Uscire dalla zona di comfort
Uscire dalla zona di comfort non è il santo Graal della realizzazione personale. Riuscire a smuoversi dalle proprie abitudini è un passaggio importante, ma è solo un primo passo. Perché sia nella giusta prospettiva, serve viverlo gestendo il proprio bisogno di ricevere qualcosa in cambio come premio per il proprio impegno. Scegliere l’obiettivo può essere più complicato del previsto.
E se faccio un tentativo e va male?
Una difficoltà frequente che, chi più chi meno, riguarda tutti è l’uscire dalla zona di comfort per fare nuove esperienze e perseguire nuovi obiettivi.
Le convinzioni che involontariamente ci accompagnano possono essere i nostri peggiori ostacoli. Spesso è capitato che durante i colloqui in studio alcune persone esprimessero paura al pensiero “e se faccio un tentativo e va male?”.
Già, perché uscire dalla zona di comfort non è solo il santo Graal dell’autorealizzazione. Vivere nuove attività può andare male, ed essere impreparati in territori sconosciuti può portare anche a risultati indesiderabili.
Uscire dalla zona di comfort non deve andare bene
Il fulcro dell’uscire dalla zona di comfort non è che tutto vada bene. Ottenere immediatamente il risultato desiderato potrebbe essere anche controproducente.
Infatti ottenere subito un premio per il proprio sforzo è piacevole e desiderabile, ma potrebbe alimentare la malsana convinzione che impegnarsi debba comportare un risultato piacevole. Questa credenza è profondamente errata e pericolosa. Infatti è molto frequente che alcuni risultati possano richiedere impegno e costanza senza offrire quasi nessun premio.
Basti pensare ad obiettivi come perdere peso, fare nuove amicizie o cambiare lavoro. Guardiamoli uno per uno.
Puntare ad un premio per uscire dalla zona di comfort non è efficace per perdere peso
Chi sta cercando di perdere peso potrebbe riuscire ad avere un forte dimagrimento improvviso grazie ad un drastico cambio nel proprio stile di vita. Iniziando a fare sport e mangiando diversamente accade di frequente che le persone abbiano risultati notevoli. Ma spesso sono cambiamenti insostenibili.
Arrivati al peso desiderato molti finiscono per non sapere come adattare il proprio stile di vita ad un corpo che non ha più tutta la massa grassa precedente da smaltire. Di conseguenza è frequente che le persone riprendano lo stile di vita precedente innescando il classico effetto fisarmonica.
Diversamente è possibile scegliere di mettere in pratica un cambiamento lieve e salutare, ma si dovrebbe fare i conti con la frustrazione conseguente il vedere risultati minimi o nulli. Non vedendo risultati apprezzabili, per molte persone questo implica non sentirsi premiati e non trovare motivazione a mantenere neanche il lieve cambiamento iniziato.
È difficile coltivare nuove amicizie se ci si impegna nel modo sbagliato
Nel creare nuovi rapporti sociali è importante sapersi esporre a situazioni e ambienti nuovi. Questo uscire dalla zona di comfort può innescare principalmente due scenari.
Scenario A) è possibile che la persona riesca a trovare facilmente nuove persone con cui instaurare un rapporto di amicizia, sia per fortuna, sia grazie ad un approccio socievole ed aperto, sentendosi felice e godendosi il proprio premio.
Altrettanto però potrebbe accadere di scoprire che i nuovi rapporti sono complicati quanto i precedenti e di non avere altri strumenti oltre l’essere propositivi e socievoli. In questi casi può succedere di sentirsi stressati dalle nuove frequentazioni, finendo per risultare poco autentici e valutando la possibilità di cercare nuovamente altri rapporti sociali con cui evadere o abbandonando i propri propositi di socievolezza e svalutando le proprie idee sull’importanza delle amicizie.
Scenario B) è possibile aprirsi a nuove conoscenze esplorando nuovi ambienti senza snaturare eccessivamente sé stessi. Probabilmente questo ridurrà le probabilità di stabilire subito nuove frequentazioni, ma se si riuscirà a persistere nel proprio esplorare sarà possibile avere l’occasione, prima o poi, di stabilire rapporti autentici e desiderabili.
Uscire dalla zona di comfort nel lavoro è complicato sia con che senza un lavoro
È possibile suggerire una riflessione simile per chi si approccia al mondo del lavoro o desidera cambiare settore professionale. Desiderare un ritorno immediato all’invio del proprio curriculum è un desiderio comprensibile per qualunque disoccupato. Però aver bisogno di un premio potrebbe portare a decisioni affrettate.
Infatti in qualunque lavoro il guadagno non è mai immediato. Nel caso in cui si abbia accesso a qualche occasione lavorativa è possibile che la smania di ottenere un risultato rapido possa portare a scegliere il lavoro sbagliato o che impedisca di mantenere l’impegno per il tempo necessario a vedere un risultato apprezzabile.
Desiderare un premio dal lavoro è corretto, ma desiderarne troppi potrebbe rendere tutto frustrante ed intollerabile comportando una costante e logorante insoddisfazione lavorativa.
Allo stesso modo, in assenza di occasioni di lavoro, inviare curricula senza ottenere risposte potrebbe comportare una rinuncia a priori, spingendo in una condizione di impotenza appresa che dissuade dal fare tentativi e favorisce una condizione NEET.
Cercare lavoro o lavorare, in entrambi i casi, richiede la costruzione di un rapporto sano con il proprio bisogno di sentirsi premiati,
Imparare a trovare soddisfazione nelle ricompense lievi
Senza demonizzare i premi e riconoscendogli il sano ed importante ruolo nel promuovere la motivazione personale, è importante non essere eccessivamente dipendenti dai premi.
Quando si compie uno sforzo per uscire dalla zona di comfort non è negativo non ricevere un premio. Uscire dalla zona di comfort deve essere guidato da un’idea, una prospettiva su sé stessi e sul mondo che lo renda un comportamento per cui vale la pena impegnarsi.
Ottenere risultati e premi è importante, ma non deve essere l’obiettivo principale per uscire dalla zona di comfort. È importante avere un’idea di sé come di una persona che sa e vuole uscire dalla comodità delle proprie abitudini e puntare, in modo equilibrato, a trovare soddisfazione nelle lievi ricompense che ne conseguiranno, senza aspettarsi un premio paragonabile ai propri sforzi.
Perché sia sano, è probabile che sarà spesso uno scambio a perdere, in cui lo spesa è superiore al guadagno. La sessualità, forse, è uno dei pochi ambiti che non rispettano questa regola.
Costruire una strategia troppo dipendente dal risultato è controproducente. Esiste il rischio che puntare sull’idea di sé senza emanciparla dal bisogno di ricevere premi possa favorire una prospettiva rigida di sé. Questo spesso comporta visioni machiste o, in termini più neutri, battagliere che fondano le proprie ricompense in una fragile e pericolosa ricerca e difesa dell’orgoglio, personale e del gruppo a cui sono affiliati.
Riuscire a scegliere una prospettiva senza dipenderne è un percorso scivoloso. Ad ogni passaggio si rischia di sbagliare, per eccesso o per difetto.
Ma tutti sbagliano.
Quello che è importante è non smettere di provare a migliorarsi in modo sano.