari precedentemente impensabili. Al contempo, interrompere una relazione può essere una scelta corretta per il benessere proprio o di entrambi, come può essere un’occasione perduta per impegnarsi nel costruire una relazione più soddisfacente.
La psicoterapia è un contesto in cui la coppia può chiedere aiuto per crescere e migliorare il proprio rapporto. L’obiettivo della psicoterapia di coppia non è lo stare insieme ad ogni costo, ma la costruzione di un contesto in cui tutti possano esprimere i propri bisogni e desideri e, al contempo, possano scegliere volontariamente se e come condividere i compromessi necessari alla piacevole vicinanza di due (o più, se si hanno figli) persone. Lo psicologo, come da codice deontologico, tutela sempre il benessere della persona con cui lavora. Per questo la psicoterapia di coppia punta alla promozione del benessere di coppia e a una percezione realistica dei vantaggi e delle rinunce offerte dal proprio quotidiano. Chiedere aiuto in psicoterapia è il modo più efficace per promuovere comunicazione e investire nel proprio rapporto.
Problemi nei rapporti interpersonali e di personalità
Quando i problemi nei rapporti interpersonali non sono episodici, ma tendono a ripresentarsi indipendentemente dal proprio interlocutore, spesso sono dovuti a quello che viene chiamato disturbo di personalità. I disturbi di personalità danno i primi segnali durante l’adolescenza e tendono a influenzare la maggior parte del funzionamento emotivo durante l’età adulta. Vivere le emozioni secondo schemi ripetitivi e poco flessibili tende a creare problemi nel confronto con una realtà che, come insegna Darwin, richiede compromessi e capacità di adattamento.
L’elenco dei disturbi di personalità comprende la personalità paranoide (2,3-4,4%), schizoide (3,1-4,9%), schizotipica (3,9%), antisociale (3,3%), borderline (1,6-5,9%), istrionica (1,84%), narcisistica (6,2%), evitante (2,4%), dipendente (0,49%) e ossessivo-compulsiva (2,1-7,9%).
Le conseguenze dolorose di un disturbo di personalità tendono a manifestarsi nel quotidiano. Alcuni stili di vita possono essere sufficientemente compatibili con determinati disturbi di personalità ed evitarne l’esacerbarsi. Questo non è possibile per tutti i disturbi, ma funziona meglio per alcuni. Ad oggi, per esempio, il disturbo di personalità narcisistico è socialmente più accettato del passato e questo offre maggiori possibilità di vivere il proprio approccio senza soffrirne eccessivamente. Nonostante questo, con il tempo i disturbi di personalità tendono a diventare dolorosi anche nel contesto più adatto, perché difficilmente sarà sempre esattamente coerente con i propri schemi. Questa relazione con l’ambiente fa sì che i disturbi di personalità diventino evidenti solo in certi contesti relazionali o sociali.
Chiedere aiuto a uno psicoterapeuta è un buon modo per iniziare a comprendere meglio i propri schemi e imparare a vedere al di là di essi. Di solito, non si chiede aiuto a uno psicoterapeuta per un disturbo di personalità (perchè non si sa di averne uno), ma piuttosto perché esiste profonda sofferenza nel rapporto con gli altri. Lasciar passare molto tempo a volte è un buon tentativo di essere autonomi, altre volte tende ad essere un errore che porta a peggiorare il problema. Contattare uno psicologo non è una delega, ma una collaborazione. Quindi lavorarci anche in psicoterapia può essere un buon modo per rinforzare la propria autonomia in tempi più rapidi di quanto non ci si metterebbe da soli.
Tra le numerose psicoterapie possibili la psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) ad oggi risulta essere la psicoterapia generalmente più efficace per la maggior parte delle difficoltà psicologiche. Raggiungere questo risultato è stato possibile non tanto costruendo la psicoterapia migliore, ma piuttosto grazie a un lungo (e ancora in corso) processo di modularizzazione della psicoterapia.
Diversamente da altre psicoterapie, la psicoterapia cognitivo comportamentale non è un’unico approccio, ma è più corretto descriverla come un’insieme di psicoterapie che possono essere utilizzate in sinergia per affrontare problemi diversi. In psicoterapia cognitivo comportamentale esiste un unico assioma che unisce le diverse psicoterapie etichettate come CBT: tutto quello che accade all’interno del vissuto psicologico di un individuo è sempre preceduto da un pensiero. In accordo con questa premessa e adattando il modo di metterla in pratica secondo le esigenze e le risorse della persona, la psicoterapia cognitivo comportamentale è il gruppo di psicoterapie scientificamente fondate (terapia comportamentale TC, schema theory CBT, terapia razionale emotiva e comportamentale REBT, terapia dialettica DBT, mindfulness MBT, terapia metacognitiva MCT, ecc…) a cui fare riferimento quando si desidera intraprendere una psicoterapia.
La psicoterapia cognitivo comportamentale è un percorso di comprensione e crescita personale in cui collaborare con uno psicoterapeuta che aiuta e sostiene offrendo spazio, informazioni e metodo per lavorare su se stessi. Lo psicoterapeuta non è il detentore di tutte le risposte. Sarebbe molto comodo se qualcuno sapesse qual’è il modo giusto di vivere e potesse insegnarlo. Ma la realtà è più complicata di un set di regole e strategie universali. Lo psicoterapeuta non è un maestro di vita, ma un esperto di processi psicologici, emotivi e relazionali. Il colloquio di psicoterapia cognitivo comportamentale offre uno spazio per collaborare in modo pratico ed efficace dove applicarsi per superare le difficoltà psicologiche, emotive e relazionali.
Lo studio di psicoterapia è il contesto in cui comprendere il proprio approccio alla vita ed impararne punti di forza e di debolezza. Non esiste un approccio migliore di un altro, ma esistono costi e benefici che è opportuno saper guardare in modo realistico per investire efficacemente il proprio tempo. Parlando di costi e benefici, i problemi psicologici solitamente fanno riferimento a costi e benefici emotivi. Le emozioni sono eventi naturali e transitori, ma quando diventano troppo intense o costanti possono risultare problematiche. In generale le difficoltà emotive possono essere aggravate da situazioni complesse, ma sono principalmente causate dal proprio modo di pensare. Le situazioni complesse richiedono una ampia capacità di adattamento che a volte non vogliamo o non riusciamo a mettere in pratica. Approcciarsi a una situazione difficile con una mentalità rigida tende ad essere di ostacolo per una valutazione coerente, diventando terreno fertile per emozioni dolorose e problemi emotivi e favorendo scelte che mostrano il fianco a successivi ripensamenti.
Molte persone non si rendono conto di avere un modo di pensare rigido. Invece può essere utile considerare che tutti tendono ad avere, per abitudine, un modo di ragionare che comprende alcune rigidità. L’esperienza quotidiana favorisce convinzioni che costruiscono un modo di pensare naturalmente e spontaneamente rigido. Quindi lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale non è una persona esente dalle difficoltà emotive a cui provare a somigliare, ma è un professionista esperto nei processi mentali con cui collaborare mentre ci si allena a diventare i massimi esperti di se stessi. La psicoterapia cognitivo comportamentale consiste nel colloquio in studio di psicoterapia e nel lavoro individuale che la persona svolge esternamente allo studio di psicoterapia. Durante ogni colloquio si ragiona su cosa approfondire e sul come applicarsi per fare dei passi che permettano di avvicinarsi al proprio obiettivo. L’idea fondamentale è di innescare e accompagnare un movimento verso un obiettivo, avvicinandosi progressivamente al risultato di superare le difficoltà psicologiche.
La psicoterapia di coppia è un percorso di condivisione e collaborazione in cui lo psicoterapeuta aiuta favorendo confronto e dialogo tra i partner. Nello studio di psicoterapia e sessuologia la coppia arriva alla consulenza con richieste e desideri spesso poco definiti. Chiarirli, condividerli e strutturare un percorso per raggiungerli è al centro della psicoterapia di coppia. Come nel colloquio individuale, anche quando si lavora in coppia lo psicoterapeuta non è il guru della relazione di coppia. Ogni coppia ha le sue regole, le sue abitudini e i suoi valori. Lo psicologo non porta in studio le sue idee su come dovrebbe essere una relazione, ma aiuta i partner a delineare la propria idea di coppia e a costruire uno spazio in cui potersi impegnare per realizzarla.
Il colloquio di coppia coinvolge lo psicologo, i due partner e la loro relazione. Le relazioni di coppia possono essere viste secondo diversi aspetti. Cinque argomenti solitamente importanti sono: 1) collaborazione 2) impegno 3) lealtà 4) fiducia 5) fedeltà. Se esistono problemi in uno di questi temi, potrebbe essere un buon motivo per iniziare una psicoterapia di coppia. Il lavoro in studio non ha lo scopo di farvi stare insieme ad ogni costo. A volte, capita che le persone scelgano di chiudere la relazione all’interno di un percorso di coppia. Questo evento è raro, ma possibile. La maggior parte delle coppie in terapia tende a non lasciarsi e di solito i partner che arrivano alla decisione di lasciarsi tendono a chiudere prima la psicoterapia e, dopo qualche tempo, decidono di lasciarsi. Quando una coppia decide di lasciarsi durante una psicoterapia di coppia può essere un momento doloroso, ma sarebbe stato peggio se fosse accaduto fuori dal contesto di terapia. Conoscersi, parlarsi e lavorare sulle proprie difficoltà è il modo migliore per far funzionare la propria relazione, per migliorarla o, eventualmente, per concluderla nel modo più costruttivo possibile.
La psicoterapia online è una soluzione efficace per lavorare sulle proprie difficoltà emotive quando non si riesce ad accedere fisicamente allo studio. Gli ostacoli al colloquio dal vivo possono essere molti. I più frequenti di solito sono: l’impossibilità a muoversi, vivere in luoghi isolati, vivere all’estero e desiderare uno psicologo madrelingua italiana o svolgere un lavoro che comporti numerose trasferte. Il colloquio online si svolge in videoconferenza, dallo studio di psicoterapia al domicilio della persona in terapia.
Dato che da alcuni anni la tecnologia ha aperto alla possibilità di accedere alla psicoterapia online, il primo dubbio da porsi è stato verificare quanto fosse efficace un colloquio online. La ricerca dice che l’efficacia è invariata, e che quindi si può proseguire senza remore. Personalmente, dopo anni di psicoterapia online, mi sento di dire che il passaggio dal vivo al colloquio online non è così automatico come si potrebbe pensare. La psicoterapia online può essere efficace quanto la psicoterapia individuale o la psicoterapia di coppia in studio, ma solo se vengono rispettati alcuni criteri.
Quindi la psicoterapia online richiede che lo psicoterapeuta abbia un approccio propositivo e che la persona in psicoterapia riesca a sentirsi sufficiente motivata al lavoro psicologico dedicandovi tempo ed energie per uscire, con i propri tempi, dalla sua zona di confort. Per maggiori informazioni sulla psicoterapia online, leggi l’articolo dedicato.
Il dr. Valerio Celletti riceve presso lo studio di psicoterapia e sessuologia di Milano e online. La psicoterapia cognitivo comportamentale è la soluzione più efficace per lavorare sulle difficoltà emotive individuali o di coppia.
Per farti un’idea sul mio metodo di lavoro, guarda qualche video su YouTube, seguimi su Facebook e Instagram o informati sulla mia formazione.
Oppure scrivimi direttamente a valerio.celletti@gmail.com